Mondiali juniores, il bilancio degli azzurri



Soddisfatti del lavoro svolto, ma consapevoli di avere un compito che si rinnova di anno in anno. Il responsabile del settore giovanile Antonio Andreozzi chiude il capitolo Moncton, a lieto fine per i colori azzurri, evitando i toni enfatici: "Venivamo da una stagione positiva e c'è stata una conferma: teniamo in debito conto quanto di buono è uscito da questa rassegna iridata, eppure ci sembra giusto iniziare a pensare già al futuro". Fatto è che la 13^ edizione dei Mondiali juniores ha riportato le quotazioni dei nostri giovani a livelli che da molti anni non conoscevamo: c'era stata, è vero, l'edizione record di Grosseto 2004, ma in quell'occasione ci eravamo giovati di una congiuntura particolarmente favorevole (Andrew Howe) e di una preparazione mirata all'evento che aveva visto la struttura federale impegnata per quasi un biennio. Con minori mezzi, in Canada si è rovesciata una tendenza che ci accompagnava ormai da 10 anni: dall'edizione in tono minore di Santiago del Cile nel 2000 a quella parzialmente sfortunata di Kingston 2002, fino a quella scorsa di Bydgoszcz, passando per una disastrosa come Pechino 2006. In ogni caso un decennio di rassegne iridate senza medaglie per noi, escludendo appunto quella casalinga di Grosseto. "E qui in Canada non tutto è andato per il verso giusto, forse qualcosa manca all'appello", avverte Tonino Andreozzi. Allora vediamo di affrontare un'analisi completa della spedizione, settore per settore.
VELOCITA' E OSTACOLI - Il conto finale non è esaltante, anche per una serie di contingenze sfortunate: ad esempio la condizione di Delmas Obou, finalista europeo un anno fa e reduce da un lungo infortunio invernale, oppure i problemi muscolari che hanno accompagnato le ultime settimane di Valentina Zappa e Claudio Delli Carpini. A parte un paio di miglioramenti personali, sempre graditi, in campo femminile (Amidei e Feudatari), il più in palla del gruppo è stato forse Francesco Patano che ha corso due volte i 400hs in condizioni difficili, ma vicino ai suoi limiti, e poi un'ottima frazione di staffetta. Sugli stessi presupposti, positive le esibizioni di Giulia Latini e Marta Maffioletti. Dai duecentisti era forse lecito attendersi qualcosa di più, almeno il superamento del 1° turno. Capitolo a parte per Bencosme: l'italo-dominicano è un talento riconosciuto, ma qui si è scontrato con una generazione di spessore tecnico superiore al normale (i 400hs sono stati forse, nel complesso, una delle gare più nobili dell'intera rassegna), comunque più provvista di lui sul piano dell'esperienza e della maturità atletica. E non solo: trovarsi in semifinale con gli occhiali appannati dalla pioggia dopo un paio di barriere è un'attenuante che può valere a livello cadetti, non certo in un contesto come il mondiale juniores. E' chiaro che c'è tanta materia su cui lavorare, con il contributo di tutti. Le staffette, al di là dei problemi dei singoli, non hanno assolutamente espresso il potenziale del nostro settore giovanile: "Per questione di metodo non pensiamo di portare gli allievi alle competizioni juniores: l'unica eccezione è stata quella di Tricca, che meritava una chance di livello internazionale", ha detto Andreozzi. Resta la realtà di un movimento che ha portato il quartetto allievi a stabilire, in solitario, un primato italiano di appena un secondo superiore al tempo fatto segnare qui dai più grandi e una 4x100 allieve in grado di impegnare la Francia fino all'ultimo centimetro, come a Chiuro. Si tratta di far crescere il nocciolo duro del settore, perchè Barcellona 2012 è ormai dietro l'angolo, passando per Tallinn 2011.
