Torino il triplo balza a Eugene

08 Giugno 2014

Ai Campionati Italiani Junior e Promesse in evidenza gli under20 Cestonaro (13.44/+0.5) e Dallavalle (15.92/+0.3). Bene nei 400hs anche Folorunso (59.15) e Cacopardo (51.29)

di Anna Chiara Spigarolo 

A brillare, nella giornata conclusiva dei Campionati Italiani Junior e Under 23 di Torino, sono soprattutto gli junior ed in particolare i triplisti a mettersi in luce. La campionessa europea junior del 2013 Ottavia Cestonaro (Forestale) al primo salto balza a 13.44 (+0.5), dimostrando di poter tornare sui livelli del suo primato italiano di Rieti 2013 (13,69), una buona premessa, insieme al  13,22 (0.0) con cui oggi Benedetta Cuneo (Firenze Marathon) conquista il secondo posto, in vista dei Campionati Mondiali under20 di Eugene (22 – 27 luglio). Sulla pedana del Nebiolo si mette in mostra anche Lorenzo Dallavalle (Atl. Piacenza) che si migliora sino a 15,92 (+0.3) entrando così nella top-10 di sempre e mondiale dell’anno. 15.44 (-0.1) per un rientrante Simone Forte (Campidoglio Palatino). Buoni riscontri arrivano anche dai 400 ostacoli che Ayomide Folorunso (Cus Parma), corre in 59.15, diventando l’ottava  junior italiana di sempre, e Luca Cacopardo (Riccardi) in 51.29, sesta prestazione alltime. Passando agli under23 le cose migliori si vedono grazie a Federica Del Buono (Forestale), primato personale di 4:12.65 nei 1500, e nei 200: Eseosa Desalu (Fiamme Gialle) sigla 21.01 (+0.2), Irene Siragusa(Atl. 2005) in  23.91 (+0.8). La tre giorni organizzata dal CUS Torino era valida anche come Campionato di Società under23: festeggiano lo scudetto Promesse i ragazzi della Studentesca CaRiRi e le ragazze dell’ACSI Italia Atletica.

TUTTE LE NEWS SUI CAMPIONATI - GALLERY – RISULTATI/Results   

LA PRIMA GIORNATA (6 giugno): parte 1 – parte 2 
LA SECONDA GIORNATA (7 giugno): parte 1 – parte 2 – parte 3 – parte 4
LA TERZA GIORNATA (8 giugno): parte 1 – parte 2

TV -  Una sintesi televisiva, autoprodotta dalla FIDAL, andrà in onda nei prossimi giorni su RaiSport. Gli orari saranno comunicati al più presto. 

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LE GARE DELLA TERZA GIORNATA (A questo LINK la cronaca della altre due giornate di gare)

Junior UOMINI

4x400m (serie) – Giocano a nascondersi, con il meccanismo degli accrediti, un po’ di quartetti: tanto che il tempo che assegna il titolo arriva addirittura dalla prima delle quattro serie, nominalmente quella dei meno ambiziosi. La Campidoglio Palatino invece si affida ad un quartetto di ragazzi nati come velocisti puri (Fabio Tardito, Emanuele Falco, Thomas Manfredi, Francesco Rossi) e poi arrivati a siglare un risultato molto probante a livello di club, 3:17.69.  Dalla seconda serie esce il secondo risultato di giornata, 3:19.84 per la gloriosa Riccardi Milano (con Luca Cacopardo in ultima frazione ed in seconda Nicolò Ghilardi, azzurro un anno fa agli Europei juniores di Rieti, ancora in cerca della migliore condizione). I vincitori dell’ultima serie, Virtus Acireale, sono in realtà terzi (3:20.13): il club etneo, peraltro, aveva già messo in bacheca un titolo allievi più o meno con gli stessi interpreti (compreso l’indisponibile Giuseppe Leonardi).  

