Un giorno, un'impresa

03 Maggio 2013

Appuntamento quotidiano con le storie dell'atletica

3 maggio. Meno di due mesi prima di Pietro Mennea, nasce a Edinburgo Allan Wells, quello chi ci siamo abituati – prima gioiosamente, ora dolorosamente… – a veder trasformarsi nel bersaglio della Freccia del Sud nei 200 olimpici più stordenti della storia.

Wells aveva più di un aspetto per proporsi come personaggio singolare: ingegnere navale, era allenato dalla moglie che ha continuato in questa attività travalicando anche nel campo del rugby, partiva in piedi (riproponendo immagini di antichi dagherrotipi)  ed era uno dei frequentatori delle corse invernali su ghiaccio – la più famosa è quella che si svolge nei pressi del vecchio arsenale di Edinburgo – che richiamavano grande folla e forti scommesse. In tempi in cui i guadagni dei dilettanti non erano ancora consentiti – si fa per dire, naturalmente… - Alan fu costretto a riqualificarsi come amateur.

I primi successi importanti sono del ’78, due medaglie d’oro ai Giochi del Commonwealh a Edmonton che raddoppieranno quattro anni dopo, a Brisbane, e lo renderanno il nuovo Scozzese Volante dopo Eric Liddell. Proprio le vicende dei due grandi protagonisti dei Giochi di Parigi ’24 si legheranno a filo doppio con quelle di Wells che, usando una macchina del tempo, proprio come quella inventata dalla penna e dalla mente dello scrittore suo omonimo, finì per proporsi anche come erede di Harold Abrahams. Era da quei momenti di gloria – o da quei carri di fuoco, se viene preferita la versione originale  - nello stadio di Colombes che un britannico non vinceva i 100 ai Giochi Olimpici. La doppietta gli fu negata da Pietro l’Irriducibile in un arrivo che nessuno potrà mai cancellare.  

Giorgio Cimbrico



Condividi con
Seguici su: