Doha: Re a un soffio dalla finale mondiale

02 Ottobre 2019

Il quattrocentista ligure corre in 44.85 ed è il primo degli esclusi. Out in semifinale anche Fofana nei 110hs (13.52), Folorunso (55.36) e Pedroso (55.40) nei 400hs. Eliminata Daisy Osakue nel disco

Si ferma a poche decine di centimetri dalla finale, la corsa di Davide Re. L'azzurro corre in un eccellente 44.85 (soli otto centesimi in più rispetto al primato nazionale da lui stesso ottenuto il 30 giugno di quest'anno, secondo crono di sempre di un italiano al di sotto dei 45 secondi), ma finisce con l'essere beffato, fuori dalla finale, nono, per soli otto centesimi di secondo. Vengono eliminate, nelle semifinali dei 400hs, anche Ayomide Folorunso (55.36) e Yadisleidy Pedroso (55.40, personale stagionale), così come Hassane Fofana nelle semifinali dei 110hs (13.52, v. +0.9). Fuori in qualificazione, nel lancio del disco, Daisy Osakue, con un miglior lancio misurato a 57,55.

LE GARE DEGLI AZZURRI

400 uomini - semifinali - Giù il cappello per Davide Re. Non ci sarà un italiano nella finale mondiale dei 400 metri: il 44.85 ottenuto dal ligure, a soli otto centesimi dal record nazionale che già gli appartiene, è il primo dei tempi degli esclusi. La finale mondiale, l'accesso tra i primi otto specialisti del giro di pista, scivola via dalle mani quando sembra ormai ottenuta. Ma non cambia il giudizio, ampiamente positivo, sul percorso iridato del "leader silenzioso". La beffa arriva all'ultima delle tre semifinali in programma, quando il giamaicano Bloomfield, terzo in 44.77 (otto centesimi di secondo meno del crono dell'azzurro), spinge il tricolore fuori dall'ultimo turno. La cronaca della gara racconta di un Re deciso fin dal via. L'azzurro parte bene, coprendo la curva con una buona fase di avvio, immediatamente in caccia di Abbas (Bahrain), che gli sta davanti; sul rettilineo vanno via sia lo statunitense Kerley che il keniano Korir, ma Davide ha chiaro il suo piano di battaglia. Nella seconda curva, tutti danno fuoco alle polveri, e la maglia azzurra di Re, quando si entra nel rettilineo conclusivo, sembra in difficoltà, dalle parti del quinto posto. E' qui, come prevedibile, che comincia la rimonta italiana. Prima il belga Sacoor, poi il sudafricano Phora, devono arrendersi a Re, che termina alle spalle dei due battistrada in 44.85, a soli otto centesimi dal record italiano che gli appartiene, e che ha realizzato quest'anno a La Chaux-de-Fonds (44.77 il 30 giugno). A conti fatti è la seconda volta nella storia che un italiano corre in meno di 45 secondi, la barriera dell'eccellenza internazionale. Kerley vince in 44.25, Korir gli è in scia in 44.37, Re può sperare. Nella seconda semifinale, Steven Gardiner (Bahamas) disegna un giro da 44.13, trascinando con sé Kirani James, 44.23. Il terzo piazzato, il giamaicano Gaye, supera l'azzurro nella lista dei potenziali ripescati, correndo in 44.66, ma Re è ancora un finalista. La terza semifinale determina però la dolorosa escluione; dietro Cedenio (44.41) e Zambrano (44.55), si piazza Akeem Bloomfield, Giamaica, che con 44.77 ottiene l'ultimo posto in finale, eliminando il ligure. Tra gli otto finalisti, nessun europeo. Ma è una magra consolazione. 

