Mondo, martelli formato Zurigo

09 Giugno 2014

Periscopio su lanci europei (Pars, Heidler) e asiatici (Murofishi), sprint euroasiatico (Ndure, Kiryu) e campionati kenyani.

Congiuntura sul Nilo

Prima o poi l'incantesimo del faraone doveva spezzarsi, ed è successo 24 ore fa. Nel risultato ottenuto ieri dal campione olimpico di lancio del martello Krisztián Pars - 81,31 per il nuovo mondiale stagionale a Veszprém - sussistono diverse chiavi di lettura, tra cui primeggia quella di un evento unico a memoria d'uomo nel mondo dell'atletica internazionale: non era mai successo che due atleti egiziani detenessero contemporaneamente altrettante migliori prestazioni mondiali stagionali. I fortunati rispondono al nome di Mostafa Hicham Al-Gamal (martello) e Ihab Abdelrahman Al-Sayed (giavellotto). Mentre Al-Sayed è ancora saldamente in vetta alle classifiche stagionali precedendo di quasi 4 metri l'attuale secondo al mondo, l'incantesimo prodotto da Al-Gamal è stato spento dai due centimetri in più ottenuti da Pars, per di più a 24 ore dalla precedente gara di Stettino (79,35), dove aveva messo in riga anche il campione del mondo in carica Pawel Fajdek (terzo), da cui aveva perso in finale proprio a Mosca. Nel clan dei martellisti di grido è "iceman", occhi di ghiaccio in pedana, massima concentrazione. Per lui parlano l'oro olimpico e quello europeo di due anni fa, e il doppio argento mondiale.

Betty "la rossa"

Noi abbiamo la Ferrari. A Berlino, anche se molti appassionati tedeschi aderirono alla venerazione del marchio di Maranello pur di non smettere di tifare Schumi, hanno Betty Heidler, la martellista dai capelli fulvi. Combattente vera, ha vinto un titolo mondiale a Osaka nel 2007 e il titolo europeo a Barcellona nel 2010. Prima e dopo il trionfo spagnolo, due argenti mondiali (Berlino, sotto casa, e Daegu), e ancora dopo il bronzo olimpico di Londra, restituito sul campo dopo lo scippo di un lancio dichiarato nullo e poi riabilitato in seguito alle sue contestazioni. A una che ha studiato legge non la si fa tanto facilmente. Va in tutte le finali da Parigi 2003. Ai Giochi scarsa fortuna, a parte Londra. A Atene fu medaglia di legno, a Pechino la prima delle escluse dai tre lanci di finale. L'anno scorso a Mosca, dopo 9 gare e altrettante vittorie consecutive e un peggior risultato di un niente sotto i 74 metri, smarrì la via della grinta a mancò la qualificazione alla finale.

Quest'anno è ripartita con meno vigore (si fa per dire) girovagando tra Tennessee e Giappone con risultati, per una come lei, normali, prima della botta ricevuta a Halle. Nona. 68 metri. Battuta perfino da due connazionali. Riparte, dopo un bel lavoro svolto su di sé e sull'autodeterminazione che ne ha fatto una campionessa. Perde ancora dalla coetanea Klaas, ma è un'altra storia. Sono 8 centimetri, e la media sui sei lanci validi della Betty è migliore dell'avversaria. Fiducia, e la rabbia giusta. Eccoci a ieri, in un altro santuario teutonico dei lanci lunghi, a  Fränkisch-Crumbach, dove la rossa ritrova la vena dei giorni migliori e inanella tre primati personali stagionali, ancora senza un solo nullo: 74,53, 75,10 e il finale 76,91, che è la miglior prestazione europea dell'anno e il suo decimo risultato di sempre. Allacciate le cinture, la rossa romba di nuovo in pedana.

Il ventennio di Murofushi

Sembra un notiziario che privilegia i martellisti, e in effetti stavolta lo è. A fare breaking news è uno dei veterani della specialità. A ottobre compierà 40 anni ma tiene ancora la breccia come vent'anni fa. Due giorni orsono, ai campionati giapponesi di Fukushima, Koji Murofushi ha vinto il ventesimo titolo nazionale consecutivo, con 73,93 L'ha fatto sotto una pioggia battente, ma meglio questa che quella, terribile e radioattiva, che incombe sulla storia di Fukushima. E' ancora capace di dare sei metri al secondo miglior giapponese in circolazione.

