Mondo, Bondarenko riparte da 2,40

12 Maggio 2014

L'ucraino riparte da 2,40 e a Tokyo supera Ukhov reduce dal 2,41 di Doha. Dal mondo, il meglio dell'atletica estera del weekend.

Bondarenko batte Ukhov

Bohdan Bondarenko non poteva fare regalo più bello alla pedana dello Stadio Olimpico di Tokyo, che ha ospitato per l'ultima volta un meeting, il Seiko Golden Grand Prix (IAAF World Challenge), prima della demolizione dell'impianto. Ne sarà costruito infatti uno nuovo per accogliere la gare delle Olimpiadi 2020. L'ucraino campione del mondo, all'esordio stagionale e al primo confronto diretto col russo Ivan Ukhov (2,41 a Doha meno di 48 ore prima), ha regolato i conti issandosi senza sbavature sopra i 2,40, primato del meeting e secondo miglior salto mai effettuato in Giappone (guida il sovietico e kirghiso Paklin col 2,41 delle Universiadi di Kobe, allora record mondiale).

Progressione faticosa

Non è stata una gara facile per Bondarenko, che ha dovuto ricorrere a tre prove per superare i 2,31, i 2,34, e gli stessi 2,40. L'unico tentativo effettuato dall'ucraino a 2,46, il suo decimo in meno di un anno solare, ha ulteriormente dimostrato che è probabilmente lui lo specialista con i "numeri" migliori nella rincorsa al record mondiale detenuto da Javier Sotomayor. Ukhov, da parte sua, è incorso in tre errori a 2,40, dopo una progressione immacolata di soli tre salti, perdendo il faccia a faccia con Bondarenko per la quarta volta consecutiva, pur mantenendo il vantaggio negli scontri diretti (7 a 5), una dote accumulata in quattro stagioni prima dell'esplosione dell'ucraino nel 2013. Fino a Rio 2016, Bondarenko continuerà a cercare e sperimentare innovazioni nell'allenamento e nella preparazione, in accordo col coach e padre Viktor.

Target minimo

La specialità dell'alto uomini è oggetto di una verticalizzazione imponente nei risultati, una tendenza innescata nel Prefontaine dello scorso 1° giugno dal qatariano Barshim, che destò le coscienze e le caviglie degli altri grandi talenti del pianeta superando i 2,40. Da allora a ieri, con l'avvento di Bondarenko (un 2,40 e due 2,41), la regolarità di Ukhov (un 2,42, due 2,41 e un 2,40), e l'ascesa di Drouin e Dmitrik (un 2,40 ciascuno), il "muro" storico della specialità è stato superato per altre nove volte tra pedane all'aperto e impianti indoor. Non è stato raro, alla vigilia di un meeting o manifestazione indoor nello scorso inverno, e ancor più negli ultimi giorni, anziché domandarsi "se" sarebbe arrivato un 2,40, chiedersi invece "chi" avrebbe superato la misura.

Cifra tonda

Col 2,40 di Bondarenko a Tokyo, la misura è stata superata per la 30ª volta in una competizione outdoor (da 11 atleti). Per 15 volte i 2,40 sono stati valicati in gare indoor. Il cubano Sotomayor è stato il "frequentatore" più assiduo dell'over-2,40, con ben 21 prestazioni, di cui 17 all'aperto e 4 indoor. E' seguito da Ukhov con 5 (4 indoor e il 2,41 di venerdì scorso a Doha), dallo svedese Sjöberg con 4 (equamente divise tra outdoor e indoor) e da Bondarenko, che a Tokyo è salito per la terza volta sulla luna. L'unico altro specialista che ha valicato i 2,40 più di una volta è stato il tedesco Thränahrdt, che vi riuscì per due volte in gare al coperto.

