Un giorno, un'impresa

24 Marzo 2013

Appuntamento quotidiano con le storie dell'atletica

24 marzo. All’inizio della primavera del 1975 il Canada decide di tagliare qualche cordone ombelicale con la madre patria e cambia bandiera: da quella rossa con gli stemmi delle antiche province e l’Union Jack nell’angolo a sinistra a quella rossa, bianca e rossa con la foglia d’acero. Sotto la prima, ad Amsterdam 1928, in un’edizione assai fortunata per i canucks (il salto in alto fu di Ethel Catherwood, il Giglio del Saskatchewan), Percy Williams di Vancouver, British Columbia, fece doppietta 100-200 (10”8 e 21”6, con record olimpico eguagliato in semifinale, 10”6) contribuendo a spazzare via sprinter americani che non conquistarono neppure uno dei sei scalini del podio a disposizione nelle gare veloci, riuscendo a rimediare solo con la vittoria nella 4x100, che vide la squalifica dei canadesi. Sotto il nuovo vessillo, sessant’anni dopo, ai Giochi di Seul, Ben Johnson travolse la concorrenza con un dinamitardo 9”79 e la stampa, da un oceano all’altro, si affrettò a definirlo “un tesoro per il Canada”. A distanza di due giorni, dopo la positività allo stanozololo e la sua fuga nelle tenebre, era già tornato a essere un giamaicano. 

Giorgio Cimbrico



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