Rubino: in marcia verso Berlino



E' appena rientrato in Italia dopo un week-end che l'ha visto decisamente protagonista con l'ottimo secondo posto sui 20 km della tappa numero 2 del Challenge IAAF di Rio Maior. Giorgio Rubino si racconta dopo un risultato, 1h19:37, che lo proietta subito in una dimensione di valore internazionale.

Da chi hai ricevuto la prima telefonata dopo la tua gara a Rio Maior?
La prima telefonata è stata quella di Sandro Damilano ovviamente che è stato in contatto con mio padre per tutta la gara visto che mi ha seguito a Rio Maior, ero già contentissimo ma mi sono emozionato ancora di più quando appena gli ho detto il tempo mi ha urlato "sei un grande!"

Tra pochi giorni, il 15 aprile, sarà il tuo compleanno, 23 anni di cui quanti e come trascorsi marciando?
Ormai è da tanto tempo, sono passati 11 anni da quando ho fatto i primi passi sulla pista delle Fiamme Gialle ad Ostia ed ho tanti bei ricordi trascorsi con quelli che sono stati e sono i miei compagni d'allenamento e di avventure che si sosseguono nel mio cammino da atleta. Avrei tanti aneddoti e tante cose da raccontare però sintetizzo dicendo che la marcia ha inequivocabilmente segnato la mia vita mi ha dato veramente tantissimo e conservo nella mia mente dei ricordi stupendi.

Ti aspetti qualche regalo in particolare?

Mi basta l'affetto delle persone che mi vogliono bene, della mia famiglia e...specialmente di una persona in particolare che mi sta vicino più intensamente da un paio di mesi. Non sono attaccato alle cose materiali.

In cosa ti senti oggi più forte e in cosa pensi di dover ancora migliorare?
Sono cambiato radicalmente, ma è gioco forza perchè la mia vita si è stravolta, da un periodo in cui tutto andava male per diversi motivi ho avuto il merito di non mollare l'obiettivo fisso che è quello della mia carriera e lo devo anche grazie all'aiuto delle persone che mi sono state vicine tra cui i miei genitori i miei ex-compagni d'allenamento di Ostia ed il I nucleo Fiamme Gialle che mi aiuta e mi sta vedendo crescere fin da piccolo. Sandro Damilano mi ha insegnato ad allenarmi con serenità, a farmi padrone delle mie sicurezze e sensazioni. Mi sento partecipe di quello che faccio e c'è piena collaborazione e confronto sul programma d'allenamento e sul piano gare. Questo mi è servito tantissimo per togliere i miei blocchi mentali e i risultati si sono già visti da gennaio con la 35km di Rosignano Solvay.

Com'è una giornata al centro marcia di Saluzzo? 

Penso che tutto ciò che desideri un atleta professionista che vuole intraprendere sul serio la propria carriera lo possa trovare in un centro d'allenamento come quello di Saluzzo, abbiamo tutto quello che ci serve per allenarci e per vivere al meglio la nostra giornata, il nostro è un gruppo molto unito e le giornate passano senza che ce ne accorgiamo, il clima è sempre molto disteso e sono orgoglioso di essere entrato a far parte di questa grande e bella famiglia!

Si dice che "Da piccoli si impara a sognare, da grandi dobbiamo realizzare i nostri sogni". Partecipare alle Olimpiadi è stato già un bel sogno che si è avverato per te. Quest'anno, però, ci sono i Mondiali a Berlino... 
E' vero che mi piace sognare ma allo stesso tempo sono molto realista e non mi piace soprattutto fare previsioni, mi piace vivere alla giornata e ad oggi sò che a Berlino mancano tanti mesi di lavoro ed ancora tanto sudore. Il mio obiettivo è quello di dare il massimo ogni giorno poi quello che verrà lo raccoglierò con il sorriso se sarò sicuro di aver dato il 100%.

Rubino sarà di nuovo in gara il primo maggio a Sesto San Giovanni nella tappa italiana del Challenge, poi per lui la Coppa Europa a Metz.

Alessio Giovannini

Nella foto, Giorgio Rubino ai Mondiali di Osaka 2007 (Giancarlo Colombo per Omega/Fidal)


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