Gatlin buca il vento

A Tokyo non solo salti: dopo la gara dei 100 maschili, Justin Gatlin può vantare una sorta di record mondiale, avendo fermato il cronometro a 10.02 contro tre metri e mezzo di vento contrario. Nella lunga casistica delle oltre 800 prestazioni al di sotto dei 10.02, mai uno sprinter si era imbattuto in un'entità ventosa così forte in senso sfavorevole. Esistono dei precedenti con dei "meno 10" con vento contrario di -1,5 e -1,7. "Meno 3,5", però, è un piccolo tifone. Si ricordano in passato un 10.06 di Carl Lewis con -2,2 (30 anni fa) e un 10.03 di Donovan Bailey con -2,1, folate avverse ma non così ostili come quella incontrata da Gatlin.

Europa volante

Ancora britannici e tedeschi in vetrina al caldo degli Stati Uniti, per la precisione sulla rapidissima pista del piccolo impianto di Clermont, in Florida. Sabato l'NTC Pure Athletics Elite Meet ha offerto risultati a sensazione per molti dei protagonisti delle distanze brevi di Zurigo 2014.

Su tutti, l'ostacolista britannico William Sharman, capace di ottenere 13.28 contro 2,1 m/s di vento contrario (e 13.18 ventoso in batteria), e il tedesco di origini polacche Lukas Jakubcazyk, che nella finale dei 100 (secondo dietro Phiri, al record nazionale dello Zambia con 10.03), si è espresso a 10.07, altro primato europeo stagionale oltre quello di Sharman, a un solo centesimo dal record nazionale di Frank Emmelmann, stabilito sotto l'egida della DDR.

Il tedesco ha preceduto il campione del mondo indoor Richard Kilty (10.12) e l'altro britannico Aikines-Aryeetey (10.14). Solo sesto l'americano Bracy, l'argento della finale mondiale indoor di Sopot. "Numeroni" europei anche al femminile: con 11.18 l'inglesina Bianca Williams ha migliorato il personale e stabilito il miglior tempo europeo dell'anno, perdendo dalla giamaicana Facey (11.09) e a parità di tempo dalla Solomon. Top stagionale europeo (eguagliato) anche per l'altro tedesco Alex Platini Menga (20.43).

Harting e la Samuels a Wiesbaden

Nella "Werfer Cup" che ha anticipato l'evento di Halle del prossimo fine settimana, apertura stagionale di alto profilo per il campione olimpico e mondiale di dico Robert Harting, subito al limite mondiale stagionale con 67,46. L'Hulk di Cottbus ha regolato Martin Wierig (66,59), Daniel Jasinski (65,98, primato personale) e il primatista dell'Oceania Harradine (65,83). La sorpresa della manifestazione è arrivata dalla misura ottenuta dalla campionessa del mondo di disco donne a Berlino 2009, l'australiana Dani Samuels, che pur favorita per la vittoria, si è migliorata di quasi 1,2 metri con un lancio di 67,99, successivo a due lanci iniziali terminati fuori settore nei pressi dei 70 metri. Per lei, altri due lanci da 67,71 e 67,41. La Samuels ha battuto le migliori specialiste tedesche: Julia Fischer (66,46, personal best), Nadine Müller (64,60) e Anna Rüh (64,17).

Caribe sprint

Nel meeting di Baie Mahault in Guadalupa (dove ha gareggiato l'azzurra Grenot) si è registrato un buon 44.91 di Lalonde Gordon sui 400, vincitore di una gara tra caraibici (i bahamensi Miller e Brown alle sue spalle con 45.21 e 45.23, record mondiale master over35). Pedana favorevole ai lunghisti USA: 8,25 di Jeff Henderson, 8,20 ventoso di Stewart, 8,12 legale di Hartfield. Il campione europeo junior dei 110 hs Belocian ha stabilito il personale negli ostacoli da senior in 13.78. Ancora dagli ostacoli 12.77 di Dawn Harper-Nelson, prima anche tre  giorni prima a George Town in 12.81.

