Una storia al giorno

08 Settembre 2013

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

8 settembre. Buon compleanno al meeting di Rieti che oggi compie 43 anni (e a Sandro Giovannelli che il 4 dicembre, giorno di Santa Barbara, ne farà 76) e possiede un magazzino di ricordi, di record, di cifre globali che non può che suscitare l’invidia di piazze ben più grandi della capitale della Sabina.

Tanto per limitarci a quanto capitò esattamente undici anni fa, è il caso di riesumare la coinvolgente rincorsa di Hicham El Guerrouj al suo record del mondo dei 1500, allora vecchio appena quattro anni: quel 3’26”96 è ancora il sesto tempo della storia, il quinto del marocchino che sapeva unire talento sublime a una gentilezza naturale, a una mitezza lieve. La festa finale, allora, si svolgeva sul rettilineo coperto del Guidobaldi, Hicham aveva dimenticato l’invito e sin troppo solerti guardiani di porta gli negarono l’ingresso. Nessuno strepito, nessun “lei non sa chi sono io”, sino a quando il piccolo incidente svanì tra scuse e sorrisi.

Quel giorno il meeting, che già vantava una collezione significativa di prestazioni di gran pregio sugli 800, inizio ad arricchirsi e a formare una riserva aurea degna di Fort Knox: Kipketer 1’42”32, Bungei 1’42”34, Yampoy 1’42”91, Baala 1’43”15 fornirono un risultato d’assieme degno di un finale olimpica o mondiale. E in molti casi, anche meglio. Senza un tempo attrno agli 1’43”70 non si entra tra i primi venti della storia reatina. Tutti i giorni sono buoni per un’esplorazione che finisce per regalare frutti. Domani è il sesto anniversario del 9”74 che Asafa Powell, senza le concitazioni dei grandi appuntamenti a lui spesso fatali, offrì con un calligrafia nitida, nei nervi distesi della batteria. E tra due giorni cadrà il biennio dall’inseguimento di David Rudisha al record mondiale che su questa pista il magnifico masai aveva firmato nel 2010.

E così fa sempre una certa impressione, consultando l’almanacco-Bibbia, che in questo appuntamento voluto da un uomo e cresciuto nell’entusiasmo del suo piccolo popolo, quel luogo (Rieti) e quelle date tra la fine di agosto e gli esordi di settembre siano una costante. Gli aficionados con la memoria salda, non minacciata dal generale Alzheimer, ricordano che sempre qui, il 7 settembre 1986, Sebastian Coe offrì una delle sue ultime prove d’autore correndo in 3’29”77 o che il 1° settembre di dieci anni dopo Daniel Komen edificò una fortezza inespugnabile: 3’38”6 e 3’42”1 produsse 7’20”67. Solo El Guerrouj, tre anni dopo a Bruxelles, provò a minacciarlo, fallendo di poco più di due secondi.

Giorgio Cimbrico



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