Mondiali: Pechino nel vortice della velocità

16 Agosto 2015

Usain Bolt torna sulla pista che nel 2008 ha consacrato con l'oro olimpico la sua fama di uomo più veloce del pianeta. Gatlin è l'avversario da battere. Tra sprint e ostacoli, ecco la preview delle sfide iridate.  

di Marco Buccellato

Non più tardi delle 15:15 ora italiana, il 23 agosto, sapremo se Usain Bolt echeggierà quel tuono che sconvolse il pianeta dell'atletica al Bird's Nest sette anni prima. A Berlino 2009 corse 100 metri nel futuro (9.58), a Daegu perse il bis per la falsa che lasciò una scorrevole autostrada ai piedi di Yohan Blake, a Londra tornò a trionfare davanti al temibile avversario che ritroverà anche stavolta, Justin Gatlin. La buona impressione di Londra ha risollevato le quotazioni di Bolt, fino a quel momento difficile da pensare capace di contrastare l'inarrestabile ciclone Gatlin. Saranno i 100 col più alto numero di iscritti in grado di esprimersi sotto i 10 netti. Dei 27 di quest'anno, infatti, a Pechino saranno pesenti in 17.

Sui 200 metri si replica, chissà con quali dinamiche, dopo il primo faccia a faccia. Tra i candidati ai due podi, il rinato Powell, le novità Bromell e De Grasse, gli altri sprinter USA Gay e Rodgers. Sui 200 ancora De Grasse, il giamaicano Dwyer, il panamense Edward, il sudafricano Jobodwana. L'Europa presenta il neoprimatista d'Europa dei 100 Vicaut e soprattutto Hughes, neobritannico furetto di Antigua, da due anni alla corte Bolt e e provetto curvista, candidato a farsi largo ai vertici dei 200 iridati. Da Berlino in poi si è sempre parlato il linguaggio di Bolt: Start, Run, Gold.

Nei 400 metri Kirani James è alla ricerca della rivincita personale dopo l'eclissi di Mosca in finale. La specialità però si è arricchita di numerosi volti nuovi e pretendenti al podio, come i 20enni Cedenio (Trinidad) e Gardiner (Bahamas), il sudafricano Van Niekerk e il giovanissimo qatarino Haroun. Nomi sicuri su cui puntare, Merritt e Santos. Il primatista africano Makwala è la mina vagante.

Tra le donne, non più confermata la doppia partecipazione individuale di Shelly-Ann Fraser-Pryce su 100 e 200 (due ori a Mosca, a Pechino pare opti solo per la distanza breve), la scommessa sarà soprattutto quella di Dafne Schippers, che ha scelto lo sprint rispetto all'eptathlon. Dovesse realizzare l'exploit, sarebbe il primo giorno di gloria globale orange dal lontano 1948, Giochi di Londra.

Sui 200, probabilmente abdicati anche da Allyson Felix, stessa musica con orde di pretendenti a posizioni di rilevo. La nigeriana Okagbare e le sprinters USA (con Bowie, Gardner e McGrone soprattutto) sono in agguato su entrambe le distanze. Sui 400 scelti dalla Felix, imcombe la freschezza di Shaunae Miller, altra bahamense di prima scelta. Staffette: leitmotiv USA-Giamaica, ma nella roulette russa del passaggio dei testimoni (specialmente nella staffetta veloce) altri team sognano il colpo.

OSTACOLI - I 110hs perdono Ortega, naturalizzato spagnolo e non eleggibile per Pechino, ma offrono la novità giamaicana McLeod all'assalto del titolo del detentore Oliver. In corsa anche Aries Merritt, recordman mondiale, con meno smalto rispetto alla stagione olimpica. Il russo Shubenkov, tecnicamente meglio registrato nelle ultime uscite rispetto al francese Martinot-Lagarde, sta vivendo la migliore stagione. A dieci anni dal titolo mondiale di Helsinki, è ancora Bershawn Jackson l'uomo da battere sui 400hs, poveri di grandi tempi in questa stagione. A Pechino è atteso il primo meno quarantotto dell'anno. Gli americani sono in prima fila, potendo contare anche su Dutch, autore di un'ottima stagione.

Nei 100hs, orfani dell'australiana Pearson (ai box dopo l'infortunio al polso al Golden Gala), è tornata prepotentemente ai vertici Dawn Harper, la più esperta tra le statunitensi, nel cui team figura ancora la campionessa uscente Rollins, assieme alla Harrison e alla sorpresa stagionale Nelvis, uscite promosse dalla lotteria dei Trials. Sono le dominatrici della specialità e monopolizzano i pronostici. Sui 400hs, invece, la sfera delle previsioni pone in pole position l'iridata uscente Hejnova. Da seguire con particolare interesse la campionessa mondiale junior Shamier Little e la prepotente ribalta conquistata dalla danese Petersen.

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