Mondo: pista, strada e cross

15 Novembre 2016

Risultati di qualità sui 10000 in Giappone. Maratone in Turchia, Grecia, Francia e Libano. La stagione campestre entra nel vivo.

di Marco Buccellato

Ancora risultati dal lontano Oriente e dal continente oceanico, dove è l'inverno a essere altrettanto lontano: ai Trials universitari giapponesi di Kanagawa (lunghe distanze) un ottimo 10000 metri è stato vinto da Bedan Karoki Muchiri, vicecampione del mondo di mezza maratona a Cardiff e sempre ai piedi del podio dei 10000 metri nelle due ultime edizioni delle Olimpiadi e dei campionati del mondo. Il keniano si è imposto in 27:07.30 (undicesima prestazione 2016) su Jonathan Ndiku (27:11.23) e John Njoroge Maina (27:21.97). Karoki ha vinto anche i 5000 in 13:25.64. In India si sono disputati i campionati giovanili di tutte le categorie: il miglior risultato è stato ottenuto dall'allievo Tejaswin Shankar, che ha superato 2,26 nell'alto centrando un sorprendente record nazionale. Il primato nazionale categoria under 17 della neozelandese Eliza McCartney (4,11), bronzo olimpico a Rio 2016 con 4,80, è stato migliorato di ben 11 cm da Olivia McTaggart, classe 2000, salita a 4,22.

Il primo azero

Svanita la sbornia delle super-maratone autunnali, si corrono ancora 42 km di discreto interesse in Europa e poco lontano. Le quattro maratone di domenica scorsa non hanno offerto risultati a sensazione ma poco importa. A Istanbul l'ex-keniano Evans Kiplagat, ora atleta di punta dell'Azerbaijan, si è imposto in 2h13:30, regalando al suo nuovo paese la prima vittoria in una maratona di livello internazionale. Kiplagat, dopo il cambio di nazionalità della scorsa primavera, vanta la partecipazione agli Europei di Amsterdam (19° nella mezza maratona) e ai Giochi di Rio (28°). In carriera ha corso la maratona in meno di 2h10 e la mezza maratona in meno di 1h. Più interessante sul piano tecnico la prestazione di Agnes Barsosio, che ha vinto la corsa femminile in 2h28:25, già espressasi sotto le 2h25 nella prima parte della stagione a Seul. La vincitrice della maratona di Roma Rahma Tusa ha chiuso terza in 2h35:44 dietro l'altra etiope Sechale Adugna (2h33:37). Il campione uscente Elias Kemboi stavolta ha deluso: appena sesto in 2h16:51.

Beirut e Nizza, Africa schiacciasassi

Caldo e umidità hanno alzato il livello di sofferenza dei maratoneti della Beirut Marathon (IAAF Silver Label), con il Presidente IAAF Sebastian Coe invitato e starter d'eccezione: in tali condizioni climatiche vanno apprezzate le prestazioni dei neo-vincitori, Edwin Kibet Kiptoo (2h13:19) e Tigist Girma (2h32:48, personale). Terzo il campione uscente Jackson Limo (2h15:02).

Podio donne tutto etiope con Kedir seconda in 2h34:12 e la meno nota Guta terza in 2h37:23. A Nizza gli organizzatori hanno spostato la partenza della maratona delle Alpi Marittime, dal tradizionale start point della Promenade des Anglais, luogo dell'attacco terroristico dello scorso luglio, allo stadio. Ha vinto l'outsider keniano Elisha Kipchirchir, un 26enne miglioratosi fino a 2h10:45. Anche qui il vincitore di un anno fa, Henry Sugut, non ha confermato i favori della vigilia chiudendo quarto in 2h12:40, preceduto anche da Felix Kimutai (2h11:11) e dall'etiope Azmeraw Mengistu (2h12:27). Nixon Machichin, altro nome noto, ha concluso quinto in 2h13:14. L'etiope Konjit Tilahun ha vinto la corsa donne in 2h37:56.

