L'era di Sebastian Coe

19 Agosto 2015

L'ex mezzofondista britannico nuovo Presidente della IAAF: "L'atletica sport numero uno mondiale". Un posto nel Council per Anna Riccardi, eletti anche Damilano (chairman del Comitato Marcia) e Verrascina (Tecnico)

di Marco Sicari

L'atletica volta pagina, ed entra nell'era di Sebastian Coe. L'olimpionico britannico, una delle icone sportive del XX secolo, è il nuovo presidente della IAAF, eletto a Pechino, all’alba italiana, nel corso della seconda giornata del Congresso IAAF. Battuto, ma non travolto, Sergey Bubka (115-92), che si consola con il titolo di primo vicepresidente consegnatogli dall’assemblea dell’atletica mondiale. Confermato dunque il “ticket” (Coe alla presidenza, Bubka suo vice) promosso da tanti paesi, Italia compresa, che porta dunque le due ex star dello stadio sui due gradini più alti della gerarchia politica. Sullo scenario olimpico, l’atletica si presenterà con due dei volti più noti, ma soprattutto con un piglio diverso, rispetto a quello, inevitabilmente dimesso, degli ultimi anni di mandato di Lamine Diack, l’anziano presidente senegalese che lascia il passo all’ex mezzofondista UK. “E’ un giorno straordinario per me – le parole Coe, spossato dalla lunga contesa elettorale – ma devo essere sincero, non ho avuto nemmeno il tempo di pensare. Sono però convinto che l’atletica sia forte, il numero uno degli sport mondiali, un vero global sport, diffuso ovunque nel mondo, e con un calendario che abbraccia tutto l’arco dell’anno. Lavorerò per rendere le sue solide fondamenta ancora più forti, e sarò un presidente devoto, dedito al suo lavoro a tempo pieno. Le priorità? Sono tante, ma certo a mio modo di vedere dovremo impegnarci per trovare il modo migliore di tenere legate a noi le giovani generazioni, realizzando un’atletica che sia più vicina ai loro gusti e al modo di pensare. In altre parole, più attrattiva. Convinti che l’atletica sia il nostro prodotto, ma che il business (il contesto) sia quello più vasto dell’entertainment”. Un britannico torna presidente della IAAF, a quasi 40 anni da Lord Burghley: "Lui fu come me presidente del Comitato Olimpico Britannico e della IAAF, è un pensiero che mi rende felice".

Parole nette sul doping: “E’ un problema generale dello sport, esiste e va riconosciuto. Personalmente, credo nelle parole Zero tolerance, tolleranza zero; per combattere questa battaglia, sono convinto che la IAAF debba procedere lungo la strada della creazione di un organismo indipendente, e non perché il lavoro della nostra struttura a Monaco non sia qualitativamente significativo, ma perché tutto, nello sport, si basa sulla fiducia, e questo è ciò di cui abbiamo bisogno. Gatlin? L’ho già detto, ha diritto di correre, è eleggibile, merita rispetto ”. Inevitabile, per un atleta con il passato di Coe, un confronto tra la vittoria sul campo e quella in una competizione politica: “In entrambi i casi, la vittoria ti fa dire: I did it! (ce l'ho fatta), e ti porta poi a ringraziare la squadra che ha lavorato con te. Da atleta, pensavo a mio padre, al team; oggi allo staff che mi ha sorretto e che con me, da Natale scorso, ha percorso oltre 700.000km! Girare per il mondo mi ha aiutato a capire ancora meglio l’atletica, le sue necessità. Con il nuovo Consiglio, che ritengo di grande qualità, ci impegneremo per la crescita”. Carismatico, ironico, ma anche abile a dribblare le domande più scivolose: "Il mio rapporto di consulenza con la Nike? Da presidente del COL di Londra, abbiamo avuto come sponsor...l'Adidas. La stessa casa che sponsorizza il Comitato Olimpico britannico, che presiedo...Ad ogni modo, Dentsu è il partner commerciale della IAAF, lavoreremo insieme per il bene della IAAF".

Gli italiani: Anna Riccardi nel Council
En-plein sfumato solo alla fine, per i candidati italiani tra Council e Committees. Dei quattro in corsa, non ce l’ha fatta solo Massimo Magnani, il DTO azzurro, che puntava alla conferma nella struttura del cross country. Fatale il secondo giro di voto, dopo che nel primo era risultato primo dei non eletti. Disco verde per Anna Riccardi, confermatissima (151 preferenze, terza in graduatoria, a dimostrazione di un consenso quasi globale) nella quota donne del Council. L’Italia potrà vantare la sua presenza nel Consiglio di Sebastian Coe, l'orgsanismo che sarà chiamato alla riscrittura del futuro della disciplina. Si è tradotto in un posto nel Comitato Tecnico, l’ampio credito internazionale guadagnato in questi anni da Luca Verrascina, il fiduciario nazionale del GGG, da oggi anche componente di quello che può essere considerato lo “scrigno delle regole” dell’atletica. Conferma per acclamazione alla guida del Comitato della marcia per Maurizio Damilano, l’oro olimpico di Mosca 1980, sempre più leader di una specialità chiamata, a breve, a scelte di profondo spessore.

Giomi: Coe una straordinaria occasione per l'atletica
Soddisfazione da parte del presidente federale Alfio Giomi: "Quella offerta dall'elezione di Sebastian Coe - le parole di Giomi - è una straordinaria occasione per l'atletica leggera: ha le qualità per portare il nostro sport nel futuro, ed è per questo che già a suo tempo avevamo scelto di sostenerlo pubblicamente. In coppia con Sergey Bubka, metteranno a disposizione di tutti una enorme energia. Sono felice anche dei risultati ottenuti dai nostri candidati: è la conferma della solidità della nostra posizione a livello internazionale".

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