Internazionale, Markov 5,75 e Rath 2,00



Periscopio settimanale incentrato soprattutto sull'attività indoor: debutto stagionale per parecchi nomi di rilievo e tanta carne al fuoco. Dell'esibizione della pattuglia azzurra a Glasgow avrete già letto domenica nel report dedicato all'evento, perciò andiamo ad esaminare cos'altro ha offerto la settimana appena trascorsa. Iniziamo con le competizioni al coperto tenutesi su suolo europeo: dalla Grecia in evidenza gli interpreti del salto in lungo, con Dimitrios Filindras che ha ottenuto 7.94 ad Atene sabato scorso; può sembrare risultato di scarso peso, ma merita menzione perché nella scorsa stagione ben sette specialisti greci sono andati oltre gli otto metri, e Filindras nella fattispecie è stato capace di volare fino ad 8.30; personale per Yannoula Kafetzi, più considerata come triplista finora, atterrata a 6.57. Venerdì a Wuppertal (Germania) il primo importante meeting di salti del circuito europeo: la misura di 2.28 ha dato la vittoria a James Nieto, statunitense di colore dal rendimento costante, e con la stessa misura troviamo Aleksey Dmitrik, russo ventenne; la gara femminile ha espresso la terza "duemetrista" di questo inizio stagione: è la tedesca Daniela Rath, già vincitrice con la stessa misura in Coppa Europa a Firenze. Su buoni livelli (1.95) è tornata ad esprimersi la romena Monica Iagar-Dinescu, giunta seconda. Nell'asta il debutto stagionale per la rossa Annika Becker, vincente a 4.55. Domenica replica-spettacolo di salti verso l'alto a Dessau: Patrik Kristiansson è salito a 5.70, battendo tutti i migliori tedeschi (Spiegelburg, Lobinger, Otto, il rientrante Ecker dopo oltre un anno di assenza dalle pedane). Ancora dalla Germania un meeting dedicato al peso, a Nordhausen, venerdì scorso: Yuriy Belonog, figura di primissimo piano della specialità, ha lanciato a 20.47, quattro centimetri meglio del tedesco Bartels; la Kleinert fra le donne ha dominato con 18.62. Si sta facendo notare Sebastian Ernst, nemmeno venti anni, velocista capace di scendere a 20.93 domenica a Dortmund; nella stessa sede scialbo debutto per l'ex-iridato del triplo, il mulatto Friedek, con 16.25. Da notare la crescita continua della 18enne Krauel nel lungo negli ultimi 10 giorni: 6.44, 6.55, e l’altro ieri 6.62. Russia senza gli squilli della precedente settimana, ma val la pena di segnalare l'esordio del campione europeo dell'alto Rybakov, a 2.25 a Mosca domenica scorsa. In Bulgaria, nel corso dei campionati giovanili indoor (classi 1987-1989), fuori concorso ha gareggiato l'astista Efremov, miglior interprete nazionale della specialità, che ha valicato i 5.73; tra le nuove leve segnaliamo il triplista diciottenne Petar Ivanov, che in prospettiva-Grosseto 2004 appare interessante col personale a 15.88. Ancora dai paesi dell'Est il ritorno oltre i 17 metri (ancora triplo) del campione europeo under 23 Dmitriy Valyukevich (Bielorussia), che a Bratislava ha raggiunto 17.04. L'atleta gareggerà a Samara il 29, dove troveremo anche la top class dell'atletica russa. In Ungheria MASZ meeting a Budapest, dove la notizia la fa il pesista sloveno Vodovnik, al doppio primato nazionale, 19.50 al primo lancio, 20.21 al secondo, poi un nullo e fine dell'esibizione. In Spagna Glory Alozie è volala sugli ostacoli della pista di Valencia (era in programma la Coppa del Re e della Regina): 7.97 e mondiale stagionale per l'ex-nigeriana. In questa sede record nazionale per Dana Cervantes nell'asta con 4.40: è il terzo limite spagnolo che la 25enne specialista ottiene in 3 settimane. Nel lungo 6.41 della Montaner, e ne parliamo per via del 6.23 della italo-francese O'Reilly, seconda. A proposito di italiani all'estero, a Locarno ha gareggiato e vinto i suoi 60 ostacoli Micol Cattaneo (8.44). Ora gli Stati Uniti, dove i meetings fioriscono a decine e le segnalazioni non mancano: a Johnson City, impianto con pista di 280 metri di sviluppo, ha debuttato "Superman" Stringfellow, showman del salto in lungo, ed il suo 8.15 è un buon viatico per la prosecuzione della stagione; nell'occasione debutto estero per due nomi importanti dell'ostacolismo francese: Linda Ferga (ora signora Khodadin) ha vinto i suoi 60 in 8.08, e Ladji Doucoure, che di talento ne ha davvero da vendere, ha fatto lo stesso nella sua gara