Erin e le donne che hanno aperto la strada

06 Maggio 2016

Alla vigilia dei Mondiali di marcia a squadre di Roma, con la statunitense Talcott al via nella gara più lunga, ripercorriamo gli esordi al femminile nelle altre specialità dell’atletica

di Giorgio Cimbrico

Le scarse notizie statistiche che possono esser rilevate sulla 50 km di marcia donne portano al “piccolo tempio” lombardo di Scanzorosciate dove nel 2004 prima e nel 2007 dopo, la bielorussa Yelena Ginko e la svedese Monica Svensson chiusero la loro lunga fatica in 4h12:16 e in 4h10:59. In questa flebile cronologia la prima traccia di un assalto alla più dura e interminabile prova dell’atletica risale al ’95: 4h41:57 della francese Kora Boufflert che fece saltare il tappo in un luogo dal nome adatto: Ay Champagne. Fino allo storico debutto che avverrà domenica 8 maggio nei Campionati Mondiali a squadre di Roma, dove la statunitense Erin Talcott sarà in gara insieme agli uomini nella 50 chilometri. I tempi di Ginko e Svensson portano difilato a un veloce viaggio nel tempo, sino alla profondità di un mezzo secolo o giù di lì: a Roma ’60 Don Thompson vinse in 4h25’, nel ’64 a Tokyo Abdon Pamich coronò il suo lungo inseguimento all’oro olimpico in 4h11’, nel ’68 l’altitudine di Mexico City obbligò Christoph Hohne a tenere una limitata andatura di crociera: 4h20’, con 10’ di vantaggio sul secondo. Le quattro ore, varcate per la prima volta nel ’65 dal sovietico Gennady Agapov, fecero il loro esordio nei fogli gara olimpici nel ’72: 3h56’ di Bernd Kannenberg.

Ora, con la prima volta ufficiale delle cinquantiste in una manifestazione di respiro mondiale, il cerchio è chiuso: a parte ostacoli (e siepi) più bassi e attrezzi più leggeri, le donne hanno avuto (finalmente) accesso all’intero programma che si svolge nello stadio e sulla strada. Il cammino è stato lungo, costellato di visioni arcaiche e stereotipi (sesso debole) prossimi al ridicolo: vale la pena ricordare che ai Giochi di Amsterdam 1928 alle ragazze venne consentito di gareggiare nei 100, negli 800, nella 4x100, nell’alto e nel disco. Le distanze lunghe avevano l’apparenza del continente proibito: prima volta dei 1500 ai Giochi nel 1972, prima volta dei 10.000 nel 1988, prima volta della maratona quattro anni prima, a Los Angeles. E i 400 avevano avuto via libera soltanto nel 1964! Nel 1980 la Iaaf organizzò a Sittard, Olanda, un aperitivo dei Mondiali in fase di gestazione: in palio i titoli iridati di 3000 e 400hs, gare non comprese ai Giochi di Mosca: vinsero la tedesca ovest Birgit Friedmann e la tedesca est Barbel Broschat, con tris Ddr.

Che la federazione internazionale fosse per una visione più ampia rispetto al Cio può essere attestato dall’esordio del salto con l’asta e del lancio del martello, nel ’99, un anno prima del battesimo olimpico. Nel caso dell’asta, con un’unica vincitrice, Stacy Dragila, una delle “pasionarie” della specialità. Il salto triplo aveva avuto via libera con un quadriennio di anticipo, e anche in questo caso con un’atleta in grado fare l’accoppiata Mondiali-Olimpiade: lnessa Kravets. Quel 15,50 sarebbe stato misura vincente in nove edizioni dei Giochi. Maschili.

Le donne sanno bruciare le tappe: se gli uomini hanno impiegato 114 anni per scavalcare, con l’aiuto di una pertica più o meno flessibile, i 5,00, a loro è stato sufficiente poco più di un quarto di secolo. La situazione è ancora più rilevante quando ci si affaccia sulle prove di lunga e lunghissima lena: Abebe Bikila vinse a Roma in 2h15:16, quarantatré anni dopo, Paula Radcliffe passò il traguardo di Londra in 2h15:25. Poco dopo il primo successo olimpico del meraviglioso etiope, l’incerto e nebuloso record femminile era di Merry Lepper con 3h37’07”. In quarant’anni, 82’ di progresso. Meraviglioso.

I 20 km di marcia sono un’altra eccellente cartina al tornasole: nell’81 l’australiana Sue Cook fu la prima a portarsi sotto l’1h40’. Ora si viaggia al ritmo di 1h25’, un paio di minuti in meno di quanto impiegò Peter Frenkel per diventare campione olimpico nel ’72 e più o meno attorno alla prestazione di Daniel Bautista quarant’anni fa a Montreal. Dopo esser state confinate in un mondo dannatamente piccolo, le donne si sono liberate e vanno di fretta.

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IL PROGRAMMA DI ROMA 2016 - Cinque le gare del programma, ciascuna delle quali decreterà il verdetto della classifica per team: sabato 7 maggio le due 10 km junior e le due 20 km senior, domenica 8 maggio la 50 km.  

sabato 7 maggio

ore 9:30

10 km junior donne

 

ore 10:35

10 km junior uomini

 

ore 16:00

Cerimonia di apertura

 

ore 16:30

20 km uomini

 

ore 18:15

20 km donne

domenica 8 maggio

ore 9:00

50 km 



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