Stecchi record 5,82, Jacobs secondo in 6.57

15 Febbraio 2023

A Liévin l’astista eguaglia il mito Gibilisco, suo allenatore, con il primato italiano indoor dopo 19 anni. Marcell battuto nei 60 dal keniano Omanyala (6.54). Battocletti 8:45.32 nei 3000, si conferma Federico Riva. Girma mondiale: 7:23.81

di Nazareno Orlandi

Che impresa, per Claudio Stecchi, uno di quegli atleti che non contemplano la parola ‘mollare’. L’astista azzurro salta 5,82 a Liévin ed eguaglia dopo 19 anni il record italiano indoor della leggenda Giuseppe Gibilisco, suo allenatore, impazzito di gioia in tribuna nella tappa Gold del World Indoor Tour in Francia. Stecchi è secondo, battuto soltanto dal marziano svedese Armand Duplantis (6,01), e centra la qualificazione per gli Europei indoor di Istanbul (2-5 marzo). Nei 60 metri è secondo il campione olimpico Marcell Jacobs con lo stesso tempo del debutto di Lodz: anche stasera 6.57 (dopo il 6.64 della batteria) e vittoria che va al keniano Ferdinand Omanyala con 6.54. Il campione del mondo indoor tornerà in gara domenica agli Assoluti di Ancona. Buona prova per Nadia Battocletti nei 3000 metri: sesta con 8.45.32, standard per gli Euroindoor. Ancora performante nei 1500 Federico Riva, settimo con 3:37.74. Il risultato-copertina del meeting è lo stratosferico record del mondo dei 3000 indoor del siepista etiope Lamecha Girma: 7:23.81 per frantumare dopo 25 anni il primato del keniano Daniel Komen (7:24.90).

STECCHI NELLA STORIA - Per Claudio Stecchi è una serata magica: record italiano indoor dell’asta, eguagliata con 5,82 (alla prima prova) la misura del suo allenatore e mito azzurro Giuseppe Gibilisco dopo 19 anni esatti (15-2-2004 a Donetsk). È lo standard per gli Euroindoor di Istanbul che ora lo attendono dal 2 al 5 marzo. Il fiorentino delle Fiamme Gialle pareggia anche il primato personale all’aperto che aveva realizzato a Chiari in un evento in piazza nel settembre del 2020. È un risultato atteso per anni, finalmente ottenuto, dopo una stagione, la scorsa, totalmente senza gare, fermo ai box per recuperare dai guai fisici che lo hanno tempestato. Ritrovata la forma migliore il finalista mondiale di Doha 2019 si ripresenta ad altissimi livelli, nel palcoscenico dell’asta dominato da Mondo Duplantis. Dopo il 5,55 di Sabadell, il 5,70 di Lodz e il 5,72 di Torun, in Francia è impeccabile, non sbaglia mai a 5,44, 5,64, 5,73 e poi a 5,82, la misura che cercava con tutte le sue forze per qualificarsi alla rassegna continentale in Turchia. E la gioia è tutta sua e di coach Gibilisco che nella veste di tecnico è stato il primo sostenitore di questo record. Il campione del mondo di Parigi 2003, bronzo alle Olimpiadi di Atene 2004, esplode nell’urlo più potente quando Stecchi piazza la misura tanto aspettata. Poi, nell’ideale braccio di ferro tra Claudio e Beppe, c’è spazio anche per tre tentativi (mancati) al record italiano assoluto, posizionando l’asticella a 5,91, un centimetro in più di quanto saltò ‘Gibi’ vent’anni fa nell’indimenticabile notte di Saint-Denis. Stecchi è secondo, battuto soltanto da Duplantis, oggi ad un ‘normale’, per lui, 6,01, prima di abbandonare la gara e rinunciare all’assalto al primato del mondo. Sei metri: il sogno di tutti gli astisti. Quel sogno che stasera è un po’ meno irraggiungibile anche per l’Italia. 

