Selfie 2019, i momenti azzurri da ricordare

23 Dicembre 2019

Il bronzo mondiale di Eleonora Giorgi, la finale iridata dei 100 di Tortu, i primati italiani di Re, Crippa e Stano, l’oro della rinascita di Tamberi agli Euroindoor. Il meglio dei dodici mesi d’Italia

di Nazareno Orlandi

Le notti di Doha e la perla del bronzo mondiale di Eleonora Giorgi, la finale iridata dei 100 di Filippo Tortu, i record italiani di Re, Crippa e Stano, l’oro di Tamberi agli Euroindoor e poi le staffette da sogno. Se è vero che il mondo viaggia veloce e resta ancora lontano - nello sport più globale che esista - il 2019 ha raccontato di un’atletica italiana in piena crescita, di nuovo competitiva anche in pista, sulla spinta del ricambio generazionale in atto. A fine stagione, è il momento di ripercorrere i temi e i personaggi che hanno accompagnato la stagione, alla vigilia del 2020 che culminerà nei Giochi olimpici di Tokyo.

GIORGI, ANNO RECORD - Ha sofferto, è andata in crisi, l’ha superata e in fondo a una notte crudele e magica si è meritata la medaglia che vale una carriera. Nella fornace della promenade La Corniche di Doha, la 30enne lombarda delle Fiamme Azzurre ha firmato il principale risultato azzurro della stagione. Un bronzo che è un viaggio ai limiti dell’umano, al termine di una 50 km di marcia condotta in condizioni estreme: caldo che soffoca, umidità alle stelle. Ma quella medaglia doveva essere sua, e lo è stata. Se l’era vista sfuggire troppe volte in passato e non ha avuto paura di rialzarsi, di cambiare, di allungare la fatica da venti a cinquanta chilometri. Incitata dal suo coach Gianni Perricelli, ha cominciato a rendersi conto di poterla vincere in quella mattinata di maggio ad Alytus, in Lituania, quando all’esordio sulla distanza ha scritto il proprio nome nell’elenco dei record europei: 4h04:50. L’oro in Coppa Europa ha acceso la scintilla, che a Doha si è trasformata nel terzo posto mondiale alle spalle del duo cinese Liang e Li.

TORTU 32 ANNI DOPO - Il capolavoro al Khalifa Stadium. Giù le luci, ecco lo show più atteso del pianeta, otto uomini che si contendono il titolo di più veloce al mondo e c’è un italiano, finalmente, trentadue anni dopo Pierfrancesco Pavoni. L’impresa di Filippo Tortu è un marchio sul 2019 azzurro. Sembrava tutto tremendamente più difficile dopo l’infortunio di fine giugno a Stanford, in Diamond League, imprevisto di una stagione che un mese prima era scattata con il tempo più veloce mai corso da un italiano in ogni condizione, il 9.97 ventoso (+2.4) di Rieti. A chi lo dava per spacciato dopo il 10.20 della batteria, “Pippo” ha risposto con una semifinale da fuoriclasse: 10.11, qualificazione per un millesimo di secondo, quanto basta per far disperare il giamaicano Tracey e per accomodarsi tra gli otto sovrani della velocità in compagnia di Coleman, Gatlin, De Grasse, Simbine, Blake, Hughes e Brown, quest’ultimo battuto in finale, per un settimo posto con tanto di primato stagionale a 10.07. Fuori il carattere quando conta davvero, prima di inventarsi un record italiano con la staffetta 4x100 (38.11) che per qualche congiunzione astrale non è bastato per la finale, e permesso anche da un Marcell Jacobs mai così costante, otto volte da 10.15 in giù sui 100 metri.

VIDEO | LA FINALE MONDIALE DEI 100 METRI CON IL SETTIMO POSTO DI TORTU

LE MEDAGLIE: TAMBERI GLASGOW, CRIPPA LISBONA - Due anni e mezzo per iniziare a riprendersi quello che la notte di Montecarlo gli ha tolto. Glasgow, Emirates Arena, 2 marzo: Gianmarco Tamberi vola sull’oro europeo del salto in alto con 2,32. “Riparto da qui dopo anni di lacrime”, urla, avvolto nel tricolore. Una liberazione. Un nuovo inizio. È cominciata proprio dagli Euroindoor in Scozia la rincorsa verso le Olimpiadi di Tokyo, per ricucire quella ferita ancora aperta, quell’Olimpiade mancata a Rio de Janeiro per l’infortunio nella sera del record italiano nel luglio 2016. Nel frattempo Doha: a fari spenti, non il Mondiale che sognava, un ottavo posto condizionato dai tanti piccoli infortuni tra primavera ed estate che non gli hanno permesso costanza negli allenamenti. Una costanza che invece ha trovato Yeman Crippa, tra i grandissimi del 2019, e il bronzo europeo nel cross a Lisbona è soltanto il brivido più recente. La stagione del 23enne trentino è segnata dall’altalena di sensazioni provata al Mondiale in Qatar, pessimo nei 5000 della giornata inaugurale, fenomenale nei 10.000 dell’ultimo giorno, con il record italiano strappato a Salvatore Antibo dopo trent’anni (27:10.76) e l’ottava piazza al mondo. E come non ricordare anche il primo posto in Coppa Europa dei 10.000 a Londra e la vittoria nei 5000 agli Europei a squadre di Bydgoszcz, distanza nella quale ha sfiorato il primato nazionale in un paio di occasioni, tra Golden Gala e Diamond League a Londra. 

