Una storia al giorno

17 Agosto 2013

Personaggi e vicende dell'atletica di sempre

17 agosto. Sufficiente rileggere l’ordine d’arrivo dei 400 mondiali di vent’anni fa per capire che razza di gara dominò Michael Johnson: secondo Butch Reynolds (segni particolari, bellissimo), terzo Samson Kitur che Gabriele Rosa avrebbe voluto portare sugli 800 per anticipare i fasti di David Rudisha, quarto Quincy Watts che in un vecchio spot pubblicitario era chiamato “eroe di Barcellona” dopo quel che aveva combinato a Montjuich un anno prima. Dopo aver capito che razza di gara l’Espresso di Waco vinse, è bene passare ad esaminare come e con quanto la vinse. In 43”65, lasciando Reynolds a quasi mezzo secondo e Kitur a quasi un secondo. Il distacco del mgnifico Watts venne preso con l’orologio da polso.

Quella di Stoccarda fu la prima corona sul giro che MJ si piazzò in testa. Non è che fosse uno sconosciuto: due anni prima a Tokyo con quello che appariva come un passetto affrettato si era preso i 200 ma a Barcellona un’intossicazione alimentare lo aveva stroncato facendolo dimagrire a vista d’occhio. Consolazione parziale, l’oro e il record mondiale nella 4x400. Parziale perché il texano Michelone era uno che voleva ballare da solo e proiettare le sua ambizioni su schermi giganti: la collezione finale (ancorchè privata di due ori, uno mondiale e uno olimpico, per positività e per ammissione di colpa di un paio di compagni di staffetta) è tra le più imponenti della storia.

I Mondiali tedeschi furono la sua prima violenta uscita in scena e l’inizio di un dominio schiacciante nell’accoppiata 200-400 che in lui ha avuto il massimo interprete e che obbligò i padroni del vapore atletico a variare calendario e orario.

La prima doppietta arrivò a Goteborg ’95 e la seconda venne ad Atlanta olimpica, con polvere magica sparsa con quello stordente 19”32. I presenti si trovarono d’accordo nel dire di esser tutti troppo vecchi per pensare di poter assistere a un miglioramento. In realtà, furono sufficienti dodici anni a Usain Bolt per scavalcarlo. Tutto sommato, si è mostrato più robustamente scolpito il 43”18 che Michael disegnò nel calore africano di Siviglia e che sta per compiere le 14 stagioni di durata.

Le sue capacità di veloce resistente possono esser lette nelle 22 prestazioni sotto i 44”, nelle 17 sotto i 20” e nel terrificante 30”85 sui 300 firmato nella favorevole altitudine di Pretoria, a una media inferiore ai 10”3 per ogni segmento di 100 metri.

Giorgio Cimbrico



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