MEZZOFONDO - Il settore merita un voto altissimo, sia in termini assoluti, sia perchè erano tanti, troppi anni che non si vedevano gli azzurri misurarsi ad armi pari sulle medie distanze in pista. Andreozzi ha gradito: "I numeri non sono più quelli di una volta, ma si ricomincia a ragionare come approccio alla gara, capacità tattica e atteggiamento mentale". Bravissimi Giulia Martinelli e François Marzetta, molto oltre la sufficienza Federica Bevilacqua, coraggiosa e sfortunata Giulia Viola: anche Giuseppe Gerratana e Celestina Malugani, che onestamente non avevano grandi possibilità di mettersi in mostra, hanno tenuto il campo in modo più che dignitoso.
SALTI - Da qui sono arrivate le medaglie, qui la media dei voti sfiora la perfezione. Il responsabile tecnico sfodera il suo miglior sorriso: "A parte i podi conquistati da Stecchi e Vallortigara, che cosa si poteva pretendere di più? Tutti qualificati e ben piazzati in finale: e coloro che non ci sono riusciti, Kaborè e Lazzari, hanno mancato l'obiettivo di pochissimo, come primi degli esclusi". Lo stesso Tamberi ha avuto una chance con l'ottimo primo tentativo a 2.14, nella qualificazione che ha portato Carollo alla sua seconda finale mondiale consecutiva. Confermato il talento di Andrea Chiari, due volte oltre il suo personale outdoor di partenza in una situazione ambientale difficile: il bergamasco è stato anche penalizzato da esigenze di rincorsa che lo hanno condizionato sia in pedana, sia nei confronti del vento forte e variabile nei giorni della competizione. Ci si poteva aspettare qualcosa di più da Chiara Vitobello, soprattutto vista la sua splendida qualificazione, ma ci sta anche questo considerando una ragazza all'esordio internazionale.
LANCI - Il settore deve interrogarsi, perchè qualcosa di più era lecito chiedere. E lo stesso Andreozzi, senza far nomi, non nasconde il suo rammarico: "Se qualcosa manca, sul piatto della bilancia, dipende dai lanciatori: nessuna condanna senza processo, solo un esame di coscienza per verificare su cosa si possa intervenire". I nomi che non sono stati fatti, se andiamo a stringere, sono sostanzialmente due: Eduardo Albertazzi e Daniele Secci. Giustamente lo staff federale non lancia nessuna accusa: solo bisognerà capire come mettere a frutto il talento e le capacità di questi due ragazzi, per i quali c'erano legittime aspirazioni di ben figurare e che invece si sono attestati nell'anonimato o nell'aurea mediocrità. Si può peraltro disquisire su una casistica sfortunata, come l'attrezzo personale di Secci rifiutato erroneamente dalla giuria o il nullo decisivo del terzo lancio, decisamente dubbio, attribuito ad Albertazzi: senza però voler trovare ogni volta giustificazioni ad ogni costo. Resta la bella prestazione di Elisa Magni, straordinaria sotto il profilo agonistico: segno che, talvolta, lo spessore tecnico viene sublimato dal giusto atteggiamento nelle occasioni che contano.
MARCIA - Il primato italiano di Antonella Palmisano è stata una delle perle della nostra spedizione in Canada, anche se il piazzamento non ha poi esaltato più di tanto gli osservatori esterni: c'era infatti l'attesa suscitata dalla vittoria in Coppa del Mondo, che aveva alimentato forti aspettative. Forse addirittura eccessive. Onestamente la campionessa pugliese non ha proprio nulla da rimproverarsi: semmai potrebbe avanzare qualche recriminazione sulla gestione dei giudizi da parte della giuria. Ma, come ha commentato lo stesso allenatore Tommaso Gentile: "Le giapponesi e la cinese hanno condotto la loro prova con grande intelligenza anche sotto questo punto di vista, rischiando il dovuto". Bravissima anche Federica Curiazzi, apparsa in forma smagliante come da tempo non si vedeva. Forse in fase di arretramento dai vertici internazionali è il settore maschile e Tonino Andreozzi lo riconosce: "Se tra le ragazze abbiamo altri elementi molto dotati in fase di maturazione, come la Cocchi e la Clemente, tra i maschi c'è ben poco: forse ha ragione chi parla di crisi di vocazioni e di un processo di involuzione della scuola italiana".

