Mondo: NCAA miniera di talenti

15 Giugno 2015

A Eugene festa doppia per l'Oregon. Crono fantastici nello sprint. Juniores in evidenza. Prandini, Cheserek, De Grasse, Little, Hall e Dendy i protagonisti.

di Marco Buccellato

Campionati NCAA, Oregon trionfa

Un'edizione dei campionati NCAA statunitensi con prestazioni superbe, primati e qualche gara epocale da tramandare ai posteri. Entrambi i titoli sono andati all'Oregon: i suoi ragazzi e ragazze hanno realizzato una doppietta storica che, nella manifestazione, mancava dal 2011, quando Texas A & M completò un indimenticabile trittico di doppi successi consecutivi iniziato nel 2009. Scintille erano nell'aria, ma non di questa portata. Un rapido bilancio statistico conferma la grandezza dell'edizione 2015: un record mondiale stagionale, un record mondiale juniores, ben sei primati mondiali stagionali juniores (uno maschile, cinque femminili), tre primati USA juniores (tutti al femminile), cui vanno aggiunti gli incredibili 163 (!) primati personali stabiliti nell'arco della rassegna, equamente distribuiti tra ragazzi (81 nuovi personal best) e ragazze (82). 
 
Oregon delights

Il successo della squdra maschile è stato schiacciante (29 lunghezze sulla Florida): al solito, un apporto decisivo è stato offerto dalle gare di mezzofondo. Il duplice uno-due archiviato da Edward Cheserek e Eric Jenkins su 5000 e 10000 ha inferto la spinta alla vittoria garantendo 36 punti in sole due gare. Tra le donne, il vantaggio finale di nove punti sul Kentucky era già incolmabile prima della 4x100, dove la squalifica del team di Oregon è stata ininfluente per la classifica. Vittorie individuali sono arrivate da Jenna Prandini sui 100 e dalla junior Rogers sugli 800. La Prandini si è caricata sulle spalle buona parte del successo, andando a "score" pesanti anche sui 200 e nel lungo, arrivando seconda in entrambe le gare con nuovi record personali (22.21 e 6.80). Se la ragazza dei campionati, per le continue discese in pista e i risultati individuali e di classifica è stata la sprinter di italiche discendenze, l'uomo copertina è stato Andre De Grasse.

Tre quarti d'ora di straordinaria follia

L'atleta che ha lasciato il segno negli NCAA 2015 è Andre De Grasse, un ex-cestista coptato all'atletica. Pronosticato come competitor "pesante" subito dietro al favorito delle finale di velocità Trayvon Bromell, ha vinto entrambe le gare con tempi che lasciano storditi: il 9.75 sui 100 (vento 2,7) è il più rapido mai registrato da un canadese (si tratti di crono legale o ventoso), mentre il 19.58 sui 200 (vento 2,4) è il dodicesimo assoluto in qualsiasi condizione, il miglior "ventoso" di sempre e, assieme alla finale dei 100, contribuisce a mandare in archivio la doppietta più rapida della storia nel giro di 45 minuti, il poco tempo trascorso tra una finale e l'altra. Se si valuta il vento riportandolo a condizioni di legalità, non c'è un "adjusted time" che valga come dogma scientifico. L'incidenza delle folate può incidere in modo variabile a seconda della direzione (esempio, la trasversalità), ma una cosa può esser detta, sia pur con approssimazione. Portando il limite del vento a 2,00 (in totale legalità), i tempi del canadese valgono certamente meno di 9.90 sui 100 e non più di 19.75 sui 200.

Sui 100, la finale è stata corsa in meno di 10 netti da ben cinque atleti. Il recordman mondiale junior Bromell, campione uscente, è arrivato secondo in 9.88 ma ha migliorato il personale in semifinale (con vento nei limiti) scendendo a 9.90. L'ultimo classificato ha corso in 10.04. De Grasse, in terza corsia, ha esibito un'accelerazione rabbiosa e soprattutto gli ultimi 30 metri sono stati devastanti. Il vento, sempre nei limiti registrato nelle tre semifinali, ha contribuito a regalare ben 11 personal best su tempi inferiori ai 10.20 (sei sotto i 10.10). Sui 200, Bromell ha perso anche il secondo posto (terzo in 19.86), preceduto da Dukes per due millesimi! Può in parte consolarsi con un altro personale (20.03) ottenuto in semifinale. La curva di de Grasse è stata straordinaria, nonostante la dinamica delle braccia che disperde la centralità dell'azione.



