Rigaudo: "Da Pechino più convinta"



Quel giorno fu il diluvio, a Pechino. Acqua ovunque, dal cielo e di rimbalzo dalla terra, in una gara apparsa in qualche fase, anche a causa delle condizioni atmosferiche, una prova ad eliminazione. Ne venne fuori lei, l'Elisa, con una rimonta che, a ricordarla, ancora vengono i brividi lungo la schiena. Gara da leggenda, con la battaglia nei metri finali per la medaglia di bronzo, le lacrime e il giro di pista avvolta nel tricolore. Elisa Rigaudo ha già messo tutto in archivio. Ovviamente, tra i ricordi che segnano una vita. La realtà è tornata già da un po' ad essere la solita, quella contraddistinta dal menù tipico dello Chef Sandro Damilano, aspro (il menù, non Sandro) e di sostanza (in questo caso, anche Sandro): lavoro e chilometri. "Ho ripreso ad inizio novembre - racconta la portacolori delle Fiamme Gialle - anche se quest'anno la fase di avvio è stata un po' più dolce. Qualche chilometro in meno, ritmi più tranquilli. Almeno per ora".

Come va a Saluzzo?

"Benissimo, siamo talmente tanti che ogni lavoro sembra una piccola gara nazionale...Il clima alla Scuola è sempre il solito, stiamo bene in gruppo, c'è affiatamento, voglia di crescere. Io poi sono nella situazione ideale, sto a casa, a Robilante, a 50 km, e vengo a Saluzzo per gli allenamenti più importanti, tre-quattro volte a settimana. Questo mi aiuta a mantenere costanti i miei punti di riferimento, ovvero il rapporto con l'allenatore e quello con la mia famiglia".

Chi l'accompagna in allenamento?

"In questo periodo giro soprattutto con Dolci e Tontodonati, che fanno i miei ritmi, e la cosa decisamente mi aiuta. Avere un contatto con qualcuno è importante. A casa faccio i lavori di recupero, certe volte mi accompagna mio marito, ma stare sulle strade che conosco dà un ulteriore contributo in tranquillità".

Il 2008 se n'è andato con un bottino magico.

"E' vero, ma io preferisco guardare soprattutto a quello che mi ha lasciato come dote per il futuro. Il bronzo olimpico mi ha dato piena convinzione dei miei mezzi, delle mie possibilità. Oggi so di poter lottare a certi livelli: a patto, ovvio, che la salute mi assista, e che mi permetta di allenarmi nel modo giusto. In più, credo di conoscermi meglio anche come atleta. Oggi posso dire che non sono una capace di stare in forma da marzo a settembre: non è nelle mie caratteristiche, fisiche ma forse anche mentali. Posso puntare ad un grande picco prestativo, così come è stato nel 2008, quando al risultato discreto di Cheboksary, in Coppa del Mondo, ha fatto seguito il podio all'Olimpiade".

Quindi, calendario alla mano, che 2009 sarà per Elisa Rigaudo?

"L'obiettivo ultimo, naturalmente, è il Mondiale di Berlino, in agosto (il 16 per la precisione, via alle ore 12 locali). Ma farò anche qualche tappa del Challenge IAAF, a cominciare da quella messicana di Chihuahua (14 e 15 marzo), dove nel 2010 si svolgerà la Coppa del Mondo. In marzo, a Torino, la solita puntata nelle indoor, agli Assoluti (21 febbraio), dove spero di portare i ragazzi delle scuole che sto conoscendo nell'ambito di una iniziativa della Comunità montana delle Valli Gesso e Vermenagna. Una esperienza davvero appagante: trasmettere la passione per l'atletica, per la marcia, mi dà energie supplementari per l'attività di tutti i giorni".

Che altro succede al di fuori dell'atletica?

"Ho aperto da poco anche un sito internet, all'indirizzo www.elisarigaudo.it, nel quale parlo di sport, ma anche delle mie passioni, a cominciare da quelle per i viaggi e per la montagna. Quando posso, in vacanza, salto sul mio camper, e con  mio marito andiamo in giro, anche in posti lontani. Ma per quest'anno, a meno di reali necessità di fare altura, magari in Ecuador, dove sono già stata, rimarrò in Italia".

m.s.

Nella foto di Giancarlo Colombo (Omega/FIDAL), le lacrime di Elisa Riagudo sotto la pioggia di Pechino.



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