Dopo Cesenatico, le nuove liste allievi di sempre



Nessun record, ma la fiducia non manca. Cesenatico – 42^ edizione dei Tricolori allievi – va in archivio senza aggiornare la cronologia dei primati di categoria: potrebbe sembrare un segnale negativo, ma in realtà in questa fascia di età i miglioramenti assoluti sono abbastanza rari, spesso effetto di un fenomeno. Non per niente compaiono in cima alle liste – quelle di sempre le riportiamo nell’allegato in calce – delle prestazioni decisamente appartenenti al passato remoto, anche in specialità che in anni recenti hanno proposto novità confortanti. Tanto per fare un esempio, quello dell’alto femminile: resiste anche all’ennesimo assalto di Elena Vallortigara l’1.90 di Barbara Fiammengo. Era il 1983 ed era qui vicino, a Riccione, che la torinese si rivelò come la “nuova Simeoni” – definizione in voga a quell’epoca – anche se poi non riuscì a dar seguito a quel risultato. Ora, nel segno dei tempi, si potrebbe forse parlare di “nuova Di Martino”: ma no, nel caso di Elena Vallortigara il confronto più calzante è sempre quello con la corregionale Sara Simeoni. Tra l’altro la campionessa veronese era presente sulla tribuna di Cesenatico – con Erminio Azzaro – per assistere alla gara del figlio Roberto (5° nella gara maschile, con il nuovo personale di 2.01). Al di là dei paragoni evocativi, l’1.87 ottenuto all’ultimo impegno di una stagione lunghissima, ha confermato che la ragazza di Schio ha veramente dei numeri: e la prima prova a 1.90 ha fatto gridare al record, che sarebbe stato eguagliato anche alla stessa età di Barbara Fiammengo (allora la categoria allieve si chiudeva a 16 anni), per quanto Elena sia angraficamente più vecchia di qualche settimana. L’appuntamento è ora per la stagione indoor 2008, la vicentina lo ha confermato: anche se non ha voluto esprimere alcun auspicio per un’eventuale partecipazione ai Mondiali juniores di Bydgoszcz in luglio. E vedremo se, dopo Pechino 2006 ed Hengelo 2007, ci potrà essere nuovamente in azzurro un’allieva impegnata in una competizione della categoria superiore. D’altronde i riferimenti anagrafici sono sempre abbastanza relativi: a Cesenatico vi è stato più di un protagonista della classe ’91. In campo maschile hanno conquistato il titolo al primo anno di categoria: Francesco Ravasio (400m), Mohamed Mouaouia (1500m), Eusebio Haliti (400hs), Giuseppe Carollo (alto), Claudia Stecchi (asta) ed Eduardo Albertazzi (disco). Nel settore femminile ci sono riuscite: Marta Maffioletti (doppietta 100 e 200 metri), Valentina Zappa (400m), Federica Soldani (800m), Jessica Pulina (1500m), Daniela Spadoni (100hs), Elena Vallortigara (alto), Maria Moro (triplo), Letizia Marchi (giavellotto), Antonella Palmisano (marcia 5km). Un’incidenza che sfora abbondantemente il 40%, risultando un dato statistico da tenere presente. E, addirittura, l’intera staffetta veloce dell’Estrada – Marta Maffioletti, Laura Gamba, Gaia Edda Cinicola, Isabella Malara – era composta da atlete del ’91, a ricalcare il quartetto che lo scorso anno migliorò a ripetizione il limite nazionale cadette della 4x100m. Una dimostrazione della vitalità del sodalizio bergamasco, che a Cesenatico ha vinto cinque titoli (due con la sprinter Maffioletti, il triplo con Maria Moro, il martello con Luisa Scasserra e, appunto, la staffetta). Nel corso dei nostri resoconti dal “Moretti” abbiamo privilegiato in alcuni casi le storie di immigrazione, raccontandole nel dettaglio: talvolta queste valutazioni vengono sentite con malcelato fastidio nell’ambiente sportivo – quasi costituissero un rimprovero agli sforzi di formare vivai autoctoni o, peggio ancora, un tentativo di percorrere scorciatoie per il reclutamento – ma i fatti dimostrano che le cose non stanno così. In realtà la storia insegna che siamo terra d’immigrazione da due decenni e che sarà sempre più necessario confrontarci con le esigenze dell’integrazione. Quando i numeri parlano di 3 milioni di stranieri già regolarizzati, e chissà quanti in arrivo – ma soprattutto del differente tasso di natalità – parlarne diventa obbligatorio. Alle vicende delle quali abbiamo già parlato, aggiungiamo in questa sede quella di Eusebio Haliti: se non altro perché il ragazzo di origini albanesi, cresciuto atleticamente nella Scotellaro Matera, ha messo in mostra un potenziale non indifferente nei 400hs. Ma anche in questo caso, la normativa rischia di togliere prospettive all’interessato: Eusebio ha 16 anni ed è in