2022, l’eredità di un anno da record

29 Dicembre 2022

Il bilancio internazionale di una stagione sopra le righe. I primati, il Mondiale indoor di Belgrado e quello di Eugene, l’Europeo di Monaco, la Diamond League, le imprese, i personaggi, le cifre
di Marco Buccellato

Non ce ne voglia il 2021, giustamente celebrato come annata sensazionale. L'anno che sta per chiudersi, con la concomitanza di due campionati del mondo, Belgrado al coperto e Eugene all'aperto, e dell'Europeo estivo d'agosto, ha superato per qualità e quantità anche i livelli della stagione precedente. Sono caduti primati, alcuni ritenuti impossibili nella cifratura, si sono confermati big e altri sono arrivati ai vertici dopo anni di stabilità ai piani alti dei valori internazionali. 

I PRIMATI DEL MONDO. Nell'arco di tre mesi, dal 25 giugno al 25 settembre, sono caduti cinque record mondiali in specialità olimpiche. Apre l'arcobaleno Sydney McLaughlin ai Trials di Eugene, limando il limite dei 400hs a 51.41. È ancora lei a scrivere la pagina più incredibile della rassegna iridata, il 22 luglio, scavando un abisso al fresco primato del mondo fino a 50.68. Due giorni dopo, a chiusura del Mondiale, la nigeriana Tobi Amusan vince una semifinale irreale dei 100hs in 12.12 togliendo otto centesimi al record del mondo. Solo il vento, due virgola cinque nella finale, le negherà una prestazione ancora più stordente (12.06!). Digerita l'abbuffata-ostacoli, l'ultimo bagliore dell'Oregon porta la firma di Armand Duplantis, che artiglia le nuvole nell'asta a 6,21. Lui e la McLaughlin, per World Athletics, saranno gli atleti del 2022. L'ultimo record cade nella maratona dove il primato è di casa, il 25 settembre. In una Berlino gonfia d'attese, Eliud Kipchoge non fallisce il tentativo di migliorarsi ancora e chiude in 2h01:09, trenta secondi sotto al limite da lui stesso stabilito quattro anni prima. È l'ottavo record mondiale consecutivo maschile sui 42,195 km che passa per la metropoli tedesca. C'è anche un record europeo su strada, lo firma in 13:14 Yeman Crippa nella gara dei 5 km di Herzogenaurach a fine aprile.

I "WORLD BEST" DEL 2022. Le migliori prestazioni mondiali sono state undici tra gli uomini e sei tra le donne. Sulla riva uomini, due portano la firma di Kipchoge, che negli intermedi di Berlino ha migliorato i limiti sui 25 km (1h11:08) e sui 30 km (1h25:39). L'altro keniano Sabastian Kimaru Sawe, durante la gara in pista sull'ora a Bruxelles, ha firmato i nuovi limiti sui 15.000 metri (41:51.64), sulle dieci miglia (44:57.65) e sui 20.000 metri (56:20.55). Ancora Africa con il 40:43 dell'ugandese Jacob Kiplimo sui 15 km di passaggio nella mezza maratona di Ras al-Khaimah, e con l'ultimo limite in ordine cronologico, il 44:04 del keniano Bernard Kibet Koech nelle dieci miglia su strada di Kosa, il 4 dicembre, l'ultima distanza che ancora portava l'autografo di Haile Gebrselassie. Gli altri quattro "world best" sono dell'asso delle lunghissime distanze, il lituano Aleksandr Sorokin, che a Tel Aviv, Bedford e Verona, nello spazio di neanche nove mesi, ha migliorato i limiti delle 100 miglia, delle 12 ore, dei 100 km e delle 24 ore. Tra le donne, tris di migliori prestazioni della keniana Ruth Chepngetich, che in ottobre a Chicago manca di 14 secondi il record mondiale di maratona ma negli intermedi dei 25 km, 30 km e 35 km firma i migliori crono di sempre (1h18:03, 1h34:01 e 1h50:25). L'Europa dell'Est si prende il limite delle 48 ore di corsa su strada con la polacca Patrycja Bereznowska (403,32 km) e con la marciatrice ucraina Lyudmila Olyanovska nell'ora di marcia (13,26 km). Unico acuto in pista, presagio dello straordinario Europeo che la vedrà assoluta protagonista, il 36.86 di Femke Bol sui 300 metri ostacoli a fine maggio, a Ostrava.