I PRIMATI ITALIANI: RE NELLA STORIA - Ci si chiedeva: quando riuscirà un italiano a correre sotto i 45 secondi nei 400 metri? Risposta: nel 2019. La Chaux-de-Fonds, 30 giugno, merito di Davide Re, il “capitano silenzioso” che ha sfoderato la stagione (quasi) perfetta. Ha una certa confidenza con la Svizzera, perché prima a Ginevra si appropria del record italiano (45.01), poi sfonda la barriera un paio di settimane dopo (44.77). È la miccia che lo fa decollare: la doppietta agli Europei a squadre di Bydgoszcz (400+staffetta 4x400) lo elegge a trascinatore della squadra, la finale sfiorata ai Mondiali di Doha - primo degli esclusi, per otto centesimi soltanto - gli nega un traguardo mai raggiunto nella storia dell’atletica italiana. Ma è con una rocambolesca rimonta in batteria che prende per mano la 4x400 e la fa accomodare nella finale iridata, vicina al record italiano, e poi sesta tra i big. Detto di Giorgi e Crippa, è di Massimo Stano l’altro record italiano individuale del 2019, azzannato a La Coruna in giugno (1h17:45) dopo la delusione della Coppa Europa di Alytus. Un tempo che lo collocava tra i favoriti per il podio di Doha, obiettivo che andrà rinviato ai prossimi grandi eventi internazionali. 

VIDEO | IL 44.77 DI DAVIDE RE NEI 400 A LA CHAUX-DE-FONDS

LE REGINE DELL’UNIVERSIADE: BOGLIOLO SENZA LIMITI - Un dato: in poco più di tre mesi, tra fine giugno e inizio ottobre, Luminosa Bogliolo ha corso otto delle prime dieci prestazioni italiane sui 100hs, sei volte pari o sotto i 12.85, con un picco di 12.78 a La Chaux-de-Fonds, un 12.79 per l’oro dell’Universiade di Napoli e un 12.80 nella batteria dei Mondiali di Doha. Una stagione superlativa per rendimento, e la semifinale del Khalifa Stadium giocata con la strategia del “tutto per tutto” non sposta di un millimetro il giudizio. Avrebbe potuto centrare il record italiano, rimasto a soli due centesimi, ma le interessava “metterne dietro il più possibile”, uno slogan che ha stregato anche il DT La Torre. La vittoria a Napoli, certo, ma anche e soprattutto il primo posto agli Europei a squadre, inedito per le ostacoliste azzurre. Il San Paolo rinnovato è stato crocevia di altre tre belle storie azzurre della stagione, tutte d’oro, da Ayomide Folorunso che nei 400hs ha siglato la seconda prestazione italiana di sempre (54.75), a Daisy Osakue che ha capitalizzato la sua raffica di +60 metri nel disco fino alla vittoria con 61,69 (meglio in Campania che a Bydgoszcz e Doha), a Roberta Bruni, rinata dopo tanti anni difficili e padrona dell’asta. 

VIDEO | L'ORO DI LUMINOSA BOGLIOLO A NAPOLI

I VOLI DI STECCHI E SOTTILE - Il maestro e l’allievo: ispirato dal campione del mondo 2003 Giuseppe Gibilisco, Claudio Stecchi ha riscoperto di avere in dote un bel paio di ali. I primi squilli d’inverno (5,80), il quarto posto agli Euroindoor che brucia, i guai fisici con cui convivere e una finale guadagnata ai Mondiali, con ottavo posto che sarebbe potuto diventare anche qualcosa di più. Ma il 2019 riconsegna un talento puro, forse meno a sorpresa di Stefano Sottile, che a sua volta vinse una medaglia pesante da ragazzino (l’oro mondiale U18 dell’alto) e che allo stesso modo aveva lottato contro gli infortuni. L’escalation: prima 2,30 ai Tricolori U23 per decollare verso Doha, poi 2,33 agli Assoluti di Bressanone per il “minimo” olimpico e 43 giorni da leader mondiale stagionale. Il passo falso di Gavle e le esperienze tra i big a Bydgoszcz e in Qatar sono scuola di vita e di sport. D’imparare non si smette, come insegnano Alessia Trost ed Elena Vallortigara, inciampate in una stagione da cui si può ripartire con ancora più grinta.

