Pamich anniversario d'oro

18 Ottobre 2013

Grande festa oggi a Roma, presso la sede FIDAL, per il campione olimpico della 50km a Tokyo 1964, accolto da tanti protagonisti di sempre della marcia azzurra

Il 18 ottobre del 1964, Abdon Pamich vinceva la 50km di marcia all'Olimpiade di Tokyo. L'immagine di lui che taglia il traguardo strappando con le mani il filo di lana è diventata la fotografia di quell'impresa. Proprio oggi, a 49 anni esatti da quel giorno, l'atletica italiana, presso la sede FIDAL a Roma, ha voluto celebrare Pamich che da poco (lo scorso 3 ottobre) ha compiuto 80 anni. "Per me marciare prima di tutto significava cercare di poter migliorare me stesso - ha esordito l'olimpionico azzurro che ha al suo attivo anche due titoli europei conquistati nel 1962 e nel 1966 -. Innalzare i propri limiti è molto più importante che vincere, perchè ogni risultato è solo un punto di partenza. Non posso che essere grato a questo sport perchè mi ha permesso di fare quello che più mi piaceva. A distanza di anni mi impressiona la riconoscenza che ancora tante persone mi dimostrano per quello che ho fatto. La gara più bella? Al di là dell'oro olimpico a Tokyo, mi ricordo una vittoria entusiasmante quanto inaspettata a Podebrady. Fu una grande emozione come quella che sento oggi. Sono contento che mi abbiate festeggiato, spero - aggiunge, scherzando - che non sia un addio!". Da qui è scattato un fiume di ricordi e di aneddoti impreziositi dal coinvolgente racconto del giornalista Vanni Loriga. Dagli esordi di un giovanissimo Abdon che a Fiume, nella palestra di zio Cesare, si era innamorato del pugilato per poi scoprire la marcia grazie al tecnico Giovanni Malaspina. Pamich ne parla così: "Non era un uomo di grande cultura, ma era intelligente e soprattutto possedeva il senso della misura". E poi il 19 novembre del 1961, ovvero il giorno del suo primato mondiale sui 50km in pista (125 giri chiusi in 4h14:02.4) in un affollatissimo Stadio Olimpico prima della partita di calcio Roma-Torino.   

A fare gli onori di casa nel prestigioso salone intitolato al discobolo Adolfo Consolini è stato il presidente FIDAL, Alfio Giomi che ha spiegato il significato di questa giornata: "Mi piace ribadire come non possa esserci futuro senza conoscenza e riconoscenza nei confronti del passato. La cerimonia di oggi non è solo un atto dovuto, ma un momento importante perchè avere consapevolezza di quello che grandi atleti come Pamich hanno fatto nella storia dell'atletica deve essere motivo di orgoglio e di rispetto per tutto il nostro sport". "Oggi è un'occasione unica e irripetibile - le parole del Segretario Generale del CONI Roberto Fabbricini affiancato dal suo vice Carlo Mornati - Chi porta nel cuore l'atletica non può non avere con sè anche quello che ha rappresentato Abdon Pamich, non solo per il grande marciatore che è stato, ma anche per la dirittura morale e il suo modo di comportarsi. Oggi taglia un grande traguardo come tanti ne ha tagliati da atleta, lo fa da uomo che tanto ha dato allo sport italiano".     

"Festeggiare Pamich - ha dichiarato Maurizio Damilano, olimpionico della 20km a Mosca 1980 e che a Tokyo nel 1991 ha conquistato il suo secondo titolo mondiale - significa ripercorrere la storia di una disciplina che non è fatta solo di vittorie e medaglie, ma soprattutto di persone che fanno in modo le che la radici siano salde e ben piantate nel terreno. E' passato del tempo, ma nessuno di noi ha mai smesso di sentirsi un marciatore, con la forte consapevolezza di appartenere ad una grande famiglia. Amicizia, condivisione, solidarietà e rispetto sono valori che ci appartengono ed essere qui in così tanti lo testimonia. Oggi è una festa di tutto nel mondo della marcia nella quale ci piace ricordare altri due indimenticabili campioni come Ugo Frigerio e Pino Dordoni". E infatti oggi a Roma la famiglia della marcia era ben rappresentata. A festeggiare Pamich c'erano Sandro Bellucci (bronzo olimpico della 50km a Los Angeles 1984), Giuliana Salce, Sandro Damilano, Vittorio Visini, Isabella Dordoni (figlia di Giuseppe, l'indimenticabile cinquantista olimpionico ad Helsinki 1952), Carlo Mattioli, Domenico Carpentieri, Paolo Gregucci e Nicola De Vito. Senza dimenticare i generali Giampiero Casciotti e Roberto Roberti, insieme all'ex DT azzurro Enzo Rossi. Presenti anche il ventista azzurro Giorgio Rubino accompagnato dalla marciatrice cinese Hong Liu che è stata medaglia di bronzo ai recenti Mondiali di Mosca.



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