Verso Daegu: 1. velocità e ostacoli



Il punto sul Campionato del Mondo di Daegu in sei puntate: ci avvicineremo all'esordio del 27 agosto attraverso la presentazione dei protagonisti, con il bilancio statistico delle precedenti dodici edizioni, e con le curiosità delle gare della tredicesima rassegna iridata. Il primo segmento pre-mondiale è dedicato alla presentazione delle gare di velocità dai 100 ai 400 metri (staffette comprese), e delle specialità a ostacoli, al maschile e al femminile.

100 metri uomini

A due anni dall'edizione di Berlino, Usain Bolt torna protagonista sulla scena mondiale. Il giamaicano, primatista del mondo in entrambe le distanze dello sprint (e nella 4x100), è il logico favorito dei 100 e dei 200 metri, ma non appare devastante come due anni fa. La storia iridata dice anche che nessuno ha vinto per due volte l'accoppiata 100-200. I pericoli per Bolt, in considerazione dell'assenza dello statunitense Tyson Gay, arrivano sulla carta soprattutto dalle rivalità interne. Il più accreditato dei connazionali di Bolt è Asafa Powell, capofila stagionale con 9"78: nelle ultime due edizioni del mondiale ha portato a casa il bronzo. Nesta Carter e Yohan Blake sono gli altri due razzi.

Nel binomio Giamaica-USA si inserisce la candidatura di Walter Dix, il velocista statunitense più regolare della stagione, uscito vittorioso dai Trials in entrambe le distanze. Il piccolo Rodgers è incappato in un incidente di percorso per aver assunto una bibita contenente una sostanza stimolante, e il suo destino non è ancora chiaro. Il terzo sprinter USA è Justin Gatlin, tornato a meritarsi un palcoscennico globale dopo una lunga squalifica. L'altro nome da seguire è quello del francese Christophe Lemaître, l'unico sprinter bianco capace di correre sotto i 10 secondi. In prossimità del mondiale è tornato a esprimersi ad alti livelli il trinidegno Richard Thompson, argento olimpico a Pechino, con 9"85. L'incognita? E' Ngoni Makusha (Zimbabwe), sceso a 9"89 dopo essersi fatto un nome nel salto in lungo.

Le cifre: il record dei Campionati è anche il primato del mondo (9"58 di Bolt a Berlino). Il primato sul suolo coreano appartiene sempre a Bolt (9"86 poco più di un anno fa, proprio a Daegu). Al mondiale (edizione di Tokyo 1991) si deve anche la prima delle tre gare della storia della velocità con ben sei uomini sotto i dieci secondi. Le medaglie: otto volte su dodici l'oro è andato a un velocista statunitense (tre vittorie per Maurice Greene). A rompere l'egemonia USA sono stati, nell'ordine, il britannico Christie, il canadese Bailey, il caraibico di St.Kitts Kim Collins, e Usain Bolt. I tempi: da quattro edizioni, i tempi del primo, del secondo e del terzo classificato nella finale dei 100 metri sono in costante miglioramento. Progredire ancora significherebbe realizzare un nuovo record mondiale, relativamente al primo classificato. La finale è prevista per il 28 agosto, ore 13:45 italiane.

200 metri uomini

Sempre Bolt in prima linea: suo il primato del mondo e dei campionati (19"19), sua la miglior prestazione stagionale con 19"86. Usciti momentaneamente di scena Gay e Spearmon, e con scarsa concorrenza in casa, per il giamaicano volgono a favore tutti i pronostici. L'ombra da scrollarsi di dosso è sempre quella dello statunitense Dix. Tra le altre figure in grado di ben figurare, il 21enne connazionale Ashmeade, il panamense Edward, e gli europei Lemaître e Saidy Ndure, il norvegese nato in Gambia. Mina vagante, l'ex-nigeriano Ogunode, che gareggia per il Qatar, appena 20 anni.

