Internazionale, maratone da territori lontani



Il sommario di questa settimana si apre con un doloroso cenno alla vicenda di Victor Conte e della sua Balco, e alle nuove accuse ai danni della pluriolimpionica Marion Jones e sul suo compagno Tim Montgomery. Le tappe della vicenda, da Kelli White alla scoperta del THG, dalle prime audizioni del Grand Jury alle positività e successive squalifiche di alcuni atleti, fino alle dichiarazioni al vetriolo di C.J.Hunter verso l'ex-moglie Marion Jones, sono note. Vedremo cosa questa storia ci riserverà nei prossimi giorni. Fukuoka fa cinquantotto Tante sono le edizioni della annuale maratona dicembrina che chiude di fatto la stagione, ogni anno. Oltre che di lunga tradizione, la corsa giapponese è prestigiosa, molto sentita e seguita anche da giornalisti che giungono dagli States e dall'Europa. In passato si sono annoverati successi per atleti celeberrimi: Frank Shorter e Toshihiro Seko ben quattro volte a testa, il canadese Drayton tre volte, come il campione olimpico Abera, ed ancora Ikangaa, Tuhgwane, Ceron. Quest'anno è toccato a Tsuyoshi Ogata, sesto lo scorso anno, che ha vinto in 2h09'10" precedendo Satoshi Osaki (2h10'56") e Sammy Korir, che nella storia cronometrica della maratona è quello che troviamo subito dopo il recordman Paul Tergat (secondo dietro il grande Paul, per un secondo, nella Berlino del 2003). Ha deluso Michael Rotich (2h06'33" di personale), sprofondato al venticinquesimo posto con un tempo da maratona femminile, 2h25'21". L'Europa e quel che corre sotto tale egida continentale è stata rappresentata dal sesto posto del francese Mohamed Ouaadi, mentre dei pochi altri si sono perse le tracce dopo pochi chilometri, per poi ritrovarli a classifica compilata sopra le due ore e venti minuti. Asia di corsa Fa notizia a Singapore il primato della corsa nella maratona locale: sotto il vecchio record sono scesi in otto atleti, con Philip Tanui primo al traguardo in 2h17'02", davanti al tanzaniano Hombo. Hellen Cherono, vincitrice nella mezza maratona di Udine in settembre e seconda in occasione della maratona di Padova, ha avuto la meglio in 2h39'37" su alcune atlete di alto rango: l'altra kenyana Atodonyang, la russa Demidenko, l'etiope Birra, la cinese Wei Yanan, alla terza maratona in poche settimane dopo la fine della sospensione di due anni per essere risultata positiva ad un controllo antidoping. Ha fiato da vendere. Domenica maratona anche a Macao: il polacco Adam Dobrzynski vince la ventiduesima maratona internazionale del paese che fu rappresentato a fine carriera da Rosa Mota in 2h16'30", mentre Dai Yanyan ha dato alla Cina il successo femminile in 2h37'27". Ancora oltreoceano, la penultima maratona internazionale della stagione, disputata domenica a Sacramento (l'ultima si svolgerà ad Honolulu tra cinque giorni): affermazioni per gli atleti dell'Est europeo. Il russo Oleg Bolhovets in 2h13'22" e la quasi quarantenne ucraina Lyudmila Pushkina in 2h37'22" hanno avuto la meglio sulla concorrenza, che almeno fra gli uomini era di una certa rilevanza. Tra i battuti si annoverano nomi familiari nel panorama delle lunghe distanze come quelli dei kenyani Eliud Kering e Jonathan Ndambuki e dell'ucraino Iveryuk. Dalla scorsa settimana recuperiamo la maratona di Mazatlan, in Messico, dove la polacca Dorota Gruca ha firmato il primo risultato sotto le due ore e trenta sul suolo latino-americano. 34 anni domenica scorsa ed una lunga carriera di maratoneta alle spalle, la Gruca ha sbriciolato il vecchio primato della Mexican Pacific Marathon, portandolo a 2h28'49". Si allena a Toluca, dove gli azzurri del calcio fecero tappa eliminatoria nel cammino dei mondiali di calcio del 1970, in avvicinamento al Brasile di Pelé, Rivelino e Jairzinho. A Lisbona la diciannovesima edizione della maratona della capitale lusitana è andata a Philemon Kemei (2h16'07") ed a Fatima Silva (2h38'59"), laureatasi nell'occasione campionessa nazionale. A Tubinga, in Germania, si è rivisto Dieter Baumann, che ha portato il suo primato sulla mezza maratona a 1h08'57". Fabiano firma la costituzione Il cross della Costituzione di Alcobendas, alle porte di Madrid, ha riportato alla vittoria il diciannovenne tanzaniano Fabiano