Atene celebra Maratona

La 42 km ateniese si è disputata sul percorso originale da Maratona fino allo stadio Panathinaiko della capitale, con record di iscritti di 17.000 unità. Nella corsa maschile gran rimonta negli ultimi cinque chilometri di Luka Rotich (runner da 2h08:12), primo al traguardo in 2h12:49 sul 25enne esordiente Benson Kipruto (2h13:24), a lungo leader della corsa, e altri cinque keniani. Successo femminile con minor margine cronometrico per l'altra debuttante sui 42 km Nancy Arusei (2h38:13) sull'algerina Kenza Dahmani (2h38:28). Come ogni anno, la maratona ateniese è stata preceduta dal Gala dell'AIMS (Association of International Marathons and Distance Races) che venerdì sera ha assegnato il riconoscimento di migliori maratoneti dell'anno ai due vincitori delle recenti Olimpiadi di Rio, Eliud Kipchoge e Jemima Sumgong. Un riconoscimento alla carriera è stato assegnato al neo-presidente della federazione etiope, Haile Gebrselassie.

Premi e classifiche

Kipchoge vince il premio per il secondo anno di fila. Prima di lui era toccato ai due maratoneti che avevano realizzato altrettanti record mondiali, Wilson Kipsang nel 2013 e Dennis Kimetto nel 2014. La Sumgong riporta in Kenya il premio, toccato lo scorso anno all'etiope Mare Dibaba, e in precedenza alle due Kiplagat, Edna prima e Florence poi. Un altro maratoneta molto amato, Meb Keflezighi, ha annunciato che chiuderà la carriera a 42 anni in occasione della prossima edizione della maratona di New York. L'ultima, disputata a inizio mese, può fregiarsi anche del primato di più grande maratona di sempre, con 51.348 runner arrivati al traguardo.

Dopo la New York Marathon le parziali classifiche 2016-2017 delle World Marathon Majors vedono in testa tra gli uomini Eliud Kipchoge con 50 punti, seguito da Kenenisa Bekele con 34 e Ghirmay Ghebreslassie con 29. Tra le donne Jemima Sumgong 50 punti, poi Florence Kiplagat con 34 e a pari punteggio (25) Aberu Kebede, Atsede Baysa e Mary Keitany.

Cross, Teferi in Spagna

L'argento iridato dei 5000 metri femminili a Pechino Sembere Teferi ha vinto ad Atapuerca il cross d'apertura del circuito IAAF Permit, imponendosi su un percorso di 8 km sulla keniana Agnes Tirop (al rientro dopo problemi tendinei) con un distacco di tre secondi, e su Alice Aprot Nawowuna, quarta sui 10000 metri alle Olimpiadi. Interessante quinto posto della irlandese Fionnuala McCormack, in prospettiva dell'EuroCross di Chia. Nel cross maschile successo di Aweke Ayalew (Bahrain, ex-Etiopia), che assieme all'ugandese Timothy Toroitich (secondo con lo stesso tempo) ha impedito a Imane Merga, terzo, di cogliere il sesto successo consecutivo nel classico cross in terra di Spagna. Fuori dai primi tre gente con garretti di qualità come Muktar Edris e Jairus Birech, quarto e quinto. Miglior europeo lo spagnolo Abadia, settimo.

Ritiri: Sanya Richards e Reese Hoffa

Danno l'addio all'atletica attiva due personaggi che hanno ricoperto un ruolo di primo piano negli ultimi tre lustri nell'atletica USA e internazionale: Sanya Richards-Ross, 31 anni, e Reese Hoffa, 39 anni. La quattrocentista lascia con quattro medaglie d'oro conquistate alle Olimpiadi, tre con la staffetta e quello individuale di Londra 2012 (oltre al bronzo di Pechino 2008), cinque titoli mondiali (individuale a Berlino 2009 e quattro con la 4x400) arricchiti da due argenti, un oro e tre argenti iridati indoor. Il 48.70 ottenuto nel 2006 a Atene le vale tuttora la settima prestazione mondiale all-time sui 400 metri. Svanita la partecipazione a Rio dopo il ritiro nei Trials, è stata commentatrice TV e è in preparazione un suo libro, in uscita il prossimo anno.

Il pesista Reese Hoffa ha garantito competitività, simpatia e spettacolo, raccogliendo meno di quanto meritasse, considerando i numerosi quarti posti (tre volte ai Mondiali all'aperto, uno indoor) e i continui ingressi nelle finali importanti. Lascia con un personale di 22,43, tredicesima prestazione all-time all'aperto, il titolo di campione del mondo di Osaka e del mondiale indoor 2006, oltre a due argenti in altrettanti campionati del mondo al coperto. Alle Olimpiadi vanta il bronzo di Londra 2012. Ai Trials olimpici 2016 si è piazzato quinto, non guadagnandosi la selezione per Rio.

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