Le curiosità: vincendo l'oro, Bolt appaierebbe Michael Johnson e Calvin Smith, a loro volta in due occasioni sul gradino più alto del podio. Nelle precedenti dodici edizioni, gli Stati Uniti, come nei 100 metri, hanno conquistato la medaglia d'oro ben otto volte. Anche per i 200 vale il discorso cronometrico dei 100: la tendenza, per i primi tre classificati, è di correre sempre più veloce, a partire dall'edizione 2003 di Parigi. Finale il 3 settembre, ore 14:30 italiane.

400 metri uomini

Una delle gare con il pronostico più chiuso o aperto, a seconda dei punti di vista. Alla luce dell'infortunio di Jeremy Wariner, è il campione uscente LaShawn Merritt l'uomo da battere, tornato di recente dopo una sospensione, ma su di lui pende l'incognita della desuetudine a reggere con efficacia il succedersi dei turni. In contraltare, in una specialità dove per nove volte (e da quattro mondiali consecutivi) il successo è andato a un atleta USA, c'è l'invasione dei non-statunitensi: il giamaicano Gonzales, i bahamensi Chris Brown (da anni ai piedi della gloria) e Pinder, il fenomeno 19enne di Grenada Kirani James, leader mondiale stagionale alla prima apparizione in Europa, a Londra. Dal fronte americano anche Tony McQuay, vincitore dei campionati nazionali, proveniente dal ricchissimo calderone universitario. L'Europa presenta i gemelli belgi Borlée. L'attrazione mediatica è Oscar Pistorius, uno dei due atleti paralimpici a conquistarsi il diritto di competere con gli atleti normodotati (l'altro è l'ipovedente irlandese Smyth, iscritto ai 100 metri).

I numeri: il primato dei campionati è l'inavvicinabile primato del mondo di Michael Johnson (43"18). Suo anche il margine più ampio tra il primo e il secondo classificato in una finale mondiale (un secondo e undici centesimi). Il tempo più veloce ottenuto in Corea è il 43"87 con cui Steve Lewis, da junior, vinse l'oro olimpico a Seul. Nella storia mondiale della specialità, undici successi sono andati ad atleti del continente americano (9 agli USA, uno a Bahamas e Giamaica). L'unico europeo a fregiarsi dell'oro fu il tedesco democratico Schönlebe nell'edizione di Roma, con il 44"33 che figura ancora come record europeo. La finale è il 30 agosto, ore 14:45 italiane.

4x100 uomini

Giamaica contro USA, se i cambi non produrranno vittime illustri, come in tante edizioni mondiali e olimpiche. A Berlino la pista disse Giamaica (record dei campionati del mondo fissato a 37"31), davanti agli sprinter di Trinidad e ai britannici, mentre gli Stati Uniti fecero harakiri in batteria. La miglior prestazione mondiale stagionale è di un quartetto USA comprendente Rodgers (su cui grava una possibile sospensione), la seconda è di una formazione con nazionalità miste, per cui il tempo stagionale da battere potrebbe essere il 38"23 di un altro assemblaggio americano (a Londra) con due ostacolisti nelle ultime due frazioni. Dietro le due squadre favorite, sono Gran Bretagna, Trinidad, Canada, Giappone, Francia e Italia a cercare un posto al sole.

La tradizione mondiale: la storia mondiale della specialità conta sette titoli iridati su dodici in palio per gli Stati Uniti, due ai canadesi. Mai all'oro, la Gran Bretagna è finita ben sette volte sul podio, con due argenti e cinque bronzi, di cui tre nelle altrettante ultime edizioni del mondiale. Miglior risultato di una formazione europea: l'oro francese di Helsinki 2005. Tempo da battere sul suolo coreano: il 38"19 con cui l'Unione Sovietica andò a segno ai Giochi di Seul. La finale è prevista per il 4 settembre, ore 14 in Italia.

4x400 uomini

A contendere il successo agli USA (sei vittorie nella storia dei mondiali, ma con una squadra meno imbattibile rispetto al passato), le altre formazioni caraibiche di Giamaica, Trinidad e Bahamas. Sul fronte europeo, il Belgio appare il team-guida, mentre britannici e polacchi hanno perso parte dello smalto del passato. Sud Africa (con Pistorius), Russia e Francia vantano ambizioni da finale. Il record mondiale e dei campionati è il 2'54"29 ottenuto dagli USA a Stoccarda nel 1993.

