Rigaudo di bronzo, la marcia non tradisce



Questa volta il detto “non c’è due senza tre” non ha funzionato. Per due volte Elisa Rigaudo era stata annunciata come possibile medaglia se non di più, alle Olimpiadi di Atene e ai Mondiali di Helsinki, ma al momento buono era venuta a mancare. Questa volta no, questa volta Elisa Rigaudo ha centrato l’obiettivo. Medaglia di bronzo agli Europei, in una gara estremamente qualificata e resa dura dal tracciato tutto a saliscendi. La piemontese, che per tutta la stagione era rimasta nascosta, ha rispettato in pieno la tattica prevista alla vigilia: ha lasciato andare subito la bielorussa Turava che per oltre tre quarti di gara ha marciato sotto i tempi del record mondiale, poi ha lottato a lungo con la russa Kaniskina lasciandola andare solamente all’ultimo chilometro per contenere il ritorno della norvegese Platzer. Alla fine la Turava ha chiuso in 1h27:08, seconda la Kaniskina in 1h28:35, terza la Rigaudo appena due secondi dopo. L’azzurra, alla sua prima medaglia importante, è rimasta oltre un minuto sopra il record personale ma questo podio può essere un passo fondamentale nella carriera di un talento annunciato della specialità. Le altre azzurre: 16. la Orsini in 1h33:10, 18. la Giordano in 1h33:56. Nell’alto la “vittoria” di squadra degli azzurri non si traduce in qualcosa di più: il primo a fermarsi è stato Bettinelli, a 2,24, poi i fratelli Ciotti a 2,27, con Nicola sesto e Giulio decimo. Se da una parte va detto che i nostri non sono riusciti a migliorarsi nell’occasione principale della stagione, va anche sottolineato come la gara di Goteborg, a differenza di quella tanto vituperata di Helsinki 2005, è stata di altissimi contenuti tecnici: per andare sul podio bisognava superare i 2,34, il che toglie ogni rammarico. Qui vittoria a sorpresa al russo Silnov elevatosi a 2,36 davanti al ritrovato ceko Janku, argento, e allo svedese Holm, bronzo, entrambi a 2,34 come l’altro svedese Thornblad, che su una misura che fino a ieri era primato mondiale stagionale non sale neanche sul podio… Nei 400 Andrea Barberi ha chiuso al quinto posto, in 45.70: è stato il più veloce nel rettilineo finale ma troppo era il divario da coprire. D’altronde al suo terzo turno in tre giorni non c’erano più le gambe per correre sotto il record italiano di 45.26 che ora dev’essere il suo primario obiettivo perché più alla portata. Vittoria per il favorito, il francese Raquil in 45.02. Settimo era stato quattro anni fa, e da un settimo posto in 3:42.59 riparte la carriera di Christian Obrist, davvero molto valido nella gara dei 1500 corsa in maniera attentissima facendo meglio di quanto l’accreditavano i pronostici. Titolo al francese Baala in 3:39.02 davanti all’ucraino Heshko (3:39.50) e allo spagnolo Higuero, il più deluso (3:30.62). Nei 400 hs Gianni Carabelli svolge in pieno il suo compito, finendo secondo nell’ultima delle tre semifinali in 49.97 e accedendo alla finale. Il carabiniere è stato eccellente per tre quarti di gara, poi è andato un pochino spegnendosi, ma il traguardo che si era posto per questa manifestazione è stato centrato in pieno. Eliminata nei 400 Daniela Reina, ma anche in semifinale la marchigiana ha mostrato tutto il suo talento finendo quinta in 52.13 a soli 6 centesimi dal personale stabilito in batteria. Risultati che lasciano presagire ottime cose per il futuro, soprattutto se si deciderà a passare agli 800. Bene anche Alessandro Cavallaro, finalmente grintoso e combattivo come non lo si vedeva da anni. Il velocista delle Fiamme Gialle centra la semifinale dei 200 in 20.91, mentre Anceschi è stato squalificato nella sua batteria. Bellissima la finale del triplo femminile, che la greca Devetzi pensava di aver chiuso al primo salto con 15,05 ma che la russa Lebedeva ha riaggiustato all’ultimo tentativo con 15,15. Terza l’altra russa Pyatykh con 15,02, per un podio tutto sopra i 15 metri che testimonia il valore della gara. Questi gli esiti delle altre finali: Nei 100 donne titolo alla favorita belga Gevaert in un ottimo 11.06. Nei 400hs femminili sorpresa per la vittoria della russa Isakova che nel finale ha beffato l’olimpionica greca Halkia in 53.93 (e quanto rimpianto per una Ceccarelli che sui livelli del record italiano dello scorso anno avrebbe lottato per il podio). Nel giavellotto maschile successo dell’olimpionico norvegese Thorkildsen con 88,78 (e bronzo per l’intramontabile ceko Zelezny, alla bella età di 40 anni suonati capace di lanciare a 85,92…). Gabriele Gentili Nelle foto, Elisa Rigaudo (in alto) e Andrea Barberi (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL) File allegati:
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