Little Shamier

L'unica miglior prestazione mondiale stagionale è arrivata dalla bellissima finale dei 400 ostacoli femminili, vinta dalla campionessa uscente Shamier Little, la ragazza che meno di un anno fa, sulla stessa pista, aveva messo al collo due medaglie d'oro ai mondiali juniores (ostacoli e staffetta). Partita a razzo, ha dovuto subire all'interno la progressione-monstre di Kendra Harrison, che ha accumulato parecchi metri di vantaggio tra i 200 e i 300. In rettilineo, la Little ha rimontato, mai indurendosi nella corsa, come la Harrison, e negli ultimi 10 metri l'ha superata di slancio chiudendo nel miglior tempo mondiale dell'anno (53.74). Corre con gli occhiali e porta sempre qualche orpello colorato sui capelli. Una volta è un ornamento con la bandiera USA, altre volte è un fiocco (stavolta verde). Le si è un po' scomposto dopo l'arrivo vittorioso, celebrato con un urlo. Anche la Harrison, in 54.09, è scesa sotto il precedente miglior tempo dell'anno. Forse ha chiesto troppo a se stessa, avendo stravinto 45 minuti prima la finale dei 100 ostacoli in 12.55

Hall of record

Il primato mondiale juniores è stato realizzato sui 100 ostacoli da un'altra predestinata, perché il risultato era nell'aria da tempo. Autrice è Dior Hall, che ha sottratto un decimo al 12.84 della cubana Aliuska Lopez, vecchio di 28 anni. La Hall, argento mondiale junior a Eugene nel 2014, non è nuova a firmare primati. In inverno aveva portato a 8.01 il record mondiale under 20 dei 60 ostacoli. Finale da grandi numeri anche questa: tra lei e la Harrison si colloca in 12.60 Cindy Ofili. Appuntatevi il nome, perché c'è una scommessa familiare in ballo: Tiffany Porter (Ofili da nubile), la britannica campionessa europea, è la sorella maggiore di Cindy, e scherzosamente ha dichiarato che il giorno che perderà un 100 ostacoli da Cindy si ritirerà. Forse è per questo che, almeno in gare ufficiali, le due sorelle finora si sono evitate.

Green energy

Oltre alla Hall, che ha fatto le cose in grande col record mondiale di categoria, si sono registrati quattro nuovi record mondiali stagionali junior tra le ragazze. Due sono anche record americani, con la triplista Orji (14,15) e la possente pesista Saunders (18,35). La Orji è stata argento ai mondiali allievi di Donetsk, la Saunders argento a quelli junior dell'anno scorso. Degli altri primati junior 2015, citiamo quello sensazionale arrivato nella finale degli 800 donne, vinti da Raevyn Rogers, altra medaglia mondiale allievi (bronzo). Ha vinto una splendida finale in 1:59.71, il secondo tempo all-time per una junior nata negli States. Gara dettata dalla partenza troppo esuberante della giamaicana Goule (56.17 alla campana, vantaggio di un secondo e mezzo). La Rogers ha rosicchiato un secondo al passaggio ai 600, per chiudere con un 200 finale di 30.42. La Goule (36.44..) ha perso tutto il possibile nel tribolato rettilineo finale, chiudendo sesta. Rogers da urlo (non solo metaforico, vista la felicità del dopo-gara). Ai microfoni dei media, a fatica ha lasciato la parola ai giornalisti per le domande. Ha parlato e riso per cinque minuti filati senza quasi riprendere fiato, tanta era l'eccitazione della vittoria e del risultato. Bellissimo.

Che Dendy!

Impossibile non menzionare i seguenti risultati: doppietta di Marquis Dendy con numeri da big: 8,43 ventoso di 2,3 nel lungo (8,34 legale) e 17,71 ventoso di 2,4 nel triplo (17,50 legale). In entrambi i migliori salti onologabili, ha eguagliato il primato personale. 110 ostacoli: 13.01 del giamaicano Omar McLeod, ma con vento prossimo ai 4 metri. Ha vinto anche il titolo della 4x100 con l'Arkansas. 20.78 per i due migliori pesisti, Jones e Hill, ma vince il primo per il secondo miglior lancio. Donne: sensazionale la finale dei 200, graziata da un vento di 1,9, con tutte le otto finaliste sotto i 23 secondi e qualcuna pericolosamente vicina ai 22. Ha vinto Dezerea Bryant (già campionessa NCAA indoor nel 2014) in un favoloso 22.18, davanti alla Prandini (22.21). A 22.24 Kamaria Brown e Kyra Jefferson, separate da otto millesimi.