Gli USA guidano il medagliere della storia dei mondiali con 6 ori, come detto, seguono gli inglesi con due. Curiosità: per sette volte la Giamaica è salita sul podio, conquistando cinque argenti e due bronzi. Miglior risultato in terra coreana: il 2'56"16 del quartetto statunitense a Seul nel 1988. La finale è prevista il 2 settembre alle ore 14:15 italiane.

110 metri ostacoli

Una delle gare-clou del mondiale, con tre star dichiarate: due campioni olimpici, il cubano Dayron Robles e il cinese Liu Xiang, e il potentissimo americano David Oliver, in calo nelle ultime uscite. Linfa nuova alla specialità è stata portata recentemente dall'altro statunitense Jason Richardson, finalmente continuo e fortemente progredito dopo anni di aspettative non mantenute. Il terzo uomo USA, Aries Merritt, è alla finestra ed aspetta un fatale errore degli avversari per inserirsi in zona-podio. Per l'Europa, il migliore appare il britannico Turner, campione continentale a Barcellona. Il resto del mondo si affida al giamaicano Thomas, primatista nazionale con 13"15.

Numeri e storia: il record del mondo è di Robles (12"87), il miglior tempo della stagione appartiene a Oliver con 12"94. Sul suolo coreano il più veloce è un altro vincitore dei Giochi di Seul, Roger Kingdom, con 12"98. Il record della pista di Daegu è ancora di Oliver (13"11). Campione uscente, Ryan Brathwaite, storico oro per Barbados. Nella storia dei mondiali, sette medaglie d'oro per gli ostacolisti USA e ben diciotto podi complessivi, ma l'oro sfugge agli atleti a stelle e strisce da ben tre edizioni. Finale il 29 agosto alle 14:25 ora italiana.

400 metri ostacoli uomini

L'inizio di stagione è stato dominato dal sudafricano Van Zyl e dal giovane connazionale Fredericks, poi gli specialisti USA hanno calato gli assi in occasione dei Trials con ben tre uomini sotto i 48 secondi: il giovane Jeshua Anderson, l'ex-iridato Bershawn Jackson, il due volte olimpionico Angelo Taylor. Sono questi, assieme al campione d'europa David Greene, gli uomini su cui puntare per il successo. L'iridato in carica delle ultime due edizioni, Kerron Clement, non appare nelle condizioni migliori, mentre dal fronte caraibico ritrovano il palcoscenico mondiale il portoricano Culson (sul podio a Berlino nonostante la corsia più esterna) e l'uomo di Trinidad Gordon, quarto due anni fa a soli diciotto anni.

L'americano Kevin Young vanta sia il record del mondo (46"78) che il primato dei campionati (47"18), cose di quasi venti anni fa. Il record italiano di Fabrizio Mori (47"54, argento mondiale a Edmonton, successivo all'oro di Siviglia) figura ancora tra le dieci migliori prestazioni ottenute in un campionato del mondo. Nella storia dei mondiali, sette ori agli americani (gli ultimi tre nell'ordine a Helsinki, Osaka e Berlino), due al portentoso dominicano Sanchez, ancora sulla breccia. Curiosità: ben quattro atleti arrivati al titolo mondiale junior saranno in pista a Daegu: Clement, Gordon, Anderson e Van Zyl. Finale il primo settembre alle 14:30 italiane.

100 metri donne

Il leit-motiv, riproponibile anche nei 200 metri, è la sfida di Carmelita Jeter alle giamaicane, presenti con Stewart, Campbell-Brown, Fraser-Pryce e con la giovane Levy. L'americana Jeter, giunta alla notorietà quasi a trent'anni, è salita sul podio sia a Osaka che a Berlino, accontentandosi della medaglia di bronzo. Oltre alla Jeter e alle giamaicane, da seguire l'altra statunitense Myers-Hooker e la trinidegna Baptiste. Cerca una corsia in finale la bulgara Ivet Lalova, l'unica sprinter europea capace di esprimersi sotto gli undici secondi nella stagione.

