Una storia al giorno

30 Agosto 2013

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

30 agosto. Questo è il santo giorno della sfida all’Ok Corral di Tokyo, di Mike Powell che, tanto per rimanere nel clima caldo del West, si trasformò nell’uomo che uccise Liberty Valance. Non era Carl Lewis il pistolero più implacabile del salto in lungo? Ma, considerato che di quella gara tutti noi della tribù sappiamo abbastanza in termini di brivido e di cifre, la scelta è caduta su un altro 30 agosto, trascorso al Neckarstadion di Stoccarda ventisette anni fa, penultima giornata di Europei che per noi si erano aperti con uno slogan impossibile da cancellare: Mei-Cova-Antibo.

Yuri Sedykh aveva toccato per la prima volta la riva del record del mondo sei anni prima, nella memorabile gara di Leselidze quando aveva raggiunto il tetto, ne era stato brevemente scalzato dal baltico Juri Tamm e nel giro di 35’ lo aveva rioccupato con 80,84. Da allora era stato un continuo faccia a faccia con il biondo stoppa e fulminoe Sergei Litvinov che, in tre successive tappe e usando la Spartakiade dell’83 come recita, si era portato a 84,14. Sedykh, ucraino di Novocercassk, classe ’55, oro olimpico a Montreal e a Mosca, appartenente al partito dei tre giri, violò la nuova frontiera, quella degli 86 metri e scelse Cork, Irlanda, come un omaggio agli antenati e agli iniziatori della specialità di origine celtica. L’86,34 che migliorava di oltre due metri il record di Litvinov arrivò il 3 luglio 1984 e suonò come un preventivo ridimensionamento del futuro oro olimpico della boicottata Los Angeles. Nel caso, fu il finnico Juha Tiainen, appena al di là dei 78.

Nell’86 Yuri si ritoccò a Tallinn, 86,66, ma si rese conto che l’86,04 di Sergei, qualche giorno dopo a Dresda, lo obbligava a spingersi molto. Per Stoccarda non gli rimaneva che offrire uno show che i  patiti della specialità ancor oggi rievocano con forte salivazione. Come una catapulta all’assedio di una fortezza, iniziò aggiustando il tiro (83,94, 85,28, 85,46) e messo a punto ogni dettaglio si inoltrò in qualcosa di molto smile alla perfezione: 86,74 (che resiste tuttora in cima alla lita di sempre), 86,68 (oltre il vecchio record ma con un piccolo ritardo), 86,62. La media, 85,78, finì per essere superiore di quattro centimetri al picco di Litvinov, che con 85,74 divenne l’autore della più grande misura perdente della storia. Quasi vent’anni dopo, nel’estate del 2005, il bielorusso Ivan Tikhon (o Tsikhan o Cichan, secondo altri tipi di traslitterazione) fece saltare in aria zolle a 86,73 scegliendo come luogo dell’impresa Brest Litovsk dove i russi nel ’18 firmarono la pace separata e uscirono dal primo conflitto mondiale. In seguito ombre molto lunghe si proiettarono sul bielorusso.

Sedykh ha seminato il suo fascino anche tra le campionesse e ha trasmesso il gesto alla progenie: ha sposato in prime nozze la bella Liudmila Kondtatieva, oro nei 100 a Mosca ’80, e dal matrimonio nacque Oksana (settima nel martello ai Mondiali di quest’anno) e attualmente è il marito di Natalia Livovskaja, oro nel peso a Seul ’88 e padrona del record con il 22,63 datato ‘87. Dalla loro unione è nata Aleksia, martellista che gareggia per la Francia dove è nata dopo il trasferimento a Parigi della coppia di inarrivabili primatisti.

Giorgio Cimbrico



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