La Bryant è l'altra stella del Kentucky, che annovera tra le sue stdentesse anche Kendra Harrison.

La domenica di Jager

Nel Portland Track Classic risultato a sensazione del siepista Evan Jager, recordman USA, che ha corso e vinto i 1500 metri in 3:32.97, a un niente dal record mondiale stagionale, con tre secondi e mezzo di progresso sul personale. Intervistato per un noto portale della rete, ha detto di essere rimasto choccato conoscendo il passaggio dopo i primi due giri. Non pensava che andassero così di lena. Tra l'altro, la gara si è disputata sotto il sole, con temperature poco inclini a risultati a sensazione. Ma siamo in Oregon, e tutto può succedere.

Il ritorno di Yohan Blake

Fuori dal tunnel organico degli infortuni, il campione del mondo dei 100 di Daegu non lo è ancora dal punto di vista psicologico. Il suo staff ha riferito che il giamaicano corre frenato dalla paura di infortunarsi di nuovo. E' rientrato sulla distanza breve a Kingston, vincendo in 10.21. Nel meeting, un 400 favoloso per Javon Francis (44.50) e Rusheen McDonald (44.60) e per l'incredibile Christopher Taylor (15 anni), che ha portato la miglior prestazione mondiale della sua età da 45.69 a 45.55.

Atletica senza età

Da un ragazzo del '99 a uno del '76. Ventitrè anni separano il giovane giamaicano dall'anziano Kim Collins, eppure entrambi hanno lasciato qualcosa per la storia nell'ultimo weekend. Collins ha vinto i campionati nazionali di St.Kitts in 9.98, il tempo più veloce mai registrato da un atleta di 39 anni. Dopo tre anni di purgatorio, Collins ha recentemente annunciato che farà parte della squadra nazionale ai Mondiali di Pechino. Durante le Olimpiadi di Londra fu escluso dal team per ragioni disciplinari.

Campionati Sudamericani a Lima

Il medagliere dice Brasile (undici ori per 34 medaglie complessive). I migliori risultati: 8,09 del lunghista uruguagio Lasa, 5,70 del ritrovato Chiaraviglio nell'asta, 45.26 del venezuelano Bravo sui 400. Tra le donne, doppio record nazionale di Deborah Rodriguez (Uruguay): sui 400 ostacoli in 56.33 e sugli 800 in 2:01.46. A Singapore si sono disputati i Giochi del Sud-Est asiatico, dove la Thailandia ha dominato il medagliere con 17 ori e 39 podi. Tra i risultati (comprensivi di ben 42 primati nazionali), 38.99 dei velocisti thailandesi in staffetta, 6,70 della indonesiana Londa nel lungo (anche 13,75 nel triplo) e un notevole 3:31.46 della 4x400 femminile vietnamita.

Keitany in forma

Altro dal fine settimana: nell'European Athletics Festival di Bydgoszcz 5,80 di Wojciechowski e 74,29 della Wlodarczyk nel martello. Anche in Germania un 5,80, del sempre più sorprendente Carlo Paech. Dalla strada, terzo posto di Geoffrey Mutai in un'ora e due minuti nella mezza maratona olandese di Zwolle, battuto da Richard Mengich (1:01:22) e dall'ex-primatista del mondo di maratona Wilson Kipsang (1:01:23). A New York, in preparazione della gara del prossimo fine settimana in Repubblica Ceca, Mary Keitany ha vinto una 10 km in 31:15 con due metà corse sempre sulle identiche frequenze. Marcia: campionati russi a Cheboksary, con risultati nelle attese. Sokolova 1:26:17, Kirdyapkina 1:26:44, Strelkov 1:20:04, Yargunkin 3:45:41.

Etiopia verso Pechino

Lista non definitiva dei maratoneti etiopi per il mondiale: Lelisa Desisa, Yemane Tsegaye, Tilahun Regassa, Lemi Berhanu e Endashaw Legesse. Donne con Mare Dibaba, Tirfi Tsegaye, Mare e Berhane Dibaba, Tigist Tufa.

Pearson, arrivederci a Rio

La notizia è ufficiale, confermata dalla stessa campionessa olimpica dei 100 ostacoli a Londra. Sally Pearson, infortunatasi al Golden Gala riportando la frattura dell'ulna e del radio, non parteciperà ai campionati mondiali di Pechino, lasciandosi il tempo di guarire con tranquillità e permettendosi quel break che non si è mai concessa da quando fa parte della squadra nazionale australiana. La rivedremo a Rio 2016, decisa a difendere il titolo del 2012.

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