L'anno scorso, dopo il bronzo olimpico di Londra, è stato sesto a Mosca nonostante l'ottimo 78,03 realizzato in finale, davanti a Capitan Nicola Vizzoni. La vetta della carriera l'ha vissuta senza goderne appieno il piacere. Nella finale olimpica di Atene, l'82,91 dell'ultimo lanciò non gli permise di scavalcare l'83,19 del magiaro Adrián Annus. L'ungherese prese la via della sospensione durante la procedura antidoping, e Koji si ritrovò d'oro dopo il cartellino rosso mostrato all'avversario.

Kiryu alla conquista del mondo

La pioggia di Fukushima ha mortificato le ambizioni di molti, soprattutto nel settore velocità. Shota Iizuka sognava di correre i 200 sotto i 20 secondi ma senza gomme da pioggia, lui che è un peso leggero, ha perso il titolo arrivando terzo in 20.66. Il personaggio di punta è invece Yoshihide Kiryu, fregato l'anno scorso dai suoi stessi giudici che, per ragioni tecniche, non gli hanno omologato il 10.01 ottenuto da 18enne come record mondiale juniores eguagliato. Anche lui sognava di abbattere il suo muro personale a Fukushima, correre in 9.99 o meno. Nella pozzanghera, invece, 10.22 e sogni di gloria rimandati a Eugene, dove lotterà per l'oro ai Mondiali juniores, senza dimenticare i Giochi Asiatici, che da quelle parti è considerata una mezza Olimpiade. La squadra è attrezzatissima, e in alcuni settori, 4x100 e sprint, asta maschile, marcia e decathlon (Ushiro recentemente sopra gli 8.300 punti), cerca il bersaglio grosso (con l'amichevole contributo di Ken Nakamura, Alfons Juck, Børre Lilloe).

Approdo al fiordo

Jaysuma Saidy Ndure ha trent'anni e ha passato mille controversie prima di ottenere la cittadinanza norvegese, e soprattutto l'eleggibilità di correre in manifestazioni ufficiali per il suo nuovo paese. Il suo paese d'origine, il Gambia, ha fatto per molto tempo tutto ciò che era in suo potere per trattenere a sé il miglior velocista da generazioni, il primo di respiro internazionale. Dieci anni fa, Jaysuma andava a medaglia ai Giochi Africani. Ora, dopo il bronzo europeo di Helsinki, vede positivo in funzione Zurigo, soprattutto dopo l'exploit di ieri a Florø nel Grand Prix norvegese. 9.92 in batteria con qualche imprecazione tra i denti per via del vento (2,3), poi Eolo che si mette per il verso giusto scendendo a 1,9, mentre Jaysuma onora la finale con 9.95. Record di Norvegia, sesta prestazione europea di sempre, al pari di Jimmy Vicaut, che l'ha realizzata per tre volte. La cabala è trita e ritrita dai media di Oslo e dintorni in queste ore, perché dopo 20 anni da quelle parti sperano di conquistare di nuovo un titolo europeo nella velocità. Due decadi fa, scoccò l'ora di Geir Moen, elegante velocista di Oslo, che a Helsinki '94 vinse il titolo dei 200 dopo aver conquistato l'argento sui 100.

Le ultime, Gibilisco 5,52

Oggi a Rehlingen la discobola di colore Shanice Craft è stata la migliore delle tedesche, battendo con 65,17 sia Nadine Müller che Julia Fischer. nelle gare di getto del peso, nessuna sorpresa per Christina Schwanitz (19.90), mentre David Storl ha superato la difficoltà fisiche dell'ultimo periodo mostrando una buona condizione, anche se in una gara condita da troppi lanci nulli: con 21,15 ha regolato il campione olimpico Majewski (20.28).

