Rubino: "Il sogno è il podio Under 23 a Debrecen"



Giorgio Rubino è stato una delle note più liete del 2006 azzurro. Certe volte non sono le medaglie fine a se stesse che danno lo spessore di un’annata: il marciatore romano era atteso dalla sua prima stagione fra i “grandi” e si sa che il salto di categoria, soprattutto quando non attutito da una grande manifestazione per Under 23 (l’affronterà solo il prossimo anno) è complicato. Rubino l’ha affrontato con il piglio giusto, l’umiltà che costituisce il sostrato sul quale si può costruire una carriera e che permea ogni sua parola ed ogni sua azione, anche se si capisce che nel profondo del suo animo le ambizioni sono grandi. Dopo un 2006 atletico ricco d’impegni e contraddistinto dal notevole ottavo posto agli Europei di Goteborg, il ventenne delle Fiamme Gialle si è concesso una vacanza di tre settimane con il padre girando in lungo e in largo gli Usa, poi dal 16 ottobre ha ricominciato la preparazione: “Sto accumulando molti chilometri, sono già nel pieno degli allenamenti. Rispetto alla passata stagione abbiamo deciso con il mio allenatore Parcesepe di posticipare un po’ i tempi perché grandi impegni saranno tanti e tutti nella prossima estate, quindi i lavori di velocità inizierò a farli solamente a febbraio. In gennaio andrò in Namibia con Brugnetti e De Luca, è un’esperienza molto stimolante perché saremo insieme ai maratoneti, potrò imparare tante cose. A febbraio farò forse qualche indoor, ma questo lo decideremo in base a come starò di ritorno dall’altura”. - Quali obiettivi si è posto per il 2007? - Innanzitutto ci sarà la Coppa Europa in maggio, poi punto a una posizione di prestigio agli Europei Under 23, ma senza presunzione né proclami, infine vorrei guadagnarmi la maglia azzurra per i Mondiali di Osaka dove dare tutto me stesso senza pensare di fare qualcosa di grande. - Come mai un approccio così cauto dopo un 2006 nel quale molti hanno salutato con tante speranze le sue prestazioni? - E’ ancora presto per parlare di me in termini elogiativi, devo crescere molto. Guardando la classifica di Goteborg, ad esempio, il secondo e il quarto sono anche loro Under 23 che mi ritroverò contro a Debrecen. Io sono convinto che non bisogna mai perdere l’umiltà, altrimenti è meglio lasciar perdere tutto. Tenere i piedi per terra, partire dal basso, anche perché se pensi in grande il “botto” è più grosso... - Ha temuto la pressione dopo gli ottimi risultati da junior? - Sicuramente all’inizio si sapeva che sarebbe stato un anno difficile, visto il cambio di categoria, ma il mio allenatore mi ha fatto lavorare bene. Sono riuscito ad affrontare la stagione nella maniera giusta senza sentire addosso troppa pressione né eccedere con il lavoro. Non guardo tanto quello che fanno gli altri, le metodologie di allenamento dei miei coetanei sono ben diverse, io ad esempio non faccio pesi ma tutto carico naturale, ho molti margini di miglioramento soprattutto a livello muscolare. So che si cresce piano piano, devo aspettare almeno i 25 anni per ragionare in grande, ora devo pensare soltanto alla crescita senza farmi prendere dall’entusiasmo visto che ci sono questi grandi appuntamenti. Se faccio troppo bene adesso significa avere una carriera breve, se carico come un ventottenne temo di bruciarmi. - Che valore dà all’ottavo posto di Goteborg? - Essere finalista europeo al primo Campionato credo sia un grande risultato, ma certo non è un punto d’arrivo, penso a ben altro. Per questo momento va più che bene. Quel che noto è che c’è un grosso rinnovamento nella marcia, non solo fra i russi ma anche spagnoli, tedeschi, nella mia categoria c’è molta competitività. A Debrecen sarà molto difficile portare a casa una medaglia, io comunque lavoro sognando questo, ma è appunto un sogno. Gabriele Gentili Nella foto: Giorgio Rubino in occasione dei Campionati Europei di Goteborg (foto Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)

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