Mondiali: Kipyegon, una volata che vale oro

07 Agosto 2017

L'olimpionica keniana conquista il titolo iridato dei 1500. A Londra conferme degli ori olimpici Omar McLeod (110hs) e Anita Wlodarczyk (martello). La triplista Rojas porta il primo oro mondiale della storia al Venezuela.

di Marco Buccellato

Nella quarta giornata dei Campionati del Mondo di Londra quattro finali regalano grandi emozioni. Faith Kipyegon replica sui 1500 metri l'oro olimpico di Rio in 4:02.59 al termine di una gara memorabile che premia anche la statunitense Jenny Simpson (4:02.76) e la sudafricana Caster Semenya (4:02.90), che beffa di sette centesimi la scozzese Muir. Anche per il giamaicano Omar McLeod, oro nei 110 ostacoli in 13.04 (0.0) risuona l'eco dell'oro conquistato a Rio un anno fa. L'argento è del campione uscente Sergey Shubenkov (13.14), il bronzo a sorpresa va all'ungherese Balasz Baji in 13.28. Nel triplo sorpassi e controsorpassi tra Yulimar Rojas e Caterine Ibargüen: ha la meglio la venezuelana Rojas con 14,91 (0.4) per due centimetri sulla Ibargüen (14.89/0.9). Bronzo alla kazaka Rypakova (14.77/0.9). Nel martello oro alla primatista del mondo e olimpionica Anita Wlodarczyk con 77,90 davanti alla cinese Wang Zheng (75,98) e all'altra polacca Malwina Kopron (74,76).

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LA CRONACA DELLE GARE

KIPYEGON, ORO IN UN 1500 FOLLE - Ancora lei, Faith Chepngetich Kipyegon, come a Rio, ma il thrilling della finale di Londra sarà ricordato a lungo. Gara bellissima, lanciata su ritmo blando e tattico fino agli 800 metri, poi animata dall'iniziativa dell'olandese Sifan Hassan, candidata alla vittoria, che alza il ritmo sfilando il gruppo delle atlete, fino allora tutte in pochi metri.

La Kipyegon si accoda e la seguono la britannica Muir, speranza del pubblico londinese, la statunitese Simpson e Caster Semenya, alle quali i primi due giri hanno dato fiato per la volata finale. La gara si decide all'uscita dell'ultima curva: la kenyana Kipyegon si invola verso il traguardo, la Hassan cede al ritorno della scozzese Muir, beffata negli ultimi cinque metri dal ritorno prepotente di Jenny Simpson all'interno e da quello di Caster Semenya all'esterno. L'oro è della Kipyegon, il primo del Kenya nei 1500 donne ai campionati del mondo, in 4:02.59, la Simpson (4:02.76) prende un altro argento dopo quello di Mosca e l'oro di Daegu, la Semenya è di bronzo, prima medaglia del Sud Africa sui 1500 iridati, allungandosi sul traguardo in 4:02.90, Laura Muir resta eretta e perde la medaglia per sette centesimi in 4:02.97. Grandi sconfitte, Sifan Hassan, crollata negli ultimi trenta metri e soltanto quinta, e Genzebe Dibaba, ultima in 4:06.72.

McLEOD, BIS DI RIO, MA CHE EUROPA! - Il favorito Omar McLeod vince, stravince in 13.04 (vento nullo) e porta alla Giamaica il primo oro nel medagliere dei campionati del mondo, colmando il tassello lasciato vuoto da Usain Bolt e Elaine Thompson siu 100 metri. per il campione olimpico di Rio un testa a testa con il bravissimo Sergey Shubenkov, campione del mondo uscente e a Londra presente come ANA, authorized neutral athlete, battuto solo negli ultimi venti metri (13.14). La sorpresa è alle loro spalle, dove emerge la tecnica e la condizione perfetta di Balasz Baji, ungherese vice-campione europeo a Amsterdam, terzo in 13.28 per la prima medaglia magiara sui 110 ostacoli nella storia dei campionati del mondo. Giù dal podio ancora Europa col francese Darien, quarto in 13.30, poi Aries Merritt (13.31). Solo settimo l'argento di Rio Orlando Ortega in 13.37. Dopo l'arrivo, McLeod si scioglie in lacrime tra le braccia della sua prima tifosa, con addosso una t-shirt raffigurante lui, per un'altra scena bellissima regalata dal mondiale.