Dalla pista delle Isole Cayman anche la forma smagliante del panamense Alonso Edward (20.00 sui 200), ottimo 400 donne di Novlene Williams-Mills (50.26) e secondo 110hs della stagione per Ronald Ash (13.20). Brilla anche lo junior di Trinidad Cedenio sui 400 con 45.23, un primato nazionale under 20 che lo lancia verso il Mondiale Juniores. Solo quarta Veronica Campbell-Brown sui 100 in 11.22 (vince la Tarmoh in 11.14).

Green Havana

Un altro primato nazionale junior di gran fattura (e anche record continentale junior), si è registrato a L'Avana 48 ore fa. Lo ha realizzato la cubana 18enne Sahily Diago, che ha coperto gli 800 metri in 1:58.14. Sul versante maschile, l'allievo Lazaro Martinez ha superato ancora i 17 metri nel salto triplo con 17.06 (-1.1).

Billaud 12.79 a Montgeron

Apertura della stagione francese con l'Elite Meeting di ieri. Nonnostante le non buone condizioni meteo l'ostacolista Cindy Billaud si è espressa in 12.79 e 12.80 nei due turni disputati. Al rientro da Doha, Pascal Martinot-Lagarde ha vinto i 110hs in 13.45. "Prima" anche a Mosca: in evidenza la discobola Strokova con 65,78, e la pesista Kolodko con 19,33. Settore lanci in agitazione un po' ovunque: l'olimpionico di martello Krisztian Pars ha lanciato a 79,05 in Ungheria. Il bielorusso Krivitskiy ha fatto meglio in Repubblica Ceca con 79,39. In Lituania, 64,40 del discobolo Gudzius.

Weekend USA: Suhr 4,67

L'American Track League arriva in Virginia per il secondo step di Charlottesville, dove Queen Harrison batte Lolo Jones nei 100hs (12.70 contro 12.83). Torna sotto i 49 secondi sui 400hs l'ex-iridato Bershawn Jackson (48.76), battendo il bahamense Gibson (48.97, sfiorato il record nazionale). Conferma del ritorno ai livelli di alcune stagioni fa di Gil Roberts, che a Eagle Rock mette a segno un uno-due di pregevole fattura (20.38/45.13).

Dagli altri meeting del fine settimana, segnaliamo il 10.06 di Dentarius Locke, il 13.47 del primatista mondiale di decathlon Ashton Eaton sui 110hs all'Oregon Twilight di Eugene, e il 4,67 dell'olimpionica di salto con l'asta Jennifer Suhr-Stuczynski in Pennsylvania. Ultima nota: sentiremo parlare di Candace Hill, classe 1999 (!), che in Georgia ha migliorato i personali su 100 e 200 di quattro e sei decimi rispettivamente, correndo in 11.44 e 23.21.

Africa: l'ospite Makwala a 44.92

Nei campionati naizonali sudafricani di Potchefstroom, il miglior risultato lo ha centrato il quartermiler del Botswana Isaac Makwala, che ha migliorato il primato nazionale con 44.92 dopo i recenti progressi nello sprint (10.20 e 20.33). Vola anche il connazionale 23enne Pako Seribe, secondo in 45.04. Dall'Egitto, il finalista mondiale dei giavellotto Ihab Abd El Rahman, che nelle qualificazioni sorprese col record nazionale di 83,62 (garantendosi l'ingresso in finale), ha migliorato il proprio limite nazionale portandosi a 83,94 al Cairo.

Praga: vincono Terer e la Dado

Nel presentare una settimana fa la 20ª maratona di Praga, disputata ieri con circa 10.000 partenti, avevamo dato spazio particolare al kenyano Patrick Kipyegon Terer, e ai suoi propositi di vittoria dopo il terzo posto del 2013, supportato da una forma fisica eccellente. Terer ha mantenuto il proposito, vincendo in 2:08:07, precedendo di 10 secondi il connazionele Evans Chebet (2:08:17), e Cuthbert Nyasango, che ha portato il record nazionale dello Zimbabwe a 2:09:52. Nessuno dei favoriti (Terer a parte) è riuscito a finire sul podio: Nicholas Manza quarto in 2:12:01, Hillary Yego quinto in 2:12:55, il qatariano ex-kenyano Nicholas Kemboi sesto in 2:13:03. Gli etiopi hanno deluso riservandosi piazzamenti deludenti.

