EYOF: Italia 8 volte sul podio

29 Luglio 2017

A Gyor (Ungheria), gli azzurri chiudono con 1 oro, 2 argenti e 5 bronzi, per eguagliare il record di medaglie. Nell’ultima giornata, terzo posto del 15enne triplista Favro (14.51).

di Raul Leoni

L’ottava medaglia azzurra nel Festival olimpico della gioventù europea a Gyor, in Ungheria, porta la firma di Davide Favro, triplista ancora cadetto che salva un bronzo strameritato all’ultimo salto utile (14.51/-0.6). Con l’oro della discobola Diletta Fortuna, i due argenti e i cinque bronzi conquistati, la spedizione italiana raddoppia il bottino della precedente edizione di Tbilisi 2015: e il numero dei metalli eguaglia il miglior risultato di sempre, quello dell’edizione di Trabzon 2011 (ma con 2/O, 3/A, 3/B). Dei 23 ragazzi in gara (il quattrocentista Rossi non ha corso per infortunio), ben 18 portano a casa un piazzamento in finale (19 volte tra i primi otto, con Carmelo Musci due volte sul podio): quasi tutti mandano in archivio risultati da record personale o comunque in linea con le loro migliori prestazioni. Una rara dimostrazione di compattezza, nell'impianto che tra un anno ospiterà la seconda edizione degli Europei U18 (5/8 luglio 2018).

Un bronzo all’ultimo respiro: lo conquista Davide Favro, cadetto di Santhià che sul terzo gradino del podio succede nientemeno che ad Andrea Dallavalle (medagliato due anni fa a Tbilisi). In zona medaglia praticamente per l’intera gara, l’ultimo balzo dello spagnolo Hector Luna (14.39) gli aveva soffiato il terzo posto per tre centimetri: appello alla tribuna, rincorsa calibrata e ne esce un 14.51 (-0.6) che rappresenta il suo secondo miglior salto di sempre. Ci vogliono le gambe e anche altri attributi, in situazioni del genere: il ragazzo seguito a Chivasso da Marco Airale ha dimostrato di averli. Irraggiungibile il turco Batuhan Cakir (14.94 ventoso, +3.3), unico in pedana con un personale oltre i 15 metri, argento al bielorusso Siarhei Dziambitski (14.77/+3.6 subito al primo turno).

Gara coraggiosa per Carmelo Cannizzaro sui 2000 siepi: quando il finlandese Eemil Helander la mette giù dura è proprio il ragazzo di Modica, seguito da Salvo Pisana nel gruppo di Giuseppe Gerratana, che si muove per ricucire lo strappo. Poi è il portoghese Etson Mendes Barros - unico alla partenza con un PB sotto i sei minuti - a prendere l’iniziativa con il francese Axel Fournival e il solito Helander: a quel punto l’azzurro perde qualche metro e non è più in grado di recuperare, quarto (6:08.34), mentre il terzetto di battistrada finisce nell’ordine (oro Barros, 5:58.24).

Non è bastato a Rebecca Pavan migliorarsi in finale (1.77) per centrare una medaglia: e d’altronde il line-up delle concorrenti non autorizzava sogni di gloria. Tra la qualificazione e la gara di oggi, il primo errore della veronese di origini nigeriane è stato protocollato proprio alla quota del nuovo personale (prima dei tentativi falliti a 1.80, buono soprattutto il secondo): ma l’ucraina Yaroslava Mahuicikh si è presentata con un accredito da 1.90 e la russa Yelena Kulichenko, sua antagonista in pedana, vantava 1.85. A conti fatti il quinto posto di Rebecca è un piazzamento che lascerà soddisfatto il tecnico Enrico Lazzarin che la segue a Mestre.

E gran bella finale anche per Sophia Favalli, settima col nuovo PB alleggerito di un paio di secondi (4:31.42): concentrata, presente, determinata contro avversarie con credenziali di partenza notevolmente più solide. A cominciare dall’irlandese Sarah Healy, più di una spanna superiore a tutte le altre: con l’oro e il personale (4:19.85, mica poco), trascina le compagne d’avventure a robusti miglioramenti. Compresa l’azzurra allenata dal papà Martino.

L’ultimo piazzamento italiano all’Olimpiai Sportpark di Gyor è della giavellottista Federica Botter, ottava (48.38) in una finale decisa solo all’ultimo lancio: a dir la verità sembrava tutto già cristallizzato dopo i primi tre lanci, perché nessuna delle finaliste sembrava in grado di migliorarsi. Ed invece, proprio al sesto turno, è arrivata la zampata di Julia Valtanen: la finlandese – come ti sbagli – azzecca la spallata del personale da 58.11, imitata pochi secondi dopo dalla turca Munevver Hanci (55.25), tanto che la norvegese Kaja Morch Pettersen – in testa fino a quel momento – si è dovuta accontentare del bronzo.

I PIAZZAMENTI DEGLI AZZURRI
ORO (1): Diletta Fortuna (disco)
ARGENTO (2): Giuseppe Filpi (110hs), Carmelo Musci (peso)
BRONZO (5): Enrico Sancin (100m), Ivan De Angelis (asta), Assia El Maazi (2000st), Carmelo Musci (disco), Davide Favro (triplo)
QUARTO (1): Carmelo Cannizzaro (2000st)
QUINTO (3): Sara Zuccaro (martello), Francesco Guerra (3000m), Rebecca Pavan (alto)
SESTO (3): Veronica Crida (lungo), Noemi Cavalleri (200m), Michele Bertoldo (400hs)
SETTIMO (1): Sophia Favalli (1500m)
OTTAVO (1): Federica Botter (giavellotto)
FINALISTI NP (2): Lorenzo Benati (200m), Emma Silvestri (400hs)

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