VIDEO | IL 5,80 INDOOR DI CLAUDIO STECCHI

MARATONE AZZURRE - Nell’anno memorabile della maratona, anche gli azzurri hanno vissuto un paio di giornate da ricordare. In marzo Nagoya, in Giappone, per le 2h24:00 di Sara Dossena, terza azzurra di sempre. In aprile Londra, nel regno di sua maestà Eliud Kipchoge, per le 2h08:05 di Yassine Rachik, miglior interprete azzurro dal 2006. E nelle stesse ore di Rachik, anche Eyob Faniel faceva sfogliare gli annuari con 1h00:53 nella mezza maratona di Padova, miglior tempo dal 2002. Come sia andata a Doha è vicenda più recente: ritiro Dossena, Rachik dodicesimo, Faniel quindicesimo, nel tentativo - sempre più arduo - di stare al passo con il mondo in una specialità mai così ricca di vitalità.

DECOLLO LANCI - Segnali (concreti) di risveglio. Un peso così non si vedeva da ventidue anni (Leonardo Fabbri 20,99), il disco non andava così lontano da trenta (Giovanni Faloci 65,30), il giavellotto da venti (Mauro Fraresso 81,79). E Fabbri è stato il primo degli esclusi dalla finale mondiale del peso, la più grande di sempre per questa disciplina, con una misura (20,75) che in ogni altra edizione della rassegna iridata avrebbe consentito l’ingresso tra i migliori dodici. Progressi anche tra le donne, dalla già citata Osakue, a Sara Fantini oltre i settanta metri nel martello (70,30), a Sara Zabarino 58,62 nel giavellotto.

BOOM EUROPEI A SQUADRE - A mezzo punto dal terzo posto della Francia, a un punto e mezzo dal secondo posto della Germania. Il miglior Europeo a squadre (ex Coppa Europa) di sempre per gli azzurri si è materializzato d’agosto a Bydgoszcz, in Polonia, e in questi casi è inevitabile chiedersi se è più forte il rammarico per uno storico podio mancato di un soffio oppure la soddisfazione per un weekend da protagonisti, con l’Italia in corsa per le prime tre piazze fino alla staffetta conclusiva. I sigilli di Davide Re e Luminosa Bogliolo, il trionfo di Crippa, la 4x400 maschile che rimonta nella frazione finale guidata dal suo leader, Marcell Jacobs che spaventa Jimmy Vicaut ed è secondo nei 100 come Eseosa Desalu nei 200, il debutto in Nazionale maggiore di Marta Zenoni con tanto di seconda piazza nei 3000, i terzi posti di Ottavia Cestonaro (poi argento ai Mondiali Militari in Cina), Stefano Sottile, Alessia Trost, Mariabenedicta Chigbolu e staffetta 4x400 femminile, e in generale una prova corale senza clamorose controprestazioni, hanno raccontato di una giovane Italia mai arrendevole, pur priva - in quel momento - di due bandiere come Tortu e Tamberi. 

IL SECONDO EUROCROSS DI SEMPRE - È cronaca di pochi giorni fa. Il terzo posto nel medagliere a Lisbona, con quattro podi, rappresenta il secondo miglior piazzamento di sempre in un Europeo di cross dopo l’edizione casalinga di San Giorgio su Legnano. Il bis di Nadia Battocletti nelle under 20 è garanzia di futuro, il bronzo di Crippa tra i grandi è certezza di presente, tanta è la capacità di lettura della gara da parte di entrambi e la condotta tattica impeccabile. Verso Torino 2021 infonde ottimismo anche l’argento a squadre degli under 23 orchestrati da Yohanes Chiappinelli.

COPPA EUROPA DI MARCIA, PRIMI NEL MEDAGLIERE - Il ricambio non manca, Riccardo Orsoni è stato il primo U20 azzurro a vincere in Coppa Europa e ha guidato la squadra all’oro (Aldo Andrei, Gabriele Gamba): anche grazie a loro l’Italia ha scalato il medagliere di Alytus nella giornata ‘no’ di Antonella Palmisano e Massimo Stano, compensate in termini di “raccolto” dall’argento delle altre azzurre della 20 km (Eleonora Dominici, Valentina Trapletti, Nicole Colombi) e dal bronzo a squadre delle cinquantiste Mariavittoria Becchetti, Federica Curiazzi, Beatrice Foresti oltre alla super Giorgi. 