in 7.69, battendo l'americano Bramlett (quarto degli ultimi trials americani). A Fayetteville (Arkansas) l'attenzione va alla velocità, non tanto per il risultato in sé (20.73 di Tyson Gay sui 200 metri), quanto per la presenza ed il secondo posto (20.89, personale) di un figlio d'arte, tale Wallace Spearmon jr., figlio dell'omonimo sprinter in auge nella seconda metà degli anni '80 e specialista di vaglia (20.27). Sempre a Fayetteville bis dell'esperimento-800 metri di Ruslan Mashchenko, di cui abbiamo fatto menzione la scorsa settimana: il russo si è migliorato fino a 1:50.43, nella gara vinta dal kenyano Karanu in 1:49.03. Houston, in Texas, ha visto il debutto di Inger Miller, altra figlia d'arte ma ben conosciuta da tutti: lenti i suoi 60 metri corsi in 7.35. Il peso con maniglia, o "weight throw", nonché "35-pound weight" (per gli uomini) e "20-pound weight" (donne), è una specialità praticatissima nelle riunioni indoor USA; sono per lo più i martellisti a cimentarsi, raramente pesisti. Il weekend ha offerto 23.30 di Libor Charfreitag, martellista slovacco ben conosciuto, ma soprattutto la migliore prestazione mondiale femminile della poco nota Erin Gilreath, che con 23.95 (a Gainesville) ha migliorato il 23.60 di Dawn Ellerbe (datato quasi 4 anni). Della Gilreath non abbiamo mai parlato: ha 23 anni e mezzo e nella scorsa stagione (la sua migliore), ha dondolato intorno ai 63-65 metri nel martello per tutta la stagione universitaria americana, per poi chiudere l'anno (è il caso di dirlo) il 28 dicembre in un meeting all'aperto a Marietta, dove ha sorpreso con 70.50, misura che la pone subito davanti a Ester Balassini nella graduatoria mondiale 2003. Stacy Dragila ha gareggiato anche in questo weekend, ma a Nampa è rimasta sotto tono con 4.40. Chiudiamo la finestra sugli USA con i New Balance games di New York, manifestazione incentrata soprattutto sulle categorie giovanili (High School soprattutto), ma con il richiamo di alcune gare di corsa classificate come "elite": il miglio ha offerto buoni risultati per merito delle ragazze, con Hayley Tullett, la britannica, a sfiorare il personale indoor con 4:27.28, che disintegra il mondiale stagionale; al secondo posto Lyubov Kremlyova, 42 anni portati bene, a 4:31.65. Chiudiamo la parte relativa ai risultati con l'attività all'aperto: in primo piano la maratona femminile di Osaka, leggermente sottotono rispetto alle aspettative, ma le condizioni climatiche (circa 4° alla partenza) non hanno favorito riscontri cronometrici di assoluto valore: ha vinto l'atleta di casa Naoko Sakamoto coprendo la distanza in 2:25:29, davanti alla più quotata Masako Chiba (2:27:38), e ad una delle gemelle Ominami (Hiromi), terza in 2:27:40; la prima atleta europea è la polacca Paradowska-Sobiesak, settima in 2:31:47; deludenti le romene, oltre il decimo posto e con crono di 2:36 e spiccioli. In Australia, a Brisbane, venerdì il secondo appuntamento del circuito Telstra, e diverse cosucce interessanti per assaporare il primo tepore delle piste all'aperto: il gigante Anlezark (quasi 130 kg di peso) spara la bordata del suo peso a 20.79, per proseguire la serie over-20 di gennaio (mai meno, finora). Nel disco femminile l'ex-iridata Faumuina (origini samoane) ottiene 62.93, e nei salti troviamo Markov già tonico a 5.75 e la nuova speranza Thornell (18 anni), a 7.97 nel lungo. Buone cose dai quattrocentisti, infine: corrono in tre in meno di 45.70 ed in prospettiva-staffetta possono anche intraprendere un discorso interessante. Il cross più importante del weekend si è svolto come di consueto in Spagna, a San Sebastian, dove sui circa 10 km del percorso si è imposto il giovane Gebremariam, uno dei palafrenieri di Kenenisa Bekele e di due anni più giovane del maestro; l'etiope ha battuto Patrick Ivuti, visto di recente al Campaccio, e quello Zersenay eritreo che sta consolidando le sue credenziali con piazzamenti di prestigio fin dalla scorsa stagione. I 5,6 km femminili hanno premiato la fatica dell'ugandese Docus Inzikuru, che per inciso è anche la co-primatista africana dei 3000 siepi. Una piacevole novità dalla cronologia dei primati mondiali: l'Egitto è per la prima volta rappresentato da un proprio atleta nell'albo d'oro dei records mondiali, grazie al discobolo Omar Ahmed El-Ghazali, che