Joseph, viceiridato di mezza maratona e vicecampione del mondo junior sui 10000 metri, che si è imposto allo sprint sull'ancora giovane ma già veterano John Cheruiyot Korir e sull'eritreo Yonas Kifle. Anche per Joseph, come per molti etiopi di primissimo piano menzionati nelle scorse settimane, l'orizzonte del cross tornerà a materializzarsi con l'anno nuovo, nel secondo weekend di gennaio ad Amorebieta. Un altro junior di grido, il campione mondiale junior Boniface Kiprop che batté Joseph a Grosseto, è stato eletto atleta dell'anno in Uganda. Al suo attivo anche il quarto posto nella finale olimpica dei diecimila metri. Il cross femminile ha confermato lo scintillante momenti di forma di Merima Hashim, già primatista africana junior dei 10km su pista, che ha battuto Alice Timbilil. Segnaliamo un nome che si sta facendo largo a suon di buoni piazzamenti, quello di Fridah Domolonge, kenyana. L'Europa è stata rappresentata fuori dal podio, con Carlos Castillejo e con la polacca Justyna Bak, autrice nelle scorse stagioni di due primati del mondo nelle siepi, dei quali il secondo a Milano nel 2002 con 9'22"29. Cross al quarto appuntamento stagionale in Kenya, a Kisii, con vittorie per Elkana Angwenyi, miler di successo nella stagione primaverile americana, e Prisca Jepleting, vincitrice dei tremila nel Donna Sprint di Trento nello scorso mese di settembre ed autrice di un inaspettato exploit sui 5000 metri del Golden Gala, dove scese abbondantemente sotto i quindici minuti classificandosi settima. Dall'Australia Zatopek Classic in tono minore, anche per la programmazione a lungo raggio degli atleti di casa. Il meglio della stagione oceanica sarà concentrato nei primi due mesi dell'anno e confluirà nell'edizione casalinga dei Giochi del Commonwwealth, in programma a marzo, a Melbourne. La città sede dei Giochi Olimpici del 1956 ha sfornato un meeting davvero avaro di risultati ma anche di un programma più ristretto rispetto alle edizioni precedenti. Citiamo negli eventi su pista il 32'41"10 di Heyley McGregor sui diecimila metri e la vittoria nelle siepi di Peter Nowill in 8'35"79. In precedenza, a Geelong, grandi progressi per il lanciatore Scott Martin, approdato nel disco a 63.78, prestazione che fa di lui il quarantesimo specialista stagionale mondiale. Nel top 50, con 63,42 e 62,92, figurano anche gli azzurri Andrei e Fortuna. L'Australia ha perso nei giorni scorsi due protagonisti dell'atletica di altri tempi, in pista ed a bordo pista, nati entrambi nel 1928: Don MacMillan è deceduto in seguito ad una setticemia. L'atleta fu finalista olimpico nel 1952 ad Helsinki sui 1500 metri, dove si classificò nono, e partecipò anche all'edizione del 1956, eliminato in batteria sugli 800 metri. L'altra perdita porta il nome di Jane Maston, olimpica a Londra 1948, sposata Ferguson e coach tra i più illuminati della storia dell'atletica australiana, ma anche commentatrice ed editorialista. Gioventù in vetrina per i Commonwealth Games giovanili, a Bendigo: risultati non indimenticabili (spicca il 21"06 con quasi due metri di vento contrario del britannico Julian Thomas sui 200 metri), e dominio anglo-australiano. Tra i membri del comitato organizzatore della manifestazione Peter Norman, argento a Città del Messico ed ex-primatista australiano con 20"06 sul doppio giro. I giovani del regno si ritroveranno tra quattro anni a Nuova Delhi per la terza edizione dei giochi. Il Giappone corre ancora Il trittico su pista di Hachioji ha chiuso la serie dei meetings annuali di mezzofondo in Giappone. Ogni anno si parte in aprile con Kobe e Kita-Kyushu, Niigata ed Amagasaki più avanti, mentre Hachioji dà l'ultima spallata alle liste stagionali. Due buoni diecimila disputati in quattro giorni. Nel primo cavalcata etiope con Girma Assefa (27'55"88) e Tesfaye Girma (27'58"62) davanti al kenyano James Ndungu, uno dei tanti che si è stabilito da anni in Giappone. Dieci giorni fa vittoria per il 18enne Samuel Wanjiru in 28'04"11 davanti a Yuki Sato ed a una vecchia conoscenza come il canadese Schiebler. In alto i ceki La stagione indoor prossima ventura prevederà tre meeting internazionali di salto in alto sul suolo della Repubblica Ceka nello spazio di otto giorni: Hustopece, Trinec