Il primato dei campionati è a rischio (10"70 di Marion Jones). Difficilmente attaccabile il record sul suolo coreano (10"62 di Flo-Jo Griffith). In dodici edizioni iridate si contano sei vittorie statunitensi, due a testa per Giamaica (le ultime due) e Germania Democratica. L'atleta più medagliata è ancora Merlene Ottey, quattro volte sul podio, senza mai arrivare all'oro, mancato per un millesimo nella storica finale del 1993 contro Gail Devers. Finale il 28 agosto, ore 14:45 in Italia.

200 metri donne

Alla ricerca dell'impresa mai riuscita in precedenza (oro su 200 e 400 metri) è Allyson Felix, che prima di affrontare i 200, dove è campionessa uscente, dovrà sorbirsi la sbornia dei 400. La Felix ha vinto gli ultimi tre titoli mondiali, e parte coi favori del pronostico, pur dovendo guardarsi dalla solita Veronica Campbell-Brown, da Kerron Stewart e da Shelly-Ann Fraser. Le altre americane, la Solomon, la novità Tarmoh e la compatta Knight, aspirano a giocarsi al meglio la finale. Per l'Europa, la Lalova è meno dirompente che nei 100 metri, e le ucraine Povh e Ryemyen sembrano aver dato il meglio nella stagione invernale.

I numeri: il record dei campionati è il vecchissimo 21"74 di Silke Gladisch a Roma 1987. La più medagliata è nuovamente Merlene Ottey, sei volte sul podio col doppio oro nel 1993 e nel 1995. Al titolo mondiale sono giunte per quattro volte le americane (con sei argenti), due le giamaicane e le tedesche democratiche. Per il terzo mondiale consecutivo si rischia l'accoppiata Felix-Campbell per l'oro e l'argento. Il miglior risultato di sempre in Corea? Manco a dirlo, è il record del mondo ufficiale di 21"34, della Griffith. Sulla pista mondiale la Felix ha già vinto in maggio, in 22"38. La finale è in programma il 2 settembre alle 13:55 italiane.

400 metri donne

Gran gara, con molte aspiranti al titolo: la Felix, per aprirsi la strada alla doppietta con i 200, una Sanya Richards-Ross di nuovo in carreggiata e l'africana Montsho (Botswana), dominatrice nelle ultime sei gare disputate dopo due sconfitte patìte proprio dalla Felix. Fari accesi anche sulle giamaicane Williams, Williams-Mills e Whyte, e sull'altra americana McCorory. Per l'Europa le russe Kapachinskaya, capolista stagionale con 49"35, e Krivoshapka.

Il record dei campionati, il 47"99 della Kratochvilova di Helsinki '83 appare lontanissimo. In fatto di medagliere regna l'equilibrio, con due ori a testa per Stati Uniti, Australia e Francia. La cabala dice che dall'edizione del 1999 l'oro cambia bandiera. Dopo l'Australia (con la Freeman), si sono succeduti Senegal, Messico, Bahamas Gran Bretagna e Stati Uniti. La Felix correrà anche per tenere la medaglia più importante in casa americana. Infine, dal 1993 almeno una atleta dell'area caraibica è sempre riuscita a salire sul podio. Finale il 29 agosto alle 14:05.

4x100 donne

Le ragazze USA sono state le più veloci dell'anno, ma la miglior prestazione stagionale (42"28) risale alle Penn Relays di Philadelphia, dove tra le giamaicane (battute) non c'era Veronica Campbell. Nella storia dei mondiali le staffettiste americane hanno vinto l'oro in cinque occasioni, ma non sono esenti da pasticci nei cambi, la causa delle due batoste subìte a Pechino e Berlino con prematura eliminazione. In tutti i dodici podi mondiali è sempre salita almeno una squadra in rappresentanza dell'Europa, ma mai la forte Ucraina, che quest'anno ha ottime carte da giocare. La Russia farà a meno della Chermoshanskaya (infortunata), la Germania della campionessa europea dei 100 Sailer (idem). Oggetto misterioso, ma già due volte ai piedi del podio, la Nigeria. La finale da leggenda: nel 1993 a Stoccarda, con Russia e Stati Uniti oro e argento con lo stesso tempo, e la Privalova dichiarata davanti alla Devers. Finale il 4 settembre alle 13:35 ora italiana.

