Mondo, Chicago a dimensione umana

12 Ottobre 2015

Chumba e la Kiplagat vincono la Chicago Marathon in assenza di lepri. Crono d'autore per Chebogut a Eindhoven e Gladys Chesire a Berlino. A Kejelcha la classica di Groningen.

di Marco Buccellato

La 38ª edizione della 42 km di Chicago ha offerto la novità, largamente anticipata nei mesi scorsi, dell'assenza dei "pacemakers" dopo oltre vent'anni. L'intento degli organizzatori era quello di riportare la storica corsa dell'Illinois a un contesto agonistico più serrato, pagando consapevolmente dazio alla possibilità di registrare tempi che strizzino l'occio al record. Così è stato, anche se la gara femminile, risultati alla mano, è stata una delle più veloci dell'anno come risultati d'assieme. Kenya ancora sugli scudi, grazie a una doppietta che mancava dal 2013, con volti già visti a Grant Park.

Dickson Chumba, primo in 2:09:25 e vincitore nel 2012, l'anno scorso era giunto terzo pur impiegando cinque minuti in meno del tempo registrato ieri. Senza i pacemakers a dettare l'andatura, il passaggio a metà gara è stato tre minuti più lento dell'anno scorso. Di Chumba val la pena di ricordare i trascorsi in Italia: nel 2008 ha vinto la maratona di Roma in 2:08:45, l'anno dopo è giunto secondo a Carpi in 2:09:20. Florence Kiplagat, la primatista mondiale di mezza maratona, ha ottenuto la vittoria che cercava (in 2:23:33) dopo l'esordio a Chicago dello scorso anno, quando fu seconda. La kenyana puntava soprattutto a riabilitarsi dopo la non selezione sui 10000 mondiali di Pechino.

Fuga per la vittoria

La gara maschile si è decisa dopo il 35° km con la fuga dei favoriti Chumba e Kitwara. Un testa a testa di breve durata e  Chumba in grado di allungare e accumulare 19"di vantaggio a due miglia dal traguardo. Con Kitwara nuovamente secondo in 2:09:50 (nei primi tre per il terzo anno di fila) il podio all-Kenya è stato completato dallo sprint di Samuel Ndungu (2:10:06), che ha preceduto di 1" l'etiope Gebru. Il quinto posto del runner USA Puskedra (2:10:24) eguaglia il miglior piazzamento a Chicago negli ultimi otto anni per un maratoneta statunitense. Partita aperta tra le donne, dopo un avvio aggressivo e passaggi piuttosto veloci (mezza in 1:10:28). Negli ultimi due chilometri la questione si è risolta in duello tra la Kiplagat e l'etiope Melese, al traguardo staccata di 10" in 2:23:43. La 25enne Melese è un metronomo: nelle due altre 42 km disputate quest'anno (vincendo a Houston e a Praga) aveva fatto segnare 2:23:23 e 2:23:49.

Rispetto alla gara maschile, priva di risultati brillanti, le donne hanno offerto anche il 2:24:24 di Berhane Dibaba (terza come un anno fa), un solo secondo in più per la giapponese Fukushi (2:24:25), il 2:24:40 della Seboka e il 2:25:11 di Meskerem Assefa, entrambe etiopi.

Prima della statunitensi, con la missione compiuta di migliorare il primato nazionale Master delle quarantenni, Deena Kastor-Drossin, settima in 2:27:47, quasi un minuto meglio del vecchio limite della De Reuck. Terza delle europee la due volte campionessa continentale di cross Fionnuala Britton (tredicesima in 2:33:15). La migliore del vecchio continente è stata la danese Draskau-Petersson, nona in 2:30:07, primato personale. Grande successo di pubblico e di iscritti. Più di 37.000 hanno completato la corsa.

Chebogut 2:05:52 a Eindhoven
 
Grande impresa del 30enne kenyano Stephen Chebogut, che ha vinto la maratona di Eindhoven in 2:05:52, settimo tempo stagionale al mondo, sottraendo oltre due minuti al personale ottenuto quest'anno a Amburgo, a soli quattro secondi dal primato della corsa. A livello dei primi tre classificati, quella olandese è stata la seconda maratona più veloce del 2015, inferiore soltanto alla London Marathon. Dietro Chebogut, l'etiope Deriba Robi in 2:05:58 (personal best, terzo a Dubai e a Praga in questa stagione) e il 39enne Mark Kiptoo, che in 2:06:00 ha migliorato il personale e al tempo stesso registrato il tempo più veloce di sempre per un quasi 40enne. Ottimi riscontri anche per i piazzati Woldegiorgis (2:07:16) e Edwin Kibet (2:08:17).