MONTAGNA, VALANGA DI MEDAGLIE - Dagli Europei del Cervino ai Mondiali in Patagonia, il movimento azzurro della corsa in montagna ha continuato a primeggiare nel 2019. Gli argenti di Cesare Maestri e Francesco Puppi a Villa La Angostura, in Argentina, rispettivamente nelle distanze classiche e nelle lunghe distanze, hanno contribuito al bottino di sette medaglie (nessuno come l’Italia) in un’edizione che ha esaltato anche il talento giovanile di Angela Mattevi (oro U20). E in precedenza, in Svizzera, a Zermatt, Xavier Chevrier non aveva mancato il bronzo individuale, nel giorno dell’oro femminile a squadre.

MEDAGLIERE ASSOLUTO 2019

Campionati Mondiali, Doha (Qatar)
1 bronzo: Eleonora Giorgi (marcia 50 km)

Campionati Europei indoor, Glasgow (Scozia)
1 oro: Gianmarco Tamberi (alto)
1 bronzo: staffetta 4x400 donne (Raphaela Lukudo, Ayomide Folorunso, Chiara Bazzoni, Marta Milani)

Campionati Europei di cross, Lisbona (Portogallo)
1 bronzo: Yeman Crippa

Coppa Europa di marcia, Alytus (Lituania)
1 oro: Eleonora Giorgi (50 km)
1 argento: squadra donne 20 km (Eleonora Dominici, Valentina Trapletti, Nicole Colombi)
1 bronzo: squadra donne 50 km (Eleonora Giorgi, Mariavittoria Becchetti, Federica Curiazzi, Beatrice Foresti)

Universiadi, Napoli
4 ori: Luminosa Bogliolo (110hs); Ayomide Folorunso (400hs); Roberta Bruni (asta); Daisy Osakue (disco)

World Relays, Yokohama (Giappone)
1 terzo posto: staffetta 4x400 donne

Campionati Europei a squadre, Bydgoszcz (Polonia)
4 primi posti: Davide Re (400); Yeman Crippa (5000); Luminosa Bogliolo (100hs); staffetta 4x400 uomini (Edoardo Scotti, Matteo Galvan, Brayan Lopez, Davide Re)
3 secondi posti: Marcell Jacobs (100); Eseosa Desalu (200); Marta Zenoni (3000)
5 terzi posti: Stefano Sottile (alto); Mariabenedicta Chigbolu (400), Alessia Trost (alto); Ottavia Cestonaro (triplo), staffetta 4x400 donne (Mariabenedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso, Rebecca Borga e Giancarla Trevisan)

Coppa Europa 10.000 metri, Londra (Gran Bretagna)
2 primi posti: Yeman Crippa; squadra uomini (Yeman Crippa, Lorenzo Dini, Said El Otmani, Daniele Meucci, Italo Quazzola, Marco Salami)
1 terzo posto: squadra donne (Sara Dossena, Isabel Mattuzzi, Giovanna Epis, Maria Chiara Cascavilla, Valeria Roffino, Rebecca Lonedo)

Coppa Europa lanci, Samorin (Slovacchia)
1 secondo posto: squadra uomini (Leonardo Fabbri, Giovanni Faloci, Marco Lingua, Mauro Fraresso, Roberto Bertolini)
1 terzo posto: Mauro Fraresso (giavellotto)

European Games, Minsk (Bielorussia)
1 oro: Hassane Fofana (110hs)
1 bronzo: staffetta The Hunt (Riccardo Tamassia, Irene Baldessari, Giuseppe Leonardi, Giulia Riva)

Giochi Mondiali Militari, Wuhan (Cina)
1 argento: Ottavia Cestonaro (triplo)

Campionati Europei di corsa in montagna, Zermatt (Svizzera)
1 oro: squadra donne (Elisa Sortini, Valentina Belotti, Alessia Scaini, Erica Ghelfi)
1 argento: squadra uomini (Xavier Chevrier, Cesare Maestri, Martin Dematteis, Nadir Cavagna)
1 bronzo: Xavier Chevrier

Campionati Mondiali di corsa in montagna distanze classiche, Villa La Angostura (Argentina)
1 argento: Cesare Maestri
1 bronzi: squadra uomini (Cesare Maestri, Xavier Chevrier, Alex Baldaccini, Nadir Cavagna)

Campionati Mondiali di corsa in montagna lunghe distanze, Villa La Angostura (Argentina)
1 argento: Francesco Puppi
1 bronzo: squadra uomini (Francesco Puppi, Gabriele Bacchion, Luca Cagnati, Alessandro Rambaldini, Fabio Ruga)

(Nei prossimi giorni saranno pubblicate le altre news di riepilogo della stagione)

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