4x400 donne

La ruota della staffetta del miglio gira sempre attorno alle stesse squadre: Stati Uniti, Russia, Giamaica. Le americane sono le migliori della stagione (sempre a Philadelphia), e da due edizioni battono le giamaicane nella finale mondiale, dove vantano complessivamente cinque successi. Le giamaicane cercano il secondo titolo mondiale dopo tre argenti consecutivi, la Russia vuole il podio. Possono far bella figura le britanniche e le sorprendenti brasiliane.

Anche nella 4x400 la presenza europea sul podio è stata una costante in tutte le edizioni, ma le tedesche non lo agguantano da dieci anni. La zona podio può non essere raggiunta anche con prestazioni-monstre (vedi la Russia, quarta a Osaka in 3'20"25!). L'esito più thrilling: quello di Parigi 2003, con le prime tre (USA, Russia e Giamaica) raccolte in trenta centesimi, e a Atene '97, con Germania, USA e Giamaica (stessa cosa). Finale il 3 settembre, ore 12:40.

100 metri ostacoli

Sally Pearson, l'australiana conosciuta anche col nome da nubile di McLellan, è imbattuta da un anno con dieci vittorie consecutive. Nel freddo di Birmingham ha portato il record d'Oceania a 12"48, mondiale stagionale. A contrastare la perfezione tecnica della Pearson, le tre statunitensi Harper (titolo olimpico a Pechino), Wells e Carruthers. In crisi di ricambio generazionale le specialiste giamaicane, le sole atlete che potrebbero insidiare il quartetto sembrano essere la britannica ex-USA Tiffany Ofili-Porter e la canadese Felicien, oro a Parigi 8 anni fa, che disputerà il sesto mondiale consecutivo.
 
Il primato dei campionati perdura nelle mani di Ginka Zagorcheva (12"34 a Roma). Nessuna nazione può vantare il palmarès iridato degli Stati Uniti, con sei medaglie d'oro in dodici edizioni. L'Australia, solo un quinto posto nella storia dei mondiali, può fare il colpo grosso con la Pearson. Nessuna ostacolista europea riesce a salire sul podio dall'edizione di Siviglia '99. A Berlino, la finale presentava una sola europea (l'irlandese O'Rourke), la Pearson per l'Australia, e sei atlete del continente americano. La finale è prevista per il 3 settembre, ore 14 in Italia.

400 metri ostacoli donne

Una delle gare più interessanti dell'intero programma femminile, per la presenza della campionessa olimpica Melaine Walker e di Kaliese Spencer (giamaicane), della statunitense LaShinda Demus, e delle tre europee Hejnova (Repubblica Ceka), Antyukh (RUssia) e Stambolova (Bulgaria). La Spencer ha impressionato a Londra, avvicinando in 52"79 il record del mondo di Yuliya Pechonkina-Nosova (52"34). La Demus ha giganteggiato al Prefontaine Classic, la Hejnova è l'europea emergente. Possibili fuori-programma con candidate la britannica Shakes-Drayton, le ucraine, la fortissima junior giamaicana Tracey, ancora in difetto di tecnica ma potenzialmente destinata a una grande carriera.

Solo la Walker, tra le partecipanti, ha già vinto un mondiale (Berlino), col primato dei campionati (52"42), seconda prestazione di sempre. Nel computo delle medaglie d'oro (tredici poiché la IAAF comprende nell'elenco anche la mini-edizione di Sittard nel 1980), Australia, Marocco, URSS e Germania Democratica sono appaiate a quota due. Strano ma vero, gli USA contano un solo successo, datato 1995. Nella tradizione mondiale, grandi e anche grandissime finali, come in occasione dei record mondiali stabiliti da Sally Gunnell (Stoccarda), Kim Batten (Göteborg), e del quasi-mondiale della Walker a Berlino. Finale il primo di settembre, ore 14:15 in Italia.

Nelle foto d'archivio, Usain Bolt e Allyson Felix (foto Giancarlo Colombo/FIDAL)

 




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