ROJAS ORO, VENEZUELA IN FESTA - Il team sudamericano ci ha preso gusto, e dopo la prima medaglia nella storia del mondiale (il bronzo della Peinado nell'asta) oggi fa il colpo grosso con la gambe smisurate di Yulimar Rojas, fenomeno di stanza a Madrid sotto le cure di Ivan Pedroso, uno che di titoli mondiali se ne intende. Gara bellissima, vissuta come da previsioni sul duello latino tra la Rojas e la colombiana Caterine Ibargüen, due titoli mondiali in sequenza e l'oro di Rio. Pungolate anche dalla bravissima kazaka Rypakova (olimpionica a Londra 2012), le due atlete si sono date battaglia cno continui sorpassi. Ibargüen in testa con 14,67, Rojas 14,82 a replicare, Ibargüen di nuovo avanti con 14,89 (0.9), match-point della Rojas al quinto turno con 14,91 (0.4), brivido finale con la Ibargüen che plana a 14,88 e cede il titolo alla venezuelana. La Rypakova si allinea con un 14,77 (0.9) di gran spessore.

Mezzo metro dietro, c'è il resto del mondo.

WLODARCYZK, MARTELLO D'ORO COL BRIVIDO - Dopo un primo lancio di 70,45 e un nullo, la primatista del mondo Anita Wlodarczyk ha dovuto ricorrere al non preventivato "piano B". Restare in corsa per i lanci di finale. Incredibile immaginarlo come reale, ma il 71,94 del terzo lancio l'ha messa al riparo da spiacevoli sorprese (poi non arrivate, la nona non ha fatto meglio di 70,04). Il letargo della polacca è terminato nel lancio successivo, quando ha rimesso la classifica nella sua logica con un lancio di 77,39, seguito dal successivo di 77,90, miglior misura di giornata. L'argento è della cinese Wang Zheng, la più regolare tra le dodici, con 75,98, misura dell'ultimo dei sei lanci a disposizione nell'ipotesi remota di arrivare a un clamoroso oro. Sul podio, col bronzo, l'altra polacca Malwina Kopron con 74,76, appena 23 centimetri davanti all'altra cinese Zhang Wenxiu, che aspirava all'ottavo podio sull'asse mondiali-olimpiadi. Per la Wlodarczyk è il terzo titolo mondiale dopo quelli di Berlino e Pechino.

400 DONNE, SEMIFINALI - Si prospetta una finale emozionante e per nulla scontata, dove al via saranno ben sei delle otto finaliste di due anni fa a Pechino. Imperiosa Shaunae Miller-Uibo nella prima semifinale, vinta in 50.36 dopo aver smesso di spingere dopo 250 metri (sulla giamaicana McPherson, seconda in 50.56), a passeggio Allyson Felix nella seconda (50.12), lasciatasi superare sul traguardo dalla formidabile 19enne del Bahrain Salwa Eid Nasser, iridata allievi due anni fa, capace di imporsi in 50.08 (ancora record nazionale dopo il 50.57 della batteria) con un rettilineo che ha messo alla frusta le giamaicane Williams-Mills e Jackson, poi ripescate con 50.67 e 50.70. Nella terza, la statunitese Francis (50.37) e la zambiana Mupopo (50.60) centrano la finale. Prima delle escluse dalla finale, per un centesimo, la statunitense Hayes, che ha pregiudicato la gara con i primi duecento metri al rallentatore. Europa non pervenuta: tutte eliminate le sei rappresentanti del vecchio continente che avevano superato le batterie.
 
TRIPLO UOMINI, QUALIFICAZIONI - La misura per l'ammissione alla finale (17 metri) è centrata da tre atleti, l'olimpionico Christian Taylor (17,15/0.3), il cubano Napoles (17,06/-0.4) e l'altro americano Chris Benard, più bravo di tutti con 17,20/0.2, prestazione inficiata di una decina di centimetri a causa del gomito sinistro affondato nella sabbia. Ripescato l'altro statunitense Will Claye (16,95) e il campione europeo indoor di Belgrado Nelson Evora (16,94). Si entra in finale con 16,66, misura modesta. Tra gli esclusi, i francesi Compaoré e Raffin e i due protagonisti dell'Europeo under 23, l'azero Babayev e il finlandese Lipsanen. Il tedesco Max Hess non si è presentato in pedana. Curiosità singolare: in finale saranno presenti cinque cubani, tre con la divisa nazionale (Napoles, Diaz e Martinez) e due trasferitisi in altri lidi: Copello (Azerbaijian) e Duranona (Dominica).

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