Un giorno, un'impresa

21 Maggio 2013

Appuntamento quotidiano con le storie dell'atletica

21 maggio. Il Sole entra nella costellazione dei Gemelli e chissà se saluta nel 1981 la nascita di Anna Rogowska, quella che si è trasformata, in versione femminile, nell’uomo che uccise Liberty Valance. Perché tocca alla polacca di Gdynia, sulla baia di Danzica, abbattere l’altra figlia, assai più illustre, del segno zodiacale più geniale e bizzarro: Yelena Isinbayeva.

Capita a Berlino, il 17 agosto 2009, ai Mondiali nell’Olympiastadion berlinese di pietra cruda e barbarica. Lena è in serie storica per primati collezionati e titoli conquistati - due ori olimpici e due mondiali – ed è terribilmente e tradizionalmente sicura di sé. Dormicchia, occhieggia le altre sotto la visiera. Molto sicura di sé. Troppo. Sembra non voler ricordare che, meno di un mese prima, a Londra aveva dovuto accusare sconfitta a parità di misura proprio contro questa ragazza dalla bocca sottile e dura, dall’espressone decisa. Cose che capitano, certo. Peccato sia capitato in un luogo, il Crystal Palace, che possiede una certa sua sacralità: è lì che il 22 luglio 2005 Lena lasciò alle spalle 5.00, prima della storia e zarina come zar divenne vent’anni prima Sergei Bubka volando oltre la barriera dei 6.00. Quel giorno Anna rimase venti cm più in basso ma centrando il record nazionale, strappato alla concittadina Monyka Pirek.

A Berlino Lena decide di andare in pedana quando la gara è quasi finita: Anna ha saltato 4,75, a lei non riesce. Niente panico: sufficiente tenere gli altri due tentativi a 4,80 e risolvere così. Dieci minuti dopo, sul verbale di gara è scritto: Yelena isinbayeva, RUS, NM, nessuna misura. Anna, allenata dal fidanzato, è campionessa del mondo. Undici giorni dopo, al Letzigrund di Zurigo, Lena metterà le mani su un’altra interessante borsa valicando 5,06, un cielo mai raggiunto da Anna, 4,83 all’aperto, 4,85 indoor, NM anche lei (ai Giochi di Londra), ancora capace di conquistare il secondo posto quest’anno a Goteborg, ricordata per sempre per aver rovesciato un trono. Anche se qualcuno sostiene che la ragazza volante di Volgograd l’abbia rovesciato da sola.

Giorgio Cimbrico



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