Golden Gala: Isinbayeva mondiale a 5.03!



Il Golden Gala è delle donne e soprattutto di una straripante protagonista, tornata a fregiarsi del record mondiale all'aperto a distanza di quasi tre anni, Yelena Isinbayeva, consumata diva della pedana, bravissima nel catalizzare un intero stadio fino al brivido della quota-record del mondo (5.03, due centimetri oltre quanto fatto ad Helsinki quasi tre anni fa), trovata al secondo tentativo con una luce addirittura siderale tra sé e l'asticella. Il Golden Gala delle donne, dicevamo: determinate, alcune straordinarie. Sono state loro, le migliori atlete del pianeta, a caratterizzare lo spessore tecnico dell'edizione 2008 del Golden Gala, a partire, regina Yelena a parte, da una superlativa Pamela Jelimo, capace all'esordio romano di impressionare per la regolarità delle sue esibizioni con distacchi abissali sulle avversarie. Il Golden Gala 2008 sarà ricordato anche per essere stato il meeting delle sfide: fantastica e dal finale mozzafiato quella tra Jeremy Wariner e LaShawn Merritt, in uno dei templi dei 400 metri fin dalla storica sfida olimpica del 1960 tra lo statunitense Otis Davis e il tedesco Carl Kaufmann, divisi all'oro da un leggendario centesimo, 45.07 contro 45.08. Avvincenti quelle dei 1500 metri maschili e dei cento metri, e delle gare di 400 ostacoli. Grande livello tecnico, con lo straordinario acuto finale. 

Isinbayeva, record del mondo numero ventidue 

Ha tenuto incollato il pubblico romano accorso allo stadio Olimpico fino alla fine di una lunghissima competizione che per lei è stata breve e fuori dalla portata delle avversarie. Yelena Isinbayeva, la zarina dell'atletica mondiale, che all'Olimpico si è presentata per l'esordio stagionale all'aperto, è entata in gara alla misura-record di 4.70. Con le avversarie a godersi lo spettacolo della divina rimasta sola, è arrivato anche il 4.85 senza sbavature, poi una macchia a 4.95, prima del successo al secondo assalto che le è valso (in quel momento) il nuovo mondiale stagionale ed il primato del meeting. 

Al cospetto dell'altezza-primato, scelta dalla russa a quota 5.03, un primo tentativo sbagliato e poi l'apoteosi. Incredibile quanto la Isinbayeva ha lasciato tra sé e la misura-mondiale. Un'immensità di centimetri, che lascia supporre quanto sia ancora ampia la portata dei margini a disposizione della campionessa di Volgograd. L'esultanza, l'urlo dell'Olimpico, la corsa tra le braccia di Vitaliy Petrov, suo allenatore. Il mondiale della Isinbayeva è il numero 22 della carriera, il dodicesimo all'aperto.  

Vlasic 2.00, Di Martino 1.95 

Una delle gare più attese della serata romana, l'alto femminile, si è conclusa con un risultato tecnico forse inferiore alle attese: la croata Blanka Vlasic si è imposta a due metri ed è stata piuttosto sfortunata nella seconda prova a 2.05. La campionessa mondiale mantiene comunque la lunga imbattibilità. Antonietta Di Martino, impeccabile fino ad un brillante 1.95, ha successivamente fallito tre volte alla quota di 1.98, complici rincorse poco dinamiche. Per l'azzurra vicecampionessa del mondo il quarto posto a pari merito con la kazaka Aitova-Korzhova. Era attesa ai due metri, ora deve caricare le pile nel mese decisivo.

 

Jelimo, leonessa d'Africa

 

Pamela Jelimo (passata ai 600 metri in 1:26.57),la potente kenyana rivelazione della stagione e completamente sconosciuta fino a pochi mesi orsono, ha chiuso gli 800 metri col primato del Golden Gala di 1.55.69, frantumando l'1:57.21 della Mutola e mantenendo intatte le possibilità di arrivare al jackpot della Golden League. Per la kenyana è la terza prestazione stagionale, superiore solo ai due mondiali junior registrati nelle scorse settimane. Elisa Cusma ha tenuto botta dopo il primo giro ma per trovare spazio è dovuta emigrare in terza corsia. Per lei ancora un buon riscontro in 1:59.48, seconda prestazione stagionale. 