Triplo (finale) – Si aspettava una gara vibrante e così è stato, anche se il subitaneo progresso di Lorenzo Dallavalle (Atl. Piacenza, 15.92/+0.3) ha in parte spento le ambizioni degli altri: il piacentino – pizzetto propiziatorio, con un calzettone bianco ed uno nero - sale la lista di categoria, prima con 15.80 poi con 15.83, infine il 15.92 che lo fa entrare nella top-10 di sempre da noi e anche nella lista mondiale dell’anno. Un altro risultato conforta ed è il 15.44 (-0.1) di Simone Forte (Campidoglio Palatino) visto che il romano sta soffrendo da quest’inverno, dopo aver portato il personale oltre i 16 metri al coperto: il finalista dei Mondiali di Donetsk sta ancora registrando qualcosa in rincorsa, ma l’efficienza fisica pare esserci. Tra i delusi, gli altri che aspiravano al colpaccio in vista di Eugene: terzo Samuele Cerro (Stud. Pontecorvo, 15.31/+1.9), quarto il fratello d’arte Nicola Chiari (Atl. Saletti, 15.21/+0.6) e sopra i 15 metri va pure l’ex campione allievi Filippo Cravedi (15.16/0.0), Atletica Piacenza come il neo-campione Dallavalle.  

Alto (finale) – Il nuovo campione italiano è in realtà un ragazzo ucraino, Yevgeniy Terentyev (Ideatletica Aurora, 2.09), stabilitosi con la famiglia nel Salernitano: In tre arrivano a giocarsi il titolo a quota 2.12: ma Federico Ayres da Motta (Assind. Padova), il veneto di papà carioca, non è ancora tornato alla condizione dei Tricolori indoor, quando agguantò il limite per i Mondiali. Un altro ragazzo al primo anno di categoria, Michele Longhi (Atl. Lecco-Colombo), chiude col 2.09 del vincitore, ma è terzo.

Disco (finale) – Non c’è il minimo per altri azzurri, dopo quello raggiunto da Gian Piero Ragonesi in Florida la scorsa settimana: il finalista di Donetsk Giulio Anesa (GA Vertovese, 52.86) dovrà provarci in altra occasione, da qui al 29 giugno, ultimo giorno utile. Dal canto suo Sebastiano Bianchetti (Stud. Cariri, 52.28) non ripete la doppietta peso/disco degli allievi a Jesolo, ma lui il minimo ce l’ha già per la palla da 6kg. Torna oltre i 50 metri, dopo le qualificazioni, il toscano Leonardo Modesti (Atl.

Grosseto Banca Maremma, 50.46).

1500m (finale) – Agonisticamente è davvero una gran gara, anche perché in realtà è una specie di “trial” per il terzetto che ha finora ottenuto il minimo per i Mondiali: alla fine restano i due più accreditati a giocarsi la vittoria sul filo dei centesimi, “Yeman” Crippa (GS Valsugana, 3:53.39) ed Enrico Riccobon (Firex Belluno, 3:53.41). Ma onore al lecchese Mattia Padovani (Atl. Lecco-Colombo, 3:54.31), che prova fino in fondo a giocarsi la sua chance iridata: in pista c’è pure il fratello minore Nicolò, hanno iniziato insieme un paio d’anni fa dopo l’esperienza comune sui campi di calcio. Il doppio sforzo sugli 800 metri lascia il segno: sesto Guido Lodetti, ultimo Lorenzo Pilati, non partito Yassin Bouih.   

200m (finale) – Tanto per confermare quanto detto a proposito di Cacopardo, anche Jacopo Spanò (Atl. Calvesi, 21.37/+0.3) è reduce dal soggiorno Oltre Atlantico tra studi e atletica collegiale: oggi, però, il più sorridente è Simone Pettenati (Modena Atl., 21.43) perché il minimo mondiale e il personale è un gran bel traguardo. Anche qui, come nello sprint puro, trova spazio sul podio il bolognese Marco Gianantoni (Sef Virtus Emilsider, 21.89), lasciando fuori il veneto di origini haitiane Farias Zin e un altro neo-italiano Levi Mandji, azzurro quest’inverno nel triangolare indoor di Halle.

 400hs (finale) – Un altro ragazzo – e ormai sono parecchi – che ha provato positivamente l’esperienza di studio negli States: Luca Cacopardo (Riccardi), peraltro, non si scopre oggi e la sua crescita ad alto livello data dal record dei 300hs cadetti nel 2010. E così il 51.29 del “Nebiolo”, pista particolarmente favorevole alla specialità, è un crono che risponde alla logica delle cose atletiche: sesta prestazione di sempre, un tempo che prende significato anche in un’ottica mondiale (vale il 15° posto tutto compreso, anche meglio se ripetuto a Eugene) e soprattutto coinvolge molti altri protagonisti della finale di Torino. Tanti miglioramenti, a cominciare da Francesco Proietti (Stud. Cariri, 52.23), a questo punto in pole per la maglia azzurra sugli altri che scendono sotto il minimo iridato (anche Andrea Bacci, Atl. Livorno, con 52.73 e l’assente Andrea Pedrelli).     

