Una storia al giorno

09 Dicembre 2013

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

9 dicembre. Questa volta non resta che tuffarci molto indietro nel tempo, ben oltre i 54 anni che oggi dividono dal momento in cui per caso, durante lavori edilizi in via Genova, nel capoluogo pugliese venne scoperta la tomba dell’Atleta di Taranto che alcuni hanno battezzato Ikkos e che cinque anni fa, esposto a Pechino, richiamò migliaia di visitatori. Quell’arredo funebre per un atleta colpì i cinesi, abituati a sontuose e sterminate sepolture destinate agli imperatori.

Al momento della morte, Ikkos era sui 35 anni, era alto 1,70 e, dallo scheletro trovato intatto, i ricercatori hanno stabilito che doveva pesare sui 77 chili: dal momento che visse 2500 anni fa, era un uomo grande e grosso. E un atleta molto forte, capace di riportare a Taranto quattro vittorie nei Giochi Panatenaici, quelli che riunivano il Commonwealth greco, sparso sulle sponde del Mediterraneo, con estreme propaggini a Marsiglia.

Ikkos era un talento multiplo: i suoi trionfi ateniesi vennero nel pentatlon che comprendeva corsa (probabilmente lo stadio, più o meno 200 metri), salto in lungo (con l’aiuto di equilibratori che spingevano gli atleti intorno ai 9 metri), disco (con attrezzi enormi che possono esser visti e soppesati nel museo di Olimpia), giavellotto e lotta. Il premio era un vaso a figure nere su fondo rosso: nell’arredo funebre ne rimangono tre dei quattro su cui il tarantino mise le mani in una delle sue trasferte nella capitale ellenica da cui tornava “di lauri cinto”.

Esami sullo scheletro hanno rilevato che Ikkos avesse una formidabile struttura muscolare, frutto dell’allenamento e di un’alimentazione adeguata: pesce e frutti di mare (a Taranto non è mai mancato né l’uno né gli altri), carne, frutta, verdura. Uno dei primi professionisti della storia? Non c’è dubbio che le comunità della Magna Grecia tenessero in gran conto i propri campioni. Studi e ipotesi affermano che sia stato anche uno dei primi esempi di “mens sana in corpore sano”: atleta di valore assoluto, certamente, ma anche pensatore e fondatore dei primi rudimenti di medicina sportiva. In quei tempi semplici e felici un uomo poteva avere più di una dimensione, interpretate tutte alla perfezione. Per antiche radici, l’erede di Ikkos è Daniele Greco, così sfortunato a Mosca da aver diritto a un rapido risarcimento. Più che le Panatenaiche, lo aspettano presto le Paneuropee.

Giorgio Cimbrico

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