I PRIMATI U20. Cinque nuovi record mondiali di categoria a iniziare dal 19.69 di Erriyon Knighton sui 200 metri (non omologato invece il sensazionale 19.49 vista l'assenza di antidoping dopo la gara), distanza in cui è caduto anche il limite europeo con l'israeliano Blessing Afrifa (19.96) capace di battere l'altro fenomeno giovanile della velocità, il botswaniano Letsile Tebogo, a sua volta a doppia firma sul primato dei 100 metri, 9.94 ai campionati del mondo di Eugene e 9.91 in quelli U20 di Cali, che hanno visto anche il limite femminile della 4x100 a opera delle frecce giamaicane (42.59). Ultimo record del mondo nel disco da 1,75 kg, con il tedesco Mika Sosna (71,37), primato europeo nei 3000 siepi con il danese Christensen (8:29.12). 

REVIEW: BELGRADO, PRIMATI E FLASH. Un Mondiale indoor dove solo quattro atleti hanno vinto l'oro al coperto anticipando quello estivo di Eugene. Grant Holloway (60hs e 110hs), Mondo Duplantis (asta), Shaunae Miller-Uibo (400) e Yulimar Rojas (triplo). Sarebbero cinque con l'etiope Gudaf Tsegay, che a Belgrado ha conquistato l'oro sui 1500 metri e in Oregon quello sui 5000, distanza non in programma nella rassegna iridata al coperto. Un evento con pagine così luminose da accecare: tre record mondiali di cui due assoluti, il 15,74 della Rojas nel triplo, il 6,20 di Duplantis nell'asta (successivo al 6,19 sulla stessa pedana due settimane prima e poi migliorato ancora a Eugene), il 7,29 di Grant Holloway sui 60hs a eguagliare se stesso. La stagione indoor lascia ai posteri anche il limite mondiale sui 1500 metri di Jakob Ingebrigtsen, 3:30.60 a Liévin, poi sconfitto nella finale iridata dall'etiope Tefera. Tra le immagini più a fuoco nell'Arena serba, oltre ai record, le pazzesche finali dei 60 metri: oro di Marcell Jacobs sul terreno di caccia di Christian Coleman e sensazionale 6.96 della svizzera Kambundji contro ogni pronostico, il trionfo di Darlan Romani nel peso su Ryan Crouser, l'oro dai mille significati di Yaroslava Mahuchikh nell'alto, il balzo di Ivana Vuleta, nata Spanovic, che con 7,06 torna a ruggire nella sua ultima (?) stagione.

REVIEW: EUGENE. Il lascito di Tokyo, la conferma di Eugene. Ben undici titoli olimpici individuali di un anno fa sono stati confermati con l'oro mondiale all'Hayward Field. Ben otto femminili, con Shaunae Miller-Uibo (400), Athing Mu (800), Faith Kipyegon (1500), Sydney McLaughlin (400hs), Katie Nageotte (asta), Malaika Mihambo (lungo), Yulimar Rojas (triplo) e Nafi Thiam (eptathlon). Si aggiunge, come nono bis a meno di un anno solare di distanza, l'oro delle statunitensi nella 4x400. Solo tre uomini hanno bissato le glorie olimpiche, Massimo Stano (emigrato dai 20 km di Sapporo ai 35 km di Eugene), il keniano Emmanuel Korir sugli 800 metri e Pedro Pablo Pichardo nel triplo. Le cifre più importanti, a parte i primati già citati in apertura, portano la doppia firma sui 200 metri di Noah Lyles, 19.31 nella miglior stagione della carriera, e di Shericka Jackson, 21.45 a soli undici centesimi dal record del mondo. Le pagine più belle, a volte inaspettate: i successi di Jake Wightman nei 1500 su Jakob Ingebrigtsen, l'eleganza dell'ostacolista brasiliano Alison dos Santos (46.29!), il quinto titolo mondiale sui 100 metri di Shelly-Ann Fraser-Pryce, che centra un irripetibile "settebello" con il doppio oro olimpico già esposto in salotto. 