Sempre oggi pomeriggio, nelll'Odložil Memorial di Praga, da segnalare il 5,52 di Giuseppe Gibilisco (ingresso a 5,42 alla seconda prova, subito buona la prima a 5,52, tre errori a 5,60), quarto nella gara vinta dal polacco Lisek (5,82), il giavellotto di Frydrych (85,07), e il 20.36 di Danny Talbot sui 200.

Kenyani in prima fila

Il campione del mondo di mezza maratona Geoffrey Kipsang Kamworor ha vinto a Ceske Budejovice, in Repubblica Ceca, in 1:00:09, in una gara disputata in condizioni di gran caldo. Al traguardo, Kipsang ha staccato di due minuti e mezzo il secondo, l'altro kenyano Henry Kiplagat. Dietro i numerosi africani, i migliori europei sono stati il britannico Hawkins (ottavo), il francese Malaty (nono) e l'azzurro campione europeo di cross nel 2012 Andrea Lalli, decimo in 1:06:05. I kenyani fanno sempre parlare di sé e questa settimana il movimento è stato in fibrillazione per la disputa dei campionati nazionali a Nairobi e le coseguenti scelte tecniche per i Giochi del Commonwealth di Glasgow. Alla fine sono stati inseriti nella squadra che volerà in Scozia, con una "wild-card", David Rudisha e Ezekiel Kemboi, olimpionici di 800 e 3000 siepi, ma non Asbel Kiprop e Silas Kiplagat, che hanno disertato i campionati nazionali.

Tanti i nomi nuovi usciti da Nairobi, come lo junior Ronald Kipkemboi e Elijah Manangoi, cha hanno guadagnato la selezione sui 1500, o Joseph Kitur nei 10000. La spedizione scozzese conterà su ben 68 atleti. Incluse nel team femminile le varie Sum e Jepkosgei (800), Obiri e Kipyegon (1500), Chemos e Kirui (siepi), Cherono (5000), Florence Kiplagat (10000). Maratoneti: sulla carta appare più competitiva la selezione femminile (Ongori, Jeruto e Cheyech) che quella maschile (Kelai, Chemlany, Ndiema).

Mosca in marcia

La squadra russa di marcia per l'europeo di Zurigo potrà contare su tutti coloro saliti sul podio della Coppa del Mondo di Taicang, oltre che sul campione del mondo della 20km Aleksandr Ivanov. Nell'ultimo weekend si sono disputati i campionati nazionali a Cheboksary, con titoli assegnati a Denis Strelkov (1:19:47), Vera Sokolova (1:28:05), e Aleksandr Yargunkin (3:42:25, il quarto miglior tempo del 2014).

Veronica seconda vita, Blake 10.02

Nell'Elite Sprint Meet di Clermont (un altro!) è il turno di Veronica Campbell-Brown di risorgere al cospetto del cronometro. La due volte olimpionica dei 200 ha corso la batteria dei 100 in 10.86 (vento di due metri, mondiale stagionale, primo "meno 11" della stagione in condizioni legali), poi ha vinto i 200 in 22.30 con vento appena oltre il limite. Rientrato da Roma, ha corso e vinto anche Justin Gatlin (10.05). A Kingston di nuovo sui blocchi, per la distanza breve, Yohan Blake. Il 10.02 del giamaicano è l'ultimo test prima di gareggiare a New York nella Diamond League.

Previews, Oslo e New York

Campioni olimpici, mondiali e europei a perdita d'occhio nei Bislett Games di dopodomani. Tante le repliche di finali già viste ma anche duelli inediti: Lavillenie (due volte vincitore a Oslo) contro Holzdeppe, il ritorno di Blanka Vlašic alle prese con la campionessa mondiale indoor Kuchina, ancora Eaton sui 400hs. Sabato nell'Adidas Grand Prix di New York, in gara celebrità come Robert Harting, Felix Sanchez, Yohan Blake, Jenn Suhr, David Rudisha e Valerie Adams. Tornano anche Mo Farah, che domenica correrà un 5000 a Portland, Jimmy Vicaut a Sotteville (sabato), mentre un interessante edizione del meeting di Huelva è prevista giovedì, con i kenyani Chemut, Melly e Kosencha sugli 800.

Marco Buccellato



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