“IL MIO GRAZIE A GIBILISCO” - “Non ho parole - sospira Stecchi - dopo un anno e mezzo senza gare (da Tokyo, luglio 2021, ndr) potevamo anche accontentarci di finire le indoor a 5,50 e di pensare alla stagione all’aperto. E invece, gara dopo gara, abbiamo capito che si poteva salire, e di tanto. Il 5,72 di Torun mi ha dato le sicurezze che mi servivano. E oggi, quando ho saltato 5,73 alla prima, ho capito che sarebbe arrivato il record. Gibi? L’ho visto esultare in tribuna, ho sentito il suo urlo, la sua voce. Ci siamo abbracciati e non c’era tanto da dire, soltanto un ‘grazie’: entrambi sappiamo tutte le difficoltà che abbiamo affrontato in questi ultimi due anni”. A partire dall’operazione del novembre 2021 per un’ernia inguinale, e proseguendo con i problemi accusati ad entrambi i tendini d’Achille nei primi mesi del 2022. “Abbiamo ripreso ad allenarci soltanto nel settembre dello scorso anno - continua il 31enne - prima a Siracusa e poi a Castelporziano (Roma, ndr). Non ho mai pensato di smettere ma certamente uno stop così lungo non aiuta. Quindi ho capito che, ricominciando, dovevo cambiare qualcosa. E abbiamo modificato la tecnica di rincorsa: prima partivo da fermo, ho saltato così dai 15 ai 30 anni, e invece abbiamo introdotto un pre-avvio. I risultati per ora ci danno ragione”. 

SOLO DUPLANTIS MEGLIO - Stasera per la prima volta il saltatore azzurro ha sfidato quota 5,91, misura mai provata in precedenza: “Peccato per quel terzo tentativo, ero sopra l’asticella di qualche centimetro e ci sono ricascato sopra, mi è mancato soltanto un po’ di dinamismo. Certamente ci riproverò. Non agli Assoluti indoor di domenica ad Ancona ai quali a questo punto rinuncio, sicuramente agli Euroindoor di Istanbul”. È un secondo posto di prestigio nella tappa Gold del World Indoor Tour, massimo circuito mondiale: “Duplantis è imbattibile - aggiunge Stecchi - ma che soddisfazione essere secondo e aver superato i più forti del momento, tutta gente che macina gare da anni”. Nell’ordine: l’australiano Kurtis Marschall, lo statunitense Jacob Wooten, l’altro Usa Chris Nilsen, tutti a 5,82 ma non alla prima prova a differenza dell’azzurro. E anche il filippino Ernest Obiena, 5,91 in stagione, oggi soltanto decimo con 5,64. “Mi dà tanta fiducia e felicità.

I sei metri? Sì, adesso sono un po’ meno lontani…”.

PARLA BEPPE: “SUPERATI DUE ANNI DI TUNNEL” - “Non era scontato che sarebbe tornato a saltare dopo due anni di tunnel, di buio totale - le parole di Giuseppe Gibilisco, coach di Stecchi dall’autunno del 2019, ritratto della felicità - Io, per quello che posso aiutarlo, ci metto l’anima per cercare di fargli esprimere il 120% di quello che può dare. Unendo le forze stiamo riuscendo a riemergere. Oggi è una bella serata, ci restituisce grande fiducia ed energia. Ho la voce rauca perché ho urlato come un matto. Sono veramente contento. E penso che Claudio nelle gambe abbia qualcosina in più. Ora pensiamo agli Europei per premere ancora sull’acceleratore”.

JACOBS: “SI IMPARA DALLE SCONFITTE” -  Sui 60 metri non perdeva da due anni: l’ultima volta era accaduto il 12 febbraio 2021 a Lodz. Da allora, se si fa eccezione per la falsa partenza del meeting di Belgrado 2022, sono arrivate venti vittorie consecutive tra batterie e finali, compreso il primo turno di stasera (in 6.64). In finale però Marcell Jacobs (Fiamme Oro) deve cedere al keniano Ferdinand Omanyala che gli resta davanti con il tempo di 6.54, tre centesimi meglio del suo 6.57, stesso crono del debutto di undici giorni fa a Lodz. Il campione olimpico di Tokyo non riesce a sprigionare tutti i cavalli del suo motore nella fase lanciata e deve accontentarsi della seconda piazza, davanti all’ivoriano Arthur Cissé (6.59), allo slovacco Jan Volko (6.66), all’estone Karl Eric Nazarov (6.69). Domenica, in chiave Europei indoor di Istanbul, c’è subito l’opportunità di ingranare la marcia agli Assoluti di Ancona. “Si impara anche dalle sconfitte, non è la prima volta. Da domani mi rimetto a testa bassa a lavorare sulle cose che vanno corrette, come del resto ho fatto finora. Voglio affrontare al meglio i prossimi appuntamenti. Complimenti a Omanyala, ci incontreremo di nuovo…”, il commento di Jacobs diffuso dopo la gara dal suo staff.

