Paralimpiadi: Tapia peso di bronzo

30 Agosto 2021

Prima medaglia per l’Italia nella rassegna di Tokyo, con il terzo posto del lanciatore. Ossola sesto nei 100, Dieng in finale nei 400

Arriva la prima medaglia azzurra nell’atletica alle Paralimpiadi di Tokyo. A coronare il sogno nel getto del peso F11 è Oney Tapia, che sale per la seconda volta sul podio dopo l’edizione di cinque anni fa a Rio. Il lanciatore non vedente si impossessa del bronzo nella sua specialità meno preferita e inanella buone prestazioni che partono da un 13,05. I tentativi successivi vanno a progredire fino a trovare 13,42, che lo proietta subito nei primi posti di classifica, e poi quel 13,60 dell’ultimo lancio che gli vale il terzo gradino del podio. L’oro va all’iraniano Mahdi Olad (14,43) e l’argento al rivale di sempre, il brasiliano Alessandro Rodrigo Da Silva (13,89).

La medaglia ha comunque il sapore della vittoria per l’atleta di origine cubana trapiantato in Italia: “Non mi aspettavo di vincere questo bronzo. Il peso non è la mia specialità e aver ottenuto questo risultato, è qualcosa di positivo e stimolante per poter affrontare la gara di disco. Tutto ciò è arrivato grazie a tutte le persone che mi hanno aiutato, la FISPES, le Fiamme Azzurre, Federico Apolloni che mi sta seguendo adesso come tecnico, Nadia Checchini e Francesco La Versa. Ho fatto questa gara per puntare al personale, visto che quest’anno la preparazione col disco è andata così così. Ho pensato allora di portare a casa un risultato decente e guarda cosa è venuto fuori. Per il disco tengo i piedi per terra. Ogni cosa va goduta in modo diverso. Oggi mi godo questa, per il disco si vedrà”. Tapia tornerà in pedana giovedì 2 settembre per tentare il tutto per tutto anche nel lancio del disco F11, dove a Rio aveva vinto l’argento.

In pista, invece, finale da adrenalina pura nei 100 T63 di Alessandro Ossola. La grinta dello sprinter amputato e bronzo europeo è tutta nel sesto posto acciuffato alla sua prima Paralimpiade contro avversari stratosferici come il russo Anton Prokhorov (oro), il brasiliano Vinicius Goncalves Rodrigues (argento) e il tedesco Leon Schaefer (bronzo). Sulla linea di arrivo il cronometro si ferma a 12.66 ad un centesimo dal suo primato italiano, che lascia libero sfogo a una grande soddisfazione: “Essere qui tra i più forti al mondo è un’emozione che ricorderò per sempre e che mi ha dato tantissimo dal punto di vista umano e sportivo. Dagli atleti che c’erano oggi c’è solo da imparare, lavorerò per migliorarmi ancora, ma già essere riuscito ad arrivare ad una finale paralimpica è un qualcosa di speciale che mi servirà. Ora la testa è a Kobe e al Mondiale del prossimo anno per cercare di dare fastidio a quei tre là davanti che sono davvero incredibili”.

Nessun problema poi per Ndiaga Dieng che passa in finale nei 400 T20. Iscritto a una delle gare più competitive, lo specialista del mezzofondo prestato al giro di pista corre il suo turno in modo impeccabile in 48.91 e si apre alla possibilità di ben figurare nella finale in programma domani alle 12:11. Il suo tempo di qualificazione è il sesto complessivo, dopo aver tagliato il traguardo della sua batteria in quarta posizione. L’atleta italo-senegalese, recordman tricolore con 48.80, dichiara: “Non ho preparato i 400 perché mi sono concentrato sui 1500 che è la mia gara. Mi sono avvicinato al primato italiano, sono contento per tutto quello che potrà arrivare”. Ma nella prossima sessione di gare mattutine del Giappone (ore 2.34 in Italia) i riflettori tornano ad accendersi su Assunta Legnante, una delle atlete azzurre più vincenti della Nazionale italiana. La pluridecorata paralimpica e iridata tenterà il colpaccio nel lancio del disco F11, dopo il recupero dall’operazione al tendine d’Achille e il record europeo di 39,03 firmato solo ad agosto nella sua nuova specialità di elezione. Le gare sono trasmesse in diretta tv sui canali Rai (Rai 2, RaiSport, RaiPlay).

Nella seconda giornata c’è stato ancora un ottavo posto Oxana Corso nei 200 T35, dopo quello dei 100 metri, in una gara con lo stesso podio: la cinese Zhou Xia (oro e record del mondo di 27.17), l’australiana Isis Holt (argento) e la britannica Maria Lyle (bronzo). Il crono al traguardo dell’azzurra è di 33.13: “Sono sicuramente soddisfatta perché secondo me ho corso una buona gara. Ho cercato di spingere il più possibile. Era una gara abbastanza falsata, è sotto gli occhi di tutti, ma va bene così. Mi sono vissuta quest’esperienza al massimo con la voglia di voler spaccare tutto. Sono felice di aver partecipato alla mia terza Paralimpiade”. In pedana invece, Francesca Cipelli conquista la nona piazza nel salto in lungo T37. La giovane 24enne, già alla sua terza presenza in una manifestazione internazionale con la maglia azzurra, cerca di fare del suo meglio contro avversarie molto più esperte e quotate di lei, riuscendo a saltare 3,96, ma resta dietro rispetto alle prime tre che fanno registrare misure superiori a 4,50. Con l’amaro in bocca, la saltatrice veneta dichiara: “Non posso dirmi soddisfatta e devo ancora realizzare cosa non abbia funzionato e perché. Sicuramente non posso non calcolare l’esperienza complessiva generale strabiliante qui a Tokyo, che mi darà un bagaglio umano, valoriale e sportivo importantissimo in vista di appuntamenti internazionali futuri”.

Nell’ultima gara del programma, con la rabbia e con i denti, l’esordiente Alessandro Ossola ha trovato la corsa perfetta per agguantare la finale dei 100 T63, proprio nel giorno dell’anniversario dell’incidente che gli ha causato l’amputazione della gamba sinistra. Nella sua batteria, lo sprinter delle Fiamme Azzurre si è piazzato terzo in 12.77, guadagnandosi di diritto la prima finale paralimpica della sua recente carriera sportiva con il sesto tempo di qualificazione.

Giuliana Grillo (FISPES)

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