Raul Leoni

IL BILANCIO DEGLI AZZURRI (41 in totale: 21 maschi e 20 femmine)

Medaglie: 2 (1 argento, 1 bronzo)
Primi 8: 7 piazzamenti
Primi 12 (finalisti): 12 piazzamenti
Primi 12 (totale): 14 piazzamenti
Primi 16: 23 piazzamenti
Primati italiani: 2 (3000st e 10000m marcia femminili)
Primati personali: 9

UOMINI

100m: 2b1 (+0.8) DELMAS OBOU 10"65 (23°, qual.); 6sf3 (+0.9) DELMAS OBOU 10"89 (19°, el.)
200m: 5b2 (+0.7) ALESSANDRO PEDRAZZOLI 21"75 (28°, el.); 6b5 (+0.9) LORENZO VALENTINI 21"60 (25°, el.)
3000st: 12b1 GIUSEPPE GERRATANA 9'06"62 (18°, el.); 5b2 FRANCOIS MARZETTA 8'51"43 (7°, qual.); 6.FRANCOIS MARZETTA 8'52"10
110hs: 4b4 (+1.6) 4.CLAUDIO DELLI CARPINI 14"12 (26°, el.)
400hs: 5b2 FRANCESCO PATANO 52"51 (20°, qual.); 2b3 JOSE' BENCOSME 51"86 (10°, qual.)
5sf2 FRANCESCO PATANO 52"61 (16°, el.); 4sf3 JOSE' BENCOSME 52"15 (12°, el.)
Alto: 11Q GIUSEPPE CAROLLO 2.14 (qual.), 21Q GIANMARCO TAMBERI 2.10 (el.); 12.GIUSEPPE CAROLLO 2.13
Asta: 4Q CLAUDIO STECCHI 5.15 (qual.), 18Q MARCELLO PALAZZO 4.75 (el.); 2.CLAUDIO STECCHI 5.40 (pp)
Lungo: 13Q CAMILLO KABORE' 7.45 (+0.7, el.)
Triplo: 3Q ANDREA CHIARI 16.16 (-1.4, pp, qual.); 5.ANDREA CHIARI 16.13 (+0.1)
Peso: 15Q DANIELE SECCI 18.25 (el.), 19Q TOMMASO PAROLO 17.60 (el.)
Disco: 9Q EDUARDO ALBERTAZZI 58.36 (qual.); 11.EDUARDO ALBERTAZZI 56.08
Martello: 22Q SIMONE FALLONI 64.49 (el.)
Marcia 10000m: 13.MASSIMO STANO 43'03"58, 16.GIOVANNI RENO' 44'11"14
4x400m: 5b1 Italia (Lorenzo Valentini, Michele Tricca, Francesco Patano, Josè Bencosme) 3'12"32 (14^, el.)

DONNE

100m: 3b2 (+0.2) MARTINA AMIDEI 11"86 (pp, 16^, qual.); 7sf2 (+1.6) MARTINA AMIDEI 12"16 (20^, el.)
200m: 5b6 (+0.5) GLORIA HOOPER 24"74 (32^, el.)
400m: 4b4 MARTA MAFFIOLETTI 54"98 (24^, qual.); 8sf3 MARTA MAFFIOLETTI 55"72 (23^, el.)
1500m: 5b3 GIULIA VIOLA 4'19"37 (15^, el.)
5000m: 10.FEDERICA BEVILACQUA 16'19"60 (pp)
3000st: 11b1 CELESTINA MALUGANI 10'59"73 (20^, el.); 4b2 GIULIA MARTINELLI 10'12"08 (6^, qual.); 7.GIULIA MARTINELLI 10'05"43 (rec. it. jrs)
100hs: 6b3 (-0.2) ALESSANDRA FEUDATARI 14"00 (pp, 24^, el.)
400hs: 6b3 GIULIA LATINI 60"20 (12^, el.)
Alto: 1Q ELENA VALLORTIGARA e CHIARA VITOBELLO 1.81 (qual.); 3.ELENA VALLORTIGARA 1.89, 11.CHIARA VITOBELLO 1.73
Asta: 14Q SILVIA LAZZARI 3.85 (el.)
Peso: 16Q FRANCESCA STEVANATO 13.59 (el.)
Disco: 23Q ILARIA MARCHETTI 45.68 (el.)
Martello: 11Q ELISA MAGNI 53.67 (qual.), 28Q SARA PIZI 47.56 (el.); 7.ELISA MAGNI 56.87
10000m marcia: 5.ANTONELLA PALMISANO 46'08"57 (rec. it. jrs), 11.FEDERICA CURIAZZI 48'11"34 (pp)
4x400m: 6b1 Italia (Marta Maffioletti, Valentina Zappa, Monica Lazzara, Giulia Latini) 3'43"69 (11^, el.)

Nella foto (Giancarlo Colombo/fidal): Claudio Stecchi con la medaglia d'argento conquistata nell'asta.




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