con l'attrezzo di categoria ha ottenuto il mondiale juniores in novembre al Cairo (65.88), e che si era imposto anche ai Giochi Africani (senior). Fra gli altri primati ratificati dalla IAAF il 10.01 di Darrel Brown (ottenuto ai mondiali), il 20.13 del fenomeno giamaicano Bolt, il 3:50.25 nel miglio reatino di Kipchirchir, e l'eccezionale 30:31.55 della cinesina Xing Huina (anche lei a Parigi). Cuba-export Yamiké Aldama, signora cubana del salto triplo, e nella scorsa stagione in predicato di vestire la maglia della Gran Bretagna (saltò Parigi per questo) ha ottenuto con effetto immediato l'autorizzazione della Federazione Internazionale di Atletica Leggera di gareggiare con i colori del Sudan. Della scomparsa di Fanny Blankers-Koen avrete già appreso dai giornali o dalla quasi totalità dei siti dedicati a questo sport: avrete letto dei quattro ori di Londra '48, degli altri tre agli Europei del '50, dei numerosi primati del mondo, dei cinquantotto titoli nazionali. Il nostro ricordo, ed omaggio, è sui numeri, che talvolta fanno rivivere gli eventi come se scorressero di nuovo le immagini (per i lontani fortunati che vi hanno assistito), o per farcele materializzare nei nostri sogni, come se vi fossimo stati testimoni. Il ricordo è nel dettaglio, il più particolare possibile, dei primati mondiali ottenuti dall'olandesina volante: 100 yards (91.44 metri) 11.0 Amsterdam, 19 giugno 1938 Lo stadio è lo Stadio Olimpico, Fanny (Francina) si chiama ancora soltanto Koen: i tre cronometri dissero 11.0, 11.0 ed 11.1. 10.8 Amsterdam, 18 maggio 1944 Lo stadio è lo stesso, la manifestazione è a carattere nazionale: la gara si svolge alle 14:15, vento quasi assente. Fanny, ormai signora Blankers, segna 10.8 e le tre letture dicono 10.6, 10.8 e 10.9; con 11.0, al secondo posto, Gerda Koudije. 100 metri 11.5 Amsterdam, 13 giugno 1948 Stadio Olimpico, incontro internazionale Olanda-Francia, l'ora la stessa, le 14:15, vento nullo. Due cronometri segnano 11.5, il terzo 11.7; Fanny precede Lea Caurla, rappresentante della Francia, che ottiene 12.1, e l'altra ragazza olandese Gretje de Jongh, che chiude in 12.3. Detto per incico, nel 1943 la Blankers-Koen aveva già corso in 11.5, ma in una gara con velocisti maschi. 11.5 Frenchen, 28 settembre 1952 Il meeting è a carattere internazionale, e la primatista precede nell'ordine Maria Sander (12.0) e Christl Neukirch (12.3). 80 metri ostacoli 11.3 Amsterdam, 20 settembre 1942 All'ora di pranzo (le 12:15), la signora Blankers fa il suo debutto nella specialità eguagliando il mondiale di Claudia Testoni: 11.3 dicono due cronometri, ed il terzo 11.4. A sette decimi la seconda classificata, Nelly Van Valen-Blanken; ad un secondo e due decimi la Sluyters. 11.3 Eindhoven, 6 giugno 1948 Vento nullo, l'ora è fissata sulle 14. I cronometri si dicono d'accordo sul tempo, 11.3 per tutti; Gerda Van der Kade, seconda, chiude in 11.8. 11.0 Amsterdam, 20 giugno 1948 Alle 15.10, sulla gloriosa pista dello Stadio Olimpico, si abbatte un fulmine da 11" netti (il terzo dei cronometri leggerà 11.2); la seconda classificata è lontana e fa recita silenziosa: 12.4. Salto in alto 1.67, 1.69 ed 1.71, Amsterdam 30 maggio 1943 Alle 15 ha inizio la progressione mai vista prima: 1 e 40, 1 e 44, 1 e 49, 1 e 54 ed 1 e 64 al primo tentativo; il mondiale è della svizzera Pfenning (1.66), e risale al 1941. L'1 e 67 e l'1 e 60 sono valicate con due prove ciascuno, l'1 e 71 dell'apoteosi con tre tentativi, per un totale di dodici salti. Il record che vale è però soltanto il terzo della serie. Salto in lungo 6.25 Leiden, 19 settembre 1943 Le cronache ufficiali riportano che le condizioni atmosferiche non erano delle migliori, compatibili con un autunno non inoltrato, ed il vento era sfavorevole alle atlete in gara. Il 6.25 distanzia di quasi un metro l'atleta classificatasi seconda, Jeanette Timmer (5.37). Pentathlon 4692 Amsterdam, 15 e 16 settembre 1951 Nel dettaglio: 11.50 (peso) - 1.60 (alto) - 24.4 (200 m ) - 11.4 (80 m ostacoli) - 5.88 (lungo) Staffetta 4x110 yards 48.8 Amsterdam, 18 maggio 1944 Lo stadio è sempre l'Olimpico, l'ora le 15:10; le compagne di viaggio M.J.Adema, Jeanette Timmer e Gerda Koudijs. Gli orologi segnano 48.7, 48.8 e 49" netti. Marco Buccellato


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