Un giorno, un'impresa

07 Aprile 2013

Appuntamento quotidiano con le storie dell'atletica

7 aprile. E’ la giornata che il Mozambico dedica alla donna. Per lo sport, per l’atletica il volto non può che essere quello di Maria de Lurdes Mutola, nata in un poverissimo sobborgo della poverissima Maputo, la ragazzina che impazziva per il calcio, più forte di una miriade di coetanei: andò persino a fare un provino per la squadra che in Portogallo chiamano Mitica, il Benfica. Mitica è diventata Maria in una lunghissima milizia che, annotando i risultati raccolti in una quindicina di stagioni, può gratificarla del titolo di più grande interprete della storia sugli 800. Ha corso cinque finali olimpiche e ha vinto l’oro a Sydney 2000, ha conquistato tre volte il titolo mondiale all’aperto e sette volte quello al coperto, nell’albo doro del Weltklasse di Zurigo il suo nome compare dieci volte ed è significativo che al Letzigrund abbia firmato il suo record personale, 1’55”19 (settima prestazione all time), e pronunciato l’addio. Non ha avuto una vita facile: quando lasciò Maputo per l’Oregon e per la Springfield School – non lontano da Eugene, paradiso della corsa – sapeva parlare solo portoghese e trovò difficoltà a digerire un passabile inglese. Dai bordi della pista e nella vita di tutti i giorni, essenziale fu l’apporto di Margo Jennings che comprese sino in fondo le qualità e le difficoltà di chi si era lasciato alle spalle ambiente, abitudini, ritmi di un’esistenza molto diversa. Maria ha battuto la pista sino ai 36 anni. L’anno scorso ha allenato un’altra africana di formidabile complessione fisica, Caster Semenya, portandola all’argento olimpico.

Giorgio Cimbrico



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