Mondo: Poole piccolo gigante

06 Novembre 2017

Il campione mondiale U18 di salto in alto (1,72), salta 53 centimetri più della sua statura e si pone sulle orme di Stefan Holm e Franklin Jacobs.

di Marco Buccellato

Non ditegli che è basso per il salto in alto. Vi smentirà nello spazio di una rincorsa e di un atterraggio sui sacconi. E' Breyton Poole, sudafricano nato il 23 marzo del 2000. Caratteristiche: altezza di 1,72. Peculiarità: dinamite nelle caviglie. Sogni: saltare sempre più in alto. E' stato lui a destare una delle sorprese più belle dei campionati mondiale under 18 di Nairobi dello scorso luglio, in una gara di alto maschile in cui tutti i primi sei classificati hanno migliorato il record personale. Poole però si superò. Arrivato a Nairobi con un personale di 2,18, si migliorò per tre volte con 2,20, 2,22 e infine 2,24. Due giorni fa, al Greenpoint Stadium di Città del Capo, ha aggiunto un piccolo ma enorme centimetro,  stabilendo più di un primato.

RINCORSA VERSO IL CIELO - Il 2,25 di Poole eguaglia innanzitutto il record africano allievi, detenuto da quel gigante di Jacques Freitag (alto 2,04 e anche lui campione mondiale allievi) che vinse l'oro "dei grandi" a Parigi 2003 prima di essere bersagliato dagli infortuni, e nei fatti è già il "primato mondiale" di differenziale, tra altezza e misura superata, per un ragazzo di soli 17 anni, ben 53 centimetri. Il miglior differenziale in assoluto appartiene in coabitazione a due esponenti della specialità del passato recente e più remoto. Il più famoso è lo svedese Stefan Holm, un metro e ottantuno di altezza, che con il 2,40 superato agli Europei indoor di Madrid nel 2005 superò ben 59 centimetri più della sua statura, eguagliando il differenziale-top da anni in possesso di un saltatore statunitense, Franklin Jacobs, a sua volta alto "solo" 1,73, che nel gennaio del 1978 sulla pedana indoor newyorchese salì a 2,32, all'epoca addirittura miglior prestazione mondiale al coperto. Tra i "grandi" nella speciale casistica del differenziale, entra anche l'ex-primatista italiano Marcello Benvenuti, 1,78 di statura e 2,33 di personal best. 55 centimetri. Tra le molle più esplosive di sempre.

NESSUNA COME ANTONIETTA - Se Benvenuti è nei piani alti, Antonietta Di Martino guarda dal suo grattacielo tutte le avversarie. E' lei la primatista mondiale femminile di differenziale. L'1,69 (anzi, 1,69 e mezzo come la campionessa campana ama ricordare) non le ha impedito di proiettarsi fino a 2,04 (misura del record italiano) e di stabilire il primato del mondo di questa speciale abilità, ben 35 centimetri. Alla stessa forbice arrivò anche la statunitense Inika McPherson, alta 1,65, ma la misura di 2,00 che le permise di eguagliare la Di Martino fu poi cancellata in seguito a una squalifica per uso di una sostanza stimolante, proprio nell'occasione dei 2,00, i campionati USA del 2014 a Sacramento.

La vice-Antonietta, perciò, è nientemeno che un altro prodotto dell'atletica di vertice svedese, Kajsa Bergqvist, alta 1,75 e con un personal best di 2,08 (un centimetro in meno del record mondiale di Stefka Kostadinova): 33 centimetri.

ATLETA DELL'ANNO, I FINALISTI IAAF - Sono stati annunciati i sei atleti finalisti per l'assegnazione dei titoli di Atleta dell'anno 2017: nella classifica maschile i tre candidati sono Mutaz Essa Barshim (atar) Mo Farah (Gran Bretagna) e Wayde van Niekerk (Sud Africa). Sul fronte femminile si contenderanno il premio Almaz Ayana (Etiopia, prossima all'esordio sulla mezza maratona a Nuova Delhi), Ekaterini Stefanidi (Grecia) e Nafissatou Thiam (Belgio). I nomi dei vicitori saranno annunciati in occasione degli IAAF Athletics Awards 2017 a Monaco il prossimo 24 novembre. La prima fase dei voti ha escluso dai sei finalisti una rosa più ampia di candidati, che prevedeva al maschile anche Pawel Fajdek (Polonia), (POL), Sam Kendricks e Christian Taylor (USA), Elijah Manangoi (Kenya), Luvo Manyonga (Sud Africa), Omar McLeod (Giamaica), e Johannes Vetter (Germania). Tra le donne, la prima fase ha escluso dal trio delle finaliste Maria Lasitskene-Kuchina (Russia/Authorized Neutral Athlete), Hellen Obiri (Kenya), Sally Pearson (Australia), Sandra Perkovic (Croazia), Brittney Reese (Stati Uniti), Caster Semenya (Sud Africa) e Anita Wlodarczyk (Polonia).

LE MARATONE DEL WEEKEND - Non solo New York. Oltre Oceano si è gareggiato anche nella JoongAng Marathon di Seul: buoni riscontri con quattro atleti sotto le due ore e dieci e successo del keniano Thomas Kiplagat Rono in 2h09:13 sull'esordiente etiope Abdiwak Tura (2h09:26) e a seguire l'altro keniano Alfers Lagat (2h09:33) e l'altro etiope Abdela Godana (2h09:45). Solo sesto l'ottimo Joel Kemboi Kimurer (59:36 di primato nella mezza), in 2h12:42. Europa: nella maratona lusitana di Porto doppio successo di marca keniana con Jackson Limo in 2h11:34 e Monica Jepkoech in un più che buono 2h26:58, primato della corsa. Nella maratona delle Alpi Marittime Nizza-Cannes la doppietta è a firma etiope con Dejene Kelkilew in 2h12:09 e Tejitu Siyum in 2h33:21. Nel prossimo fine settimana altra gran tornata di 42 km internazionali con Istanbul, Saitama, Beirut e Atene, dove sono attesi 50.000 partenti e, come ogni anno, saranno assegnati gli AIMS Best Marathon Runner Awards nel contesto del consueto Gala.

VIDEO | IL SALTO A 2,25 DI BREYTON POOLE

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Antonietta Di Martino (Colombo/FIDAL)


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