Junior DONNE

Disco (finale) – Per una volta non è la staffetta del miglio l’ultimo titolo assegnato nella rassegna tricolore:  se per Maria Antonietta Basile (Enterprise Sport & Service, 47.61) vincere è diventata una specie di piacevole abitudine – non manca un colpo la simpatica bruna campana -  la più delusa del gruppo è senz’altro Daisy Osakue. Dopo la promettente qualificazione di ieri, l’italo-nigeriana della Sisport Fiat (con la cittadinanza dallo scorso gennaio) si arena in pedana a 41.35, solo quinta: e sembra più lontano quel traguardo del minimo mondiale che era stato invece avvicinato di recente. Completano allora il podio Giada Andreutti (Malignani Lib. Udine, 42.87) e Marika Santoferrara (Atl. Gran Sasso, 41.59). Cifra tonda, 40.00, per la campionessa del martello Giulia Camporese.

4x400m (serie) – Scendono dal trono le gemelle Troiani, dopo il dominio tra le allieve: però ci vuole una super-prestazione del quartetto giallorosso targato Atl. Bergamo 59 Creberg (Beatrice Cisana, Sabrina Maggioni, Elisa Rossi, Federica Putti) per aver ragione del quartetto bustese su base familiare (con Camilla Colombo al lancio, poi gran rimonta di Virginia, Serena e Alexandra nell’ordine). Insomma, un’occhiata al cronometro e viene rivoluzionata la lista di sempre per club: le bergamasche fanno 3:46.90 e salgono al terzo posto (tra l’altro era dal lontano 1990 che non si andava così forte), poi la Pro Patria Busto si inserisce al quinto rango (3:47.30) e l’Acsi Italia di Elisabetta e Giovanna De Andreis, altra coppia di gemelle, vanno al sesto posto (3:47.60). In altri tempi sarebbero bastate alla SSV Brunico VB (3:51.93) avere in formazione elementi come Carmen Agreiter e Valentina Cavalleri: non qui.

Asta (finale) – Ci prova Helen Falda (Sisport Fiat): l’eclettica torinese, che qui si è cimentata anche nello sprint, mette nel mirino il minimo mondiale a 3.95, ma la quota è superiore alle sue possibilità attuali. Più realistico l’obiettivo immediato, quello della maglia tricolore con 3.70. Podio relativamente inedito, che comprende pure Jessica De Agostini (Atl. Bergamo 59 Creberg, 3.50) e Bianca Falcone (Cus Pro patria Milano, 3.40).

1500m (finale) – Ci sono due serie, il movimento c’è: purtroppo Giulia Aprile ha mancato di frazioni secondo il minimo per i Mondiali e oggi deve provarci tutta da sola. Impresa difficile per la siciliana della Firenze Marathon, in modalità metronomo: il tentativo vero si dovrà fare in altra occasione, su altre premesse tattiche. Conferma quindi per Giulia (4:33.22) e – sorpresa – la piazza d’onore arriva dalla prima serie, grazie al coraggio lungimirante di Lucia Mitidieri (Avis Lagonegro, 4:40.22), poi il 4:40.79 di Silvia Oggioni (GS Miotti Arcisate).

Triplo (finale) – La strada per Eugene è ormai tracciata: la campionessa europea juniores Ottavia Cestonaro (Forestale, 13.44/+0.5) dovrà provare a tornare sui livelli del suo primato italiano di Rieti 2013 per confermarsi sul podio anche a livello mondiale (buono, comunque, un nullo marginale non così lontano dai 14 metri), mentre Benedetta Cuneo (Firenze Marathon, 13.22/0.0) conferma qui di essere tornata ormai alla forma di Donetsk, quindi in “zona finale” quanto alle graduatorie mondiali stagionali. A debita distanza c’è Silvia La Tella (N. Atl. Fanfulla Lodigiana, 12.44/+0.2), la quale tuttavia è abbastanza affezionata al podio tricolore.   

