Un giorno, un'impresa

16 Marzo 2013

Appuntamento quotidiano con le storie dell'atletica

16 marzo. L’anno è il 1889, il luogo è Durban, Natal, Sudafrica, affacciato sull’Oceano Indiano. E’ la città dove compare sul mondo Reginald “Reggie” Walker, il primo a interrompere l’impero americano sui 100 olimpici, inaugurato da Thomas Burke nel 1896, proseguito da Frank Jarvi nel 1900s e da Archie Hahn, padrone nel 1904 e anche del titolo “intermedio” di Atene 1906. All’inizio dell’estate 1908 Walker è a Londra per giocare le sue chance, partecipa ai campionati dell’Associazione atletica e cede al canadese Robert Kerr. Lo nota e lo pone sotto la sua ala un allenatore di cui si sentirà ancora parlare, l’anglo-italo-arabo Sam Mussabini: il miracolo Abrahams non fu il primo nella singolare esistenza dell’uomo con la paglietta. Mussabini aveva capacità tecniche e di persuasione psicologica formidabili: in poche settimane fa progredire il 19enne sudafricano e soprattutto convince l’americano James Rector, uno dei favoriti, a dare una mano all’inesperto ragazzo. Il 22 luglio, nello scomparso stadio di White City, davanti a 49.000 spettatori, lo sconosciuto Walker vince eguagliando il record olimpico in 10”8 e lasciando, dicono le fonti, “a una lunga yard” Rector e Kerr. Scrisse un giornale americano: “Gli inglesi furono deliziati nel vedere i successi degli americani interrotti da un britannico, anche se era un coloniale”.

Giorgio Cimbrico



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