Wariner-Merritt all'ultimo respiro 

Resa dei conti all'Olimpico tra due dei più attesi protagonisti delle sfide olimpiche del prossimo mese, Jeremy Wariner e LaShawn Merritt. Wariner aveva incassato la recente sconfitta ai Trials e quella inattesa di Berlino. Il campione olimpico ha sudato le classiche sette camicie per contenere il potente ritorno di Merritt, giunto ad un solo centesimo in un finale appassionante dopo aver affiancato il rivale in temnpo per dividersi il photofinish. La partita per il titolo olimpico tra i due statunitensi è più aperta che mai. Resta l'ottimo riscontro cronometrico di 44.36 e 44.37, ottenuto a pochi giorni dai Trials con annessi i turni eliminatori. Ottima la gara di Claudio Licciardello, un po' imbastito nel rettilineo ma uscito con buonissime prospettiva dalla terza curva. L'azzurro ha chiuso ottavo in 45.61, ormai uno standard di livello internazionale ben consolidato. 

Saladino, il ritorno 

Irving Saladino ha chiuso la questione del primo posto grazie a un primo rotondissimo salto di 8.30, poi ha cercato la grande misura incocciando in quattro nulli, alcuni millimetrici. Valevano attorno agli otto metri e mezzo, un buon riscontro visto lo stop di alcune settimane fa cui il panamense è stato costretto da un leggero infortunio. 

Powell, niente finale 

In avvio di serata subito una delusione per il pubblico romano per uno dei suoi beniamini, Asafa Powell, che dopo un'accelerazione degna delle esibizioni della scorsa stagione ha improvvisamente decelerato, arrivando al traguardo quinto nella sua batteria in 10.19. Per il giamaicano un infortunio di entità da definire e la forzata rinuncia alla finale. Successo per Francis Obikwelu in 10.04 (stesso tempo per l'argento mondiale Atkins). Per Simone Collio settimo posto in 10.29, peggiore di un centesimo su quanto ottenuto in batteria con modalità più brillanti (10.28, minimo olimpico "B"). In batteria anche un nuovo primato personale di Emanuele Di Gregorio, 10.32.  

Robles lampi di classe, Kiprop mondiale stagionale 

110 ostacoli: senza discussioni la vittoria del neoprimatista del mondo Dayron Robles, scappato dalla vista degli avversari al quarto ostacolo ed elegante finisseur in 13.08. Asbel Kiprop ha dato una nuova dimostrazione delle immense potenzialità in suo possesso, surclassando con un finale leggero e veloce i maghrebini Iguider e Boukensa. Per il kenyano la seconda prestazione mondiale dell'anno sui 1500 metri in 3:31.64, che è anche il primato personale. 3000 siepi: vittoria del vicecampione olimpico ed iridato di Osaka Brimin Kipruto in 8:15.71 su Ezekiel Kemboi, che le Olimpiadi le ha già vinte. Ultimo degli arrivati Yuri Floriani, ma col nuovo personale di 8:28.90 (ritirato Villani). 

Felix, una gazzella 

400 donne: rinunciataria per il giro di pista dei Giochi a causa degli incroci impossibili con i 200 metri, Allyson Felix ha sfoggiato la consueta eleganza imponendosi in 50.25. Libania Grenot ha concluso settima in 51.81 e con un rettilineo più spento rispetto alla recenti uscite. Minimo "B" per Vincenza Calì sui 200 metri, dopo quello conseguito recentemente sui cento. La siciliana neoprimatista italiana con la staffetta 4x100 ha concluso in 23.20, primato personale e settimo posto. Incrocio a metà strada tra una grande centista (Kerron Stewart) ed una splendida quattrocentista (Sanya Richards). L'ha spuntata la giamaicana, ancora in stato di grazia dopo le imprese realizzate ai Trials giamaicani, in 22.34. La Richards, che giamaicana lo era prima di optare per le stelle e le strisce della bandiera americana, ha corso in 22.49. L'asiatica Al-Gasara, del Bahrein, messasi in luce alla Notturna di Milano con 11.12 sui 100, ha siglato il primato nazionale in 22.65, preceduta al terzo posto dalla risorta francese Muriel Hurtis. 