REVIEW: MONACO. Nove campioni olimpici di Tokyo si sono laureati campioni d'Europa a Monaco. La coppia azzurra Jacobs-Tamberi, e i super-big Ingebrigtsen, Warholm, Duplantis, Tentoglou, Pichardo e Nowicki, la belga Thiam nelle prove multiple. Molto più ostico confermare con l'oro europeo il fresco titolo mondiale di Eugene, impresa riuscita solo a tre atleti del Vecchio Continente, ancora Ingebrigtsen (sui 5000), Duplantis e Pichardo. Tre uomini e tre donne, lanciato il 2022 con l'oro iridato indoor di Belgrado, hanno chiuso in gloria con quello europeo estivo: lo spagnolo Mariano Garcia (800), il lunghista greco Tentoglou e l'imbattibile Duplantis. Le donne, ancora super-Thiam, la Mahuchikh nell'alto e Ivana Vuleta nel lungo con identica misura di 7,06 come a Belgrado. Un'edizione che porta il nome dell'olandese Femke Bol, oro sui 400 piani, sui 400 ostacoli e con la staffetta 4x400, che ha emulato la leggendaria connazionale Fanny Blakers-Koen che vinse tre ori (100, 200 e 80hs) nell'edizione 1950. Le immagini dei campionati: l'incredibile finish dei 100 metri donne vinti da Gina Lückenkemper, con caduta e squarcio sulla coscia, il successo a sorpresa di Wilma Murto nell'asta con tre record nazionali in successione, il sesto oro consecutivo di Sandra Perkovic nel disco, la finale del giavellotto per la composizione multigenerazionale del podio con due giovanissime, la greca Tzéngo e la serba Vilagos, e l'ultra-40enne Barbora Špotáková.

LA DIAMOND LEAGUE. Picchi straordinari e numerosi primati del circuito, al dodicesimo anno dall'inaugurazione del format. Tre atleti maschi e sei donne si sono confermati nelle finali di Zurigo, bissando il successo del 2021: Gianmarco Tamberi, Emmanuel Korir sugli 800 e Duplantis nell'asta, la Kipyegon sui 1500, la neo-primatista mondiale dei 100hs Amusan, l'olandese Bol, Ivana Vuleta-Spanovic, la Rojas nel triplo e la discobola USA Allman. Il bilancio del più prestigioso circuito internazionale poteva essere tecnicamente anche più consistente, se il calendario internazionale, oggetto degli spostamenti d'agenda post-pandemia, non avesse costretto a qualche rinuncia per decongestionare l'attività, intensissima.

NUMERI SENZA PRECEDENTI. Tecnologie, la riappropriazione dell'attività senza restrizioni, l'evoluzione naturale. Tutto ha contribuito all'esplosione tecnica e cronometrica di alcune specialità. Su tutte, la maratona, ancora in primo piano e senza flessioni, stagione dopo stagione. Nel 2021, 215 maratoneti e 226 maratonete si sono espressi sotto i vecchi standard che definivano gli specialisti di alto livello, 2h10 per gli uomini, 2h30 per le donne. L'incremento nel 2022 è stato enorme, soprattutto tra gli uomini (300!), quasi il 20% in più tra le donne (268). La crescita d'assieme, a livello cronometrico, lascia senza fiato, stavolta soprattutto al femminile. Nel 2021 il centesimo delle graduatorie mondiale si era espresso a 2h07:40, quest'anno a 2h07:12. Per le donne, un boom mai visto: dal 2h26:33 della centesima posizione del 2021, al 2h24:10 di quest'anno, con quasi due minuti e mezzo di miglioramento sui grandi numeri. È stato anche l'anno della discesa di massa sotto le 2h20 nella 42 km donne: ben 29 maratonete hanno sfidato e abbattuto il muro, per un totale di 37 prestazioni. Anno-record anche per il trend dei 100 maschili: 30 sprinter sotto i 10 secondi, un crono di 10.12 per garantirsi un posto tra i primi cento del mondo, un incredibile numero di 407 centisti capaci di correre in almeno in 10.30 in ogni angolo del pianeta. 

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