BATTOCLETTI PER ISTANBUL: “NON HO VOLUTO STRAFARE” - Nei 3000 l’azzurra Nadia Battocletti centra lo standard per gli Euroindoor di Istanbul: sesto posto con 8:45.32 nella gara vinta dall’etiope Diribe Welteji (8:34.84), un tempo inferiore rispetto all’8:48 richiesto per volare in Turchia. La trentina delle Fiamme Azzurre fa gara nel terzo gruppetto di atlete africane, all’inseguimento degli altri due tandem: il primo composto da Welteji e dalla campionessa del mondo indoor Lemlem Hailu (8:35.15), il secondo formato da Mizam Alem (8:39.03) e dall’ugandese Sarah Chelangat (8:41.16). La primatista italiana battaglia nel finale con Ayal Dagnachew (quinta in 8:45.24) e batte le altre etiopi Mekides Alemshet (8:46.70) e Zerfe Wondemagegn (8:46.98). Un pronto riscatto dopo il ritiro di sabato scorso a Metz a causa di una caduta a ottocento metri dal termine. “Dopo quello che è successo sabato, stasera correvo soltanto per fare lo standard - le parole di Battocletti - infatti per i primi 1800 metri sono stata in ritmo da 8:48. Poi ho iniziato a mettermi avanti nel gruppetto ma non ho voluto strafare, ho pensato a evitare cadute o inconvenienti. Era la mia ultima chance per qualificarmi: obiettivo raggiunto. Ora farò un paio di test prima di Istanbul, vedremo se in gara o in allenamento”.

GLI ALTRI AZZURRI - Nei 1500 metri è sempre più costante il rendimento di Federico Riva: il mezzofondista delle Fiamme Gialle per la terza volta consecutiva corre un 3:37 (oggi 3:37.74), non lontano dal record italiano indoor (3:37.29 Meslek 2022) ed è settimo sul set del norvegese Jakob Ingebrigtsen (3:32.38). Quinto posto negli 800 per Catalin Tecuceanu (Silca Ultralite Vittorio Veneto, presto in Fiamme Oro) che parte forte nel primo giro, frequentando le posizioni di testa, e poi viene risucchiato nella pancia del gruppo. Chiude in 1:48.28 a più di un secondo dal primato personale della scorsa settimana a Metz (1:47.22), mentre il successo va al francese Benjamin Robert con 1:46.78. Quinta nel triplo Dariya Derkach (Aeronautica) con 13,95, migliore prestazione mondiale dell’anno per la cubana Liadagmis Povea (14,81). È ottava invece Elena Bellò (Fiamme Azzurre) che soffre nel finale e termina la prova in 2:03.00, nella serata di fuoco della britannica Keely Hodgkinson alla migliore prestazione mondiale dell’anno con 1:57.71. Nell’asta non c’è gloria al femminile: la primatista italiana Roberta Bruni (Carabinieri) supera 4,30 e poi commette tre errori a 4,45 (nona), nella serata del 4,83 (miglior risultato al mondo della stagione) per la statunitense Katie Moon (Nageotte).

GIRMA SHOW - Sembrava imbattibile il record di Daniel Komen, tra i più longevi dell’attività al coperto. Crolla invece sotto i colpi di Lamecha Girma, l’etiope specialista delle siepi che prima di stasera era conosciuto soprattutto per l’abitudine all’argento: Doha, Tokyo, Belgrado, Eugene, sempre secondo. È il suo momento, l’ora del 22enne etiope che prende a spallate il 7:24.90 realizzato dl keniano a Budapest nel 1998, sgretolato a Liévin con 7:23.81 su una pista sempre più sacra per il mezzofondo (qui anche i primati dei 1500 nei due anni passati). Girma trascina Mohamed Katir, spagnolo, a un altrettanto sensazionale record europeo di 7:24.68, a sua volta sotto il precedente limite di Komen. Vittorie, ma senza esagerare (rispetto ai loro standard) per il norvegese Karsten Warholm (45.51) e l’olandese Femke Bol (50.20) nei 400 metri. World lead, oltre a quelli già citati, nei 1500 metri al femminile in virtù del 3:57.47 di Gudaf Tsegay (Etiopia) e nel lungo con Miltiadis Tentoglou (Grecia) che si spinge fino a 8,41. L’americano Grant Holloway domina i 60hs in 7.39. Fuochi d’artificio, bastano?

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