ed Ostrava, nella terza decade di gennaio. Mentre per Ostrava si è alla prima edizione, Trinec fu per un decennio negli anni '70 ed all'inizio degli anni '80 un meeting che annoverò la presenza di atlete come Sara Simeoni, Rosemarie Ackermann e Yuriy Tarmak. La Repubblica Ceka è l'unico paese al mondo che può vantare attualmente tre atleti da 2,33 o misura superiore, cioè Baba, Ton e Tomas Janku. In Slovacchia è riapparsa la marcia indoor, che da quando è stata cancellata dal programma dei mondiali ed europei in sala, campicchia in attesa dell'attività all'aperto. Zdeno Babik ha vinto i tre chilometri di Banska Bystrica (dove si svolge ogni anno un altro famosissimo meeting di salto in alto nel corso della stagione al coperto), coprendo la distanza in 11'29"5. Marcia all'aperto in Francia, ad Aubière, tre chilometri in 12h16'90" per Denis Langlois, giovedì scorso. Ciao Ma Dimissionario dall'ultimo incarico tecnico ricoperto, il sessantenne Ma Junren va in pensione. L'allenatore cinese che con le sue ragazze fu l'autore delle due "rivoluzioni" di Pechino '93 e Shanghai '97, lascia un ricordo indelebile con i numeri ed una quantità indefinita di ombre, rivelazioni al limite del grottesco (sua la "ricetta" del sangue di tartaruga per portare le atlete da lui allenate a quegli incredibili risultati) e dubbi sulla credibilità dei primati del mondo stabiliti dalle sue atlete. Due di esse, Qu Yunxia e Wang Junxia, raggiunsero il top anche fuori dalla Cina, con ori e podi olimpici e mondiali. La prima rivoluzione, quella di Pechino, fu ancora più fragorosa di quella di quattro anni dopo, e ben tre primati del mondo (1500, 3000 e 10000) stabiliti in quella edizione dei Giochi Cinesi sono ancora lì, in cima alla classifica dei numeri. Le pensammo tutte all'epoca: doping, record di stato, successi in nome della propaganda, un giro di pista in meno, cronometri taroccati e quant'altro. Alla fine i primati vennero regolarmente omologati e non sembrò nemmeno così strano visto quanto normale sia stato convalidare il celebre e discusso 10"49 di Florence Griffith, tanto per fare un esempio. Delle gare di Pechino 1993 si ricordano le incredibili batterie dei tremila metri: primato del mondo nella prima, primato del mondo nella seconda. Finale con esito scontato, primato del mondo. Ma Junren in seguito è stato contrastato, anche dalle sue stesse atlete e dai vertici della federazione cinese, si è ammalato, è tornato, ed ha proseguito a guidare la sua scuola fino a pochi giorni fa. Milan non l'è un gran Milan Farà in tempo a tornare in pedana per gli Europei del 2006, dopo aver scontato la squalifica di due anni inflittagli dalla federazione slovacca: parliamo del pesista Milan Haborak (20,87 quest'anno in maggio), pescato al meeting di Madrid del 17 luglio. Ancora dalla Slovacchia, eletto atleta dell'anno Libor Charfreitag, martellista settimo ad Atene, di stanza a Dallas dove studia e si diverte durante l'inverno con il peso con maniglia, o martellone, od attrezzo da 35 libbre come vogliamo indicarlo, specialità nella quale detiene la migliore prestazione europea. Mentre Dick Pound, appena rieletto a capo dell'agenzia mondiale antidoping, lascia ben poche speranze a Kostas Kenteris e Katerina Thanou sull'epilogo della loro farsesca vicenda, per la quale la IAAF ha formalmente aperto procedura disciplinare nei loro confronti, i due velocisti sono stati nuovamente (o finalmente?) testati in patria, domenica sera in occasione di un controllo a sorpresa. Fra le altre notizie ricorrenti sui giornali ed in rete negli ultimi giorni, quella dell'assegnazione alla città di Berlino dell'organizzazione dei Campionati del Mondo 2009. Superate Spalato e Valencia, i mondiali torneranno a disputarsi in Germania dopo l'edizione di Stoccarda 1993. Ad Olympia, dove si sono svolte le gare di peso degli ultimi Giochi Olimpici, si organizzerà ogni anno a cavallo tra i mesi di maggio e giugno un meeting dedicato a peso disco e giavellotto, a partire dal prossimo anno o dal successivo. Il Council della IAAF ha anche approvato i minimi per i mondiali di Helsinki dell'anno venturo, che saranno resi noti a giorni. Marco Buccellato


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