Pistorius, minimo lontano

Oscar Pistorius non ha raggiunto il minimo che gli avrebbe consentito la partecipazione alle Olimpiadi: il giovane sudafricano, che tornava all'Olimpico dopo l'esperienza della scorsa stagione, ha corso in 46.62 (settimo nella seconda serie dei 400 metri). La serie è stata vinta dal giamaicano Chambers in 44.96.

Le altre gare 

In luce Tero Pitkamaki, il finlandese dal braccio più d'oro degli altri: al quarto lancio ha fatto fare la voce grossa all'Olimpico intero, che ha seguito con un boato la traiettoria del suo lancio di 87.70. 5000 uomini: Tariku Bekele ha tentato il colpaccio a mezzo giro dalla fine, ma è stato risucchiato dal ritorno di Sileshi Sihine (13:04.94) e dal sempre piazzato Eliud Kipchoge, scuola kenyana, ancora una volta secondo. Daniele Meucci ha chiuso quindicesimo in 13:45.90, primato personale sulla distanza. 

Benedetta Ceccarelli ha portato la migliore prestazione italiana dei 400 ostacoli a 56.00 (quinta), permettendosi il lusso di battere Sheena Johnson, terza classificata ai Trials USA: vittoria alla giamaicana Walker in 54.36. 100 ostacoli: passo falso della Onyia, in corsa per il jackpot dopo le due vittorie di Oslo e Berlino. Non è mai stata in lotta per la vittoria ed ha concluso sesta in 12.85. Dominio targato Giamaica, grazie alle veterane Foster e Ennis (12.60 e 12.62). Per Micol Cattaneo 13.16 e ottavo posto. Identico destino per due degli altri vincitori delle tappe norvegese e tedesca della Golden League, Bershawn Jackson e Hussein Al-Sabee: per Bershawn Jackson l'agguato è stato teso da Kerron Clement, che si è vendicato della sconfitta patìta ai Trials di Eugene. L'iridato di Osaka ed ex-campione del mondo junior a Grosseto si è imposto in 48.23 contro 48.34. Ultimo e fuori dalla ritmica, con 50.93, l'ex-campione olimpico Angelo Taylor.

Al-Sabee ha saltato più volte attorno agli otto metri senza trovare la brillantezza tecnica mostrata in avvio di stagione. Vittoria a Saladino, come visto. In chiusura di serata l'ultima gara di corsa, con l'attenzione del pubblico rivolta allo stesso tempo alle evoluzioni della Isinbayeva sulla pedana dell'asta. Sugli 800 metri maschili vittoria del determinato marocchino Laalou in 1:44.27 sul sudafricano Mulaudzi e su Kamel, ex-Gregory Konchellah. Migliore prestazione italiana stagionale per Lukas Rifeser in 1:46.12. Con il solito finale brillante Tirunesh Dibaba ha vinto, come da pronostico, i cinquemila metri in 14:36.58, precedendo la connnazionale Melkamu. Decisamente incoraggiante il 15:16.80 di Silvia Weissteiner (nona), con missione compiuta in stretto senso cronometrico. Sotto i quindici minuti anche la neozelandese Smith (14:45.93), nell'altro record continentale realizzato nella fresca serata romana. Il primo, quello di fine serata, è addirittura mondiale. 

Marco Buccellato

 

 

Nella foto piccola: Yelena Isinbayeva realizza il record del mondo (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)

 

Nella foto grande: la Isinbayeva posa accanto al display luminoso all'Olimpico dopo il primato (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)




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