200m (finale) – La superiorità di “Jo” Herrera (Atl. Brescia 1950) sembrava chiarissima fin dalle batterie di ieri: la veronese di origine dominicana (24.01/-0.5) resta ancora un decimo sopra il suo PB, cosa che peraltro non mette in pericolo il suo percorso verso Eugene.

Per le altre l’obiettivo resta la staffetta: dopo Annalisa Spadotto Scott (Bracco Atl., 24.61, già azzurra l’anno scorso ai Mondiali di Donetsk) c’è la novità di Elisabetta De Andreis (Acsi Italia, 24.65), una delle due gemelline romane adottate in Ghana  che ieri hanno portato al successo l’Acsi Italia nella staffetta con un gran tempo per un quartetto di club. 

400hs (finale) – La dote di “Ayo” Folorunso non è solo il talento, ma anche la capacità di essere una trascinatrice fuori dalla pista: dopo gli ostacoli, un balletto improvvisato per festeggiare il 59.15 che porta l’italo-nigeriana del Cus Parma all’ottavo posto della lista all-time scalzando l’ex primatista italiana assoluta Giuseppina Cirulli. Poi il duello, anzi un derby,tra le due portacolori della SSV Brunico VB, Caren Agreiter 60.37) e la figlia d’arte Valentina Cavalleri (60.48): per ora è la prima – ragazza tolta due anni fa dai campi di calcio grazie alla passione di Gert Crepaz – a meritarsi una maglia azzurra. Mentre l’erede di mamma “Irmi” Trojer, forse, potrà puntare ad un posto nella staffetta di Eugene, visti i suoi tempi sul piano.

Promesse UOMINI

Giavellotto (finale) – I Tricolori di Torino 2014 fanno calare qui il sipario, quando tutti gli altri 79 titoli sono già in archivio: un palcoscenico dedicato ai giavellottisti, tra i quali manca il leader della lista stagionale, Mauro Fraresso. A questo punto la strada è aperta per una riconferma di Joseph Figliolini (Stud. Cariri, 66.18) dopo i titoli juniores: alle spalle del romano nato nella Repubblica Centrafricana spunta il brindisino Carlo Calabrese (Aden Exprivia, 60.37), per la prima volta oltre i 60 metri dopo aver messo in bacheca un titolo allievi nel martello a Rieti 2010 (era stato invece terzo tra gli juniores a Misano 2012, dietro Marco Bortolato e Patrizio Di Blasio). Poi Nicola Copetti (Assind Padova, 59.23), che vede rosso per l’ultimo lancio annullato, superiore ai 61 metri.      

4x400m (serie) – Lo sforzo organizzativo del Cus Torino trova un ultimo motivo di soddisfazione, grazie al quartetto che schiera Matteo Magnone, Marco Gadaleta, Enrico Parigi e Davide Re. In realtà, quando il campione individuale prende il testimone, l’esito è già scritto ed il ligure si limita a distendere la sua falcata: 3:14.85, gli altri ben distanti (Pro Sesto Atl. 3:17.82, Enterprise Sport & Service 3:18.19).  

1500m (finale) – I tempi stagionali sono  molto interessanti, il treno stavolta lo fanno i ragazzi dell’Aeronautica: prima Stefano Massimi, poi Mohad Abdikadar. Ma quest’anno c’è pure il ritorno di Joao Bussotti Neves, uno del gruppo curato da Saverio Marconi all’Atletica Livorno (come i gemelli Dini): l’italo-mozambicano ci prova una, due volte, ma Abdikadar tiene fino in fondo (3:44.83) e così per Joao c’è solo l’argento (3:45.09). Però il gruppo è folto, tanti quelli che vogliono mettersi in luce: la novità più lieta della stagione è il padovano Marco Pettenazzo (Atl. Città di Padova, 3:45.30) che spegne gli incitamenti della tribuna per l’italo-marocchino Soufiane El Kabbouri (Cus Torino, 3:45.45), poi il marchigiano Massimi, generoso come al solito.  