400hs donne - semifinali - Fanno bene, come già accaduto per Davide Re, anche Ayomide Folorunso e Yadisleidy Pedroso nelle semifinali dei 400hs. Ma la finale non avrà maglie azzurre. Le ragazze lottano come possono, ma prima Folorunso (quinta in 55.36) e poi Pedroso (quarta in 55.40, limite stagionale) vengono eliminate nelle rispettive prove. Nulla da dire sulla condotta di entrambe: Folorunso va all'attacco dalla prima barriera, decisa, e temrina senza mai smettere di lottare; Pedroso fa la solita gara accorta sul piano tattico, priva di sbavature, e infatti coglie il season best. Non basta però per sperare di entrare tra le otto. L'ultimo tempo di ripescaggio è il 54.45 dell'ucraina Anna Rhyzykhova (con la svizzera Sprunger che, nella semifinale della Pedroso, fa sua la Q maiuscola con 54.52). La finale sarà con ogni probabilità un confronto tutto a stelle e strisce. Da una parte, la primatista del mondo, Dalilah Muhammad; dall'altra, la 20enne Sydney McLaughlin, che firma anche il miglior tempo delle semifinali (53.81).

110hs uomini - semifinali - Hassan Fofana non realizza quella che era comunque da considerare una vera e propria impresa. La finale degli ostacoli alti è una dimensione ancora lontana per l'azzurro, che ha in ogni caso il merito di affrontare il turno intermedio di semifinale con il piglio giusto, aggredendo la gara. Il ripetuto contatto con le barriere, abbattute in numerose occasioni, appeantisce però il crono finale di 13.52 (+0.9), per il sesto posto finale. Tutti i migliori fanno in pieno il loro dovere: lo statunitense Grant Holloway (splendido per sei ostacoli, 13.10, vento +1.1), il giamaicano Omar McLeod (13.08 nella semifinale di Fofana), lo spagnolo Orlando Ortega (13.16, +0.6).

Disco donne - qualificazione - Niente da fare per Daisy Osakue.

Il suo 57,55 non basta per l'ingresso in finale, dove l'ultima misura di ripescaggio è il 62,25 della statunitense Allman. L'azzurra non trova mai il giusto feeling con la pedana; la misura che fa classifica è quella che viene fuori al primo tentativo. Nei due successivi, inferiori al lancio d'apertura, è la Osakue a toccare volontariamente con il piede all'esterno della pedana per determinare l'annullamento. La cubana Perez guida la fila delle qualificate con 67,78.

LE FINALI DELLA GIORNATA
Su Dina Asher-Smith, alla vigilia, pesava solo un dubbio: relativo al tempo che le avrebbe consentito di vincere il titolo mondiale sui 200 metri. Per il resto, tutto come da pronostico: oro per lei, con un 21.88 (+0.9) che vale anche il record nazionale (un centesimo in meno del precedente, ottava prestazione europea all-time; curiosità: di queste, cinque sono targate DDR). L'argento va alla statunitense Brittany Brown (22.22), il bronzo ancora all'Europa, grazie alla svizzera Mujinga Kambundji (22.51). Altra gara dall'esito abbastanza scontato era quella del martello maschile: Pawel Fajdek, tre volte oro mondiale della specialità, coglie il poker sulla pedana del Khalifa, con un miglior lancio m isurato a 80,50. Podio completato dal francese Bigot (78,19) e dall'ungherese Halasz (78,18), primi tre di una finale tutta europea (primi otto atleti di Stati del vecchio continente). In chiusura di serata, un 110hs con esito thrilling: vince lo statunitense Grant Holloway (13.10, v. +0.6), il poliedrico campione NCAA, che seppure in testa fin dalla prima barriera, trae vantaggio dalla carambola innescata dal giamaicano Omar McLeod, in piena rimonta ma finito a terra dopo lo sbilanciamento successivo al contatto con una barriera. Anche le medaglie vengono condizionate dalla caduta di McLeod: lo spagnolo Ortega deve spinger via il giamaicano mentre è in lotta per l'argento e finisce quinto; sul podio salgono il russo Shubenkov (13.15) e il francese Pascal Martinot-Lagarde (13.18). McLeod è squalificato, ma la frittata (alla spagnola) è ormai servita.

m.s.

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