Italia ormai da sette, parla con spiccato accento lucano e si sente probabilmente italiano, al punto che la decisione della federazione albanese di iscriverlo ai Mondiali U18 di Ostrava – con 53”82 era abbondantemente in possesso del minimo - non ha poi avuto seguito con l’effettiva partecipazione. La legge dice che dovrà attendere almeno il 2010 per poter chiedere la cittadinanza e poi confidare nella buona sorte, sfidando i meandri della burocrazia nell’iter di naturalizzazione: ma avrà la pazienza di aspettare, senza obiettivi agonistici misurabili, Mondiali o Europei di categoria? Un occhio di riguardo, da ultimo, lo teniamo per il mezzofondo, visto che spesso è il settore che fa da barometro per capire se all’orizzonte del nostro movimento atletico ci sia o meno bel tempo in arrivo. Nella categoria juniores abbiamo quest’anno avuto le belle conferme di Mario Scapini e di Merhium Crespi: non possiamo più parlare di grandi numeri e immensi talenti, quelli che uscivano in serie dal settore giovanile di 15 o 20 anni fa, bensì di individualità da tener d’occhio per assicurare la continuità. Da Cesenatico sono uscite gare molto combattute di media e lunga lena: e, soprattutto, rimane l’impressione di un’impronta tattica che alcuni sono riusciti a dare alle loro esbizioni. Tattica vera, e non sterili tatticismi: capacità d’interpretazione dei momenti topici della gara. Naturalmente ci sono angoli da smussare ed esperienze da acquisire, tuttavia qualcosa si è visto. La sola Valeria Roffino sulle siepi ha incondizionatamente dominato la sua gara: negli altri casi la vittoria è andata a chi ha saputo cogliere l’attimo giusto per procurarsi un decisivo vantaggio. Come Andrea Bufalino sugli 800 metri: il reatino aveva un avversario decisamente scomodo come l’italo-marocchino Mouaouia (vincitore dei 1500 nella prima giornata) e invece ha indovinato il momento adatto per innescare la sua secca volata. Non solo progressione, ma un paio di cambi di velocità che poi sono quelli che fanno la differenza anche al piano di sopra: Bufalino non ha avuto quest’anno esperienze esaltanti in campo internazionale, né a Ostrava né a Belgrado, ma evidentemente la lezione è servita e le qualità giuste devono esserci, se è vero che in stagione è sceso a 50”00 sul giro di pista. Molto bella anche la gara di Jessica Pulina sui 1500 metri: anche perché l’avversaria di turno era quella Veronica Inglese che di certo non è cliente accomodante in volata. Dopo aver perso due titoli cadette dei 2000 metri – Bisceglie e Bastia Umbra – per aver puntato tutto sul ritmo, stavolta la giovanissima atleta sarda ha messo a punto la progressione nei 300 metri finali e non ha mollato di un centimetro. Il giorno dopo, sui 3000, non c’è stato nulla da fare rispetto a Valeria Roffino: ma la Pulina di Cesenatico è sicuramente un’atleta nuova e con più frecce in faretra di quella vista in passato. Per chiudere, sull’argomento, due parole su Luca Baldessari. Abbiamo già osservato come il trentino abbia perduto una grossa occasione per scendere finalmente sotto i sei minuti sui 2000 siepi: in realtà i suoi miglioramenti recenti sono abbastanza strabilianti e probabilmente i limiti personali di Luca sono ancora tutti da scrivere. A questi livelli le gare “calde” sono molto rare – lo stesso Mohamed Mouaouia ci confidava: “Se trovassi la gara giusta sui 1500, già adesso potrei valere 3’50”0 o forse meno” – e anche per questo una reale valutazione delle potenzialità dei nostri giovani mezzofondisti può essere ardua. Per quanto riguarda Luca, però, l’aspetto interessante è che viene da Fraveggio, frazione di Vezzano (15km da Trento) che ha solo 250 abitanti, ma un’altissima densità di atleti: il campione italiano delle siepi ha una sorella maggiore – Cinzia, classe ’88, buona 800ista ferma attualmente per un infortunio al crociato – e una minore – Irene, classe ’93, tra le migliori cadette di quest’anno in diverse specialità – ma anche altre parentele collaterali. Infatti il papà Franco, che è pure capo-tecnico della famiglia Baldessari, è cugino di due atlete che hanno lasciato il segno nelle categorie giovanili, come l’ostacolista Cristina e la sprinter Patrizia. nelle foto in pagina (cortesia Maurizio De Marco): Luca Baldessari (in alto), campione italiano delle siepi, e il duello tra Jessica Pulina e Veronica Inglese nei 1500 di Cesenatico (in basso). File allegati:
- LE LISTE ALLIEVI DI SEMPRE



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