Chesire 30:41 a Berlino

La 22enne Gladys Chesire ha ottenuto nella ASICS Grand 10 Berlin la miglior prestazione dell'anno sui 10 km coprendo la distanza in 30:41, nono tempo all-time, a venti secondi dal limite mondiale di Paula Radcliffe. La Chesire è la vice-campionessa africana dei 10000, risultato ottenuto meno di un mese fa ai giochi africani di Brazzaville. E' il terzo tempo nella storia della corsa, superiore solo al 30:37 di Joyce Chepkurui e al 30:38 della etiope Alemu, registrati due stagioni fa. Seconda in un brillantissimo 31:02 proprio la medaglia d'oro di Brazzaville, Alice Aprot, di un anno più giovane della Chesire. Nella 10 km maschile record nazionale dell'ugandese junior Cheptegei, nono sui 10000 a Pechino, che si è imposto in 27:50. Il debutto su strada del siepista Paul Kipsiele Koech si è risolto in una corsa prudente e un sesto posto finale in 28:25. Corse disturbate dal vento, quasi 8.000 gli iscritti.
 
Kejelcha a Groningen
 
In Olanda il calendario internazionale su strada offriva anche la classica "quattro miglia" di Groningen, ricca di atleti di primo piano tra gli iscritti. Successo dell'africano più atteso, il 18enne etiope Yomif Kejelcha, primo al Golden Gala sui 5000 e quarto ai mondiali, ma vincitore nella classifica di specialità in Diamond League.

Kejelcha si è imposto ocn largo margine in 17:17 sul connazionale Osman (17:30) e sul kenyano 18enne Alfred Ngeno (17:32). Il due volte vice-campione del mondo dei 3000 siepi Conseslus Kipruto è rimato attardato, chiudendo dodicesimo a un minuto e mezzo dal vincitore. Missione compiuta per Viola Kibiwott: il quarto successo consecutivo della kenyana (19:30) è giunto con una condotta magistrale e venti secondi di margine sulla seconda classificata, la campionessa mondiale dei 3000 siepi Hyvin Kiyeng Jepkemoi.

Strade di tutto il mondo

Nella polacca Poznan un polacco batte un kenyano, seppur non di fascia alta. Firma la vittoria Emil Dobrowolski in 2:13:50, che lascia a quasi due minuti Robert Langat. Irena Chepkirui Makori vince in carrozza la 42 km donne in 2:32:48 bissando il successo di un anno fa. Record a Buenos Aires per l'etiope Abeba Gebremeskel, che vince la 42 km della capitale argentina a tempo di primato in 2:30:31. Nella 20 km di Parigi (in oltre 25.000 al traguardo) modesto 59:11 di Stephen Ogari al maschile e più che buono 1:06:03 di Nancy Kimaiyo al femminile. Sempre in Francia, 1:01:12 dell'etiope Seboka nella mezza maratona di Reims. La legge kenyana viene applicata in toto anche nella mezza maratona di Boston, vinta da Daniel Salel in 1:00:56 e Mercy Wacera in 1:10:21 dopo un duello dall'esito incerto con la connazionale Cynthia Limo (1:10:22). Sempre a Boston, oggi, Molly Huddle ha vinto il quarto titolo USA consecutivo su strada, nel suo strepitoso post-Pechino, ai campionati nazionali dei 10 km coperti in 31:21.

Previews, Amsterdam e Toronto

La Amsterdam Marathon di domenica prossima vedrà al via l'olimpionica Tiki Gelana, che non ha avuto molta fortuna dopo il successo ai Giochi del 2012. A sfidarla la kenyana Filomena Cheyech. Le due si sono già affrontate in febbraio a Tokyo, dove la Gelana fu terza e la Cheyech quinta. Tra gli uomini Tsegaye Mekonnen, lo junior più veloce di sempre in maratona (2:04:32 l'anno scorso a Dubai). Nella Toronto Marathon il vincitore uscente Laban Korir, compagno di allenamenti di Eliud Kipchoge, alla ricerca del bis e del primato della 42 km canadese, detenuto dall'etiope Chimsa con 2:07:05, quest'anno assente per infortunio. Al via anche Peter Some. Tra le donne, ricco cast con la detentrice della miglior prestazione mondiale junior Shure Demise (2:20:59 a Dubai in gennaio) e la kenyana Sharon Cherop. In Europa, mezze maratone di alto livello a Valencia (con Cheroben e Emily Chebet) e Lisbona, dove è annunciato il rientro alle gare di Martin Lel, tre volte vincitore a Londra. Tra le donne è iscritto il meglio in circolazione, a iniziare dalla campionessa mondiale di maratona Mare Dibaba e da Tirfi Tsegaye.

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