200m (finale) – Come nella finale femminile, qualcuno va più piano che nelle batterie di ieri: non così “Fausto” Desalu (Fiamme Gialle, 21.01/+0.2), che lambisce il muro sempre significativo dei 21”. Invece il neo-poliziotto Marcell Jacobs (Fiamme Oro, 21.45) resta lontano dal suo bel personale segnato in batteria e lascia spazio a Giacomo Tortu (Riccardi, 21.31), fratello maggiore del vincitore dell’EYOT di Baku domenica scorsa sulla stessa distanza.

400hs (finale) – E’ un Mattia Contini (Lib. Runners Livorno) molto in palla, di un’altra dimensione rispetto ai giorni sfortunati che non sono mancati nella carriera del livornese: si ripete a 51.38, appena 2/100 peggio del largo miglioramento di ieri in batteria, e resiste al ritorno di un coriaceo Lorenzo Veroli (Enterprise Sport & Service, 51.50). Tra i delusi, ovviamente, c’è il milanese Lorenzo Vergani – solo settimo – mentre sul podio va Luca Giangravè (Cus Pisa Atl. Cascina, 52.27) altro ragazzo con un passato in azzurro nella nazionale juniores.   

Promesse DONNE

4x400m (serie) – Più di una protagonista delle prove individuale nel quartetto della N. Atl. Fanfulla Lodigiana (3:44.71): Ilaria Burattin, Clarissa Pelizzola, Alessia Ripamonti e la splendida Giulia Riva dei 200 metri di stamattina. Un’altra piazza d’onore per la Bracco Atl. (3:46.60) – le milanesi erano state seconde anche nella staffetta veloce di ieri – poi Acsi Italia, con la campionessa dell’eptathlon Flavia Nasella in ultima (3:52.16).  

1500m (finale) – Non è certamente il coraggio quello che manca a Federica Del Buono: la doppia figlia d’arte in maglia Forestale ci ha abituato ad imprese in solitario fin dall’epoca dei primati juniores. Stavolta fa il personale, 4:12.65 – ampiamente all’interno della top-10 di sempre delle promesse – ma manca qualcosa per il minimo degli Europei di Zurigo. Si conferma seconda forza della categoria Elisa Bortoli (Atl. Brescia 1950, 4:26.32), poi Chiara Casolari (Mollificio Modenese, 4:32.14), l’emiliana che nella carriera giovanile ha spaziato anche sui 400hs e i 3000m siepi.     

200m (finale) – Non parte Judy Ekeh e l’altra novità di oggi è che c’è poco più di un metro tra Irene Siragusa (Atl. 2005, 23.91/+0.8) e la seconda, che poi una Giulia Riva (N. Atl. Fanfullla Lodigiana, 24.09 PB) completamente ritrovata. Gran struttura, la lombarda non è che sia stata assistita dalla buona sorte nella sua carriera giovanile: ma alla fine la sua costanza è stata premiata. Dopo il quinto posto dei 100m, qui trova il podio Sabrina Galimberti (Atl. Rovellasca, 24.52), a conferma che l’azzurra degli Europei juniores 2013 può puntare a crescere soprattutto sul lanciato.

400hs (finale) – Non poteva mancare “Raffaella” Lukudo (Mollificio Modenese) in questa terra promessa degli ostacoli che sembra diventata stamattina la pista del “Nebiolo”: l’italo-sudanese scende per la prima volta in carriera sotto il minuto (59.46) in una specialità che sembrava aver abbandonato da un paio d’anni per dedicarsi ai 400 piani e contribuendo allo storico primato juniores della staffetta azzurra nella finale europea di Rieti. Gran miglioramento di Lucrazia Zuccarelli (Cus Pro Patria Milano, 61.98), terza dopo Clarissa Pelizzola (N. Atl. Fanfulla Lodigiana, 61.73), poi la libica di Milano Najla Aqdeir (Bracco Atl., 62.49), già finalista un anno fa tra le juniores.  

Disco (finale) – E’ una Natalina Capoferri (Atl. Brescia 1950) in splendida forma quest’anno: nonostante il maldestro nullo iniziale, nessuna potrebbe contrastare la sua strada verso il titolo: 53.28 e suepriorità abissale anche su una rivale abituata alle maglie tricolori giovanili come la figlia d’arte Elisa Boaro (Lib. Friul Palmanova, 48.25). Terza, ma non riesce a ritrovare quei 50 metri raggiunti nella passata stagione, è la campana Valentina D’Urzo (Stud. Cariri, 46.73). 



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