Sandi e il club dei 5 metri

10 Settembre 2016

A Bruxelles, l'astista statunitense è entrata nel trio di donne che hanno valicato la soglia dell'eccellenza assoluta

di Giorgio Cimbrico

“Meno male che non l’ho fatto: così sono già piena di stimoli per l’anno prossimo”. Sandi Morris è un capolavoro di ambizioni senza limiti ed è anche una ragazza molto fortunata: “L’asticella l’ho toccata tre volte e mentre ricadevo sui sacconi, l’ho vista che cominciava a tremare. Ha continuato per un po’ mentre la gente urlava di gioia e di eccitazione e io tenevo le mani giunte. Mi dicevo: stai a vedere che finisce come a Rio: viene giù e sono fregata”. L’oro è stato perduto, l’ingresso in uno dei più esigui club della storia, no. Sandi Morris dell’Illinois è la terza della storia a volare oltre 5,00, 16 piedi e 5 pollici (lei è 1,73, 5 piedi e 8 pollici), nuovo record americano all’aperto. Undici anni fa, a Londra, la barriera era stata superata da Yelena Isinbayeva, che nella storia dell’atletica rimarrà come George Horine, Rosemarie Witschas-Ackermann, Sergei Bubka, i grandi rivoltosi contro la forza di gravità che tiene ancorati a terra.

Nell’ascensione di Sandi, benedetta dalla sorte come fu quella dell’olandese Rens Blom a Helsinki 2005, qualcuno vuol vedere un segno, una svolta, la nascita di nuova era. La terza donna decolla nel momento storico che segna l’uscita di scena di Yelena, 34 anni, esclusa dai Giochi, capace di parole durissime e feroci contro chi non ha ammesso la Russia ai Giochi. Non era ancora un’ex – quest’anno, dopo lunga assenza, 4,90 e tre assalti a 5,07 – e chissà se lo è diventata. Da Lena è ammesso aspettarsi di tutto ma c’è un tempo in cui anche le stelle diventano fredde.

Sandi è nata a Downers Grove, Illinois, vive a Fayetteville, Arkansas, è seguita da Bryan Compton, ma al suo “angolo” a Bruxelles c’era anche Jeff Hartwig, uno dei quattro americani ad aver valicato i 6 metri e in possesso di un hobby singolare: alleva rettili, soprattutto boa. Alla bionda saltatrice il Belgio porta bene: l’anno scorso, al meeting di Heusden-Zolder, aveva centrato il record personale all’aperto, portato a 4,76.

Il 2016 è stato percorso dalla corrente elettrica del progresso e della paura, della gioia e del dispetto: il 12 marzo, a Portland, vince i campionati americani portandosi a 4,95 ma cinque giorni dopo, stessa pedana, è seconda ai Mondiali, alle spalle di Jennifer Suhr, 4,90 a 4,85. All’inizio della stagione all’aperto va a Ostrava e ne esce con il volto contratto dal dolore: spezza l’asta, vola malamente al suolo, si infortuna seriamente a una mano e a un gomito. Si riprende in tempo per rimediare la selezione olimpica: seconda ai Trials di Eugene, 4,80 Suhr, 4,75 lei.

A Rio tocca a lei dare battaglia a Ekaterini Stefanidi, greca con lunga milizia in Arizona: stesso percorso, sino a 4,85, scavalcata alla seconda dall’una e dall’altra; 4,90 è pianeta proibito ma chi va più vicino è proprio Sandi. Per le medaglie diventa decisivo un 4,70, superato alla prima da Ekaterini, alla seconda da Sandi. Poi, Bruxelles, stadio Re Baldovino, il regno del mezzofondo. Chissà se si è accorta, a 4,94, di aver battuto il record del meeting, 4,93 di Yelena Isinbayeva. A quel punto aveva altre mire e qualche spiritello, appostato lassù, sui ritti, la amava.

Salto con l'asta: il club femminile dei 5 metri
5,06 WR Yelena Isinbayeva (RUS) - Zurigo 2009
5,05 Isinbayeva - Pechino 2008
5,04 Isinbayeva - Montecarlo 2008
5,03 isinbayeva - Roma 2008
5,03i Jennifer Suhr (USA) - Brockport 2016
5,02i Suhr - Albuquerque 2013
5,01 Isinbayeva - Helsinki 2005
5,01i Isinbayeva - Stoccolma 2012
5,00 Isinbayeva - Londra 2005
5,00i Isinbayeva - Donetsk 2009
5,00 Sandi Morris (USA) - Bruxelles 2016

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