Mosop affonda

Il numero uno della corsa, Moses Cheruiyot Mosop, statisticamente il secondo maratoneta più veloce della storia col 2:03:06 della Boston edizione 2011, giunto a Praga con l'intento di migliorare il primato della corsa, ha chiuso in dodicesima posizione in 2:20:37. Il kenyano ha corso fino al traguardo per onor di firma e rispetto degli organizzatori, nonostante il patimento, fin dall'avvio, di condizioni fisiche non ottimali e di una preparazione condizionata dagli infortuni subìti nei mesi precedenti. Tra le donne, invece, è solo Etiopia: vince Firehiwot Dado in 2:23:34 su Fatu Eticha (2:27:31) e Ashete Bekere (2:28:04). Le prime sei sono tutte etiopi.

Atleti K.O.

Fuori per tutta la stagione l'olimpionica di marcia Yelena Lashmanova per un infortunio a un piede. Niente estate agonistica anche per l'ostacolista britannico Andy Pozzi, infortunatosi prima della partenza per Doha. Recupero più veloce del previsto, invece, dopo gravi infortuni, per i campioni del mondo di Mosca Zuzana Hejnová (400hs) e Teddy Tamgho (salto triplo). Due altre medaglie moscovite, le giavellottiste Christine Obergföll (oro) e Mariya Abakumova (bronzo), aspettano il primo figlio (la Abakumova due). Sempre in tema giavellotto, l'ucraina campionessa eurpoea Vira Rebryk ha sciolto le riserve in un'intervista televisiva affermando che intende lasciare la squadra nazionale ucraina, e gareggiare per la Russia dopo aver ottenuto la nuova cittadinanza.

Previews: Shanghai

La IAAF Diamond League continua domenica prossima a Shanghai, dove si festeggia l'edizione numero 10. Tra i protagonisti, Shelly-Ann Fraser-Pryce, Mohamed Aman, Renaud Lavillenie, Aries Merritt e David Oliver nei 110hs, Jehue Gordon, Abeba Aregawi, Sandra Perkovic, David Storl contro Whiting e Majewski nel peso, Christian Taylor, Milcah Chemos, Amantle Montsho. Nel giavellotto, Tero Pitkämäki contro Tarabin, Vesely e l'olimpionico Walcott.

Halle e Ponce

Il mondo che conta nei lanci converge 24 ore prima in Sassonia: Robert Harting contro Piotr Malachowski nel disco, il campione del mondo di martello Pawel Fajdek contro l'egiziano Mustafa Al-Gamal (81,29 quest'anno), Betty Heidler nel martello donne (da confermare la Lysenko), Linda Stahl nel giavellotto. Ponce: il Grand Prix di Porto Rico vede tra gli iscritti Alonso Edward e Walter Dix nei 200, LaShawn Merritt e Luguelin Santos sui 400, Solomon sugli 800 contro il primatista locale Vazquez (hanno lo stesso tecnico, il bronzo olimpico Johnny Gray), e ancora la Ibargüen nel triplo. e la cubana Silva nell'asta.

Strada con Kipsang, Bekele e Tiru

Altri eventi da seguire, il ritorno del campione del mondo di mezza maratona Geoffrey Kipsang nella 10km indiana di Bangalore (tra le donne Lines Masai contro Lucy Kabuu). Sempre in Asia, la mezza maratona di Gifu con Zersenay Tadese e Martin Mathathi al via. Infine, il duo Kenenisa Bekele (al rientro dopo la vittoria a Parigi) e Tirunesh Dibaba (dopo il terzo posto a Londra), è atteso a Manchester domenica sui 10km.

Marco Buccellato



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