Mondiali Juniores Abdikadar in finale

10 Luglio 2012

E' l'aviere pontino di origini somale, tatticamente brillante nelle batterie dei 1500, il primo azzurro a conquistare la finale al Montjuic.

Mohad Abdikadar, origini somale e prodotto dell’atletica pontina a Sezze, è il primo finalista azzurro ai Mondiali di Barcellona: in un turno eliminatorio difficilissimo, con 37 atleti al via, Abdikadar – italiano dal maggio 2011 e ora tesserato per l’Aeronautica – guadagna un posto nella finale dei 1500 metri in programma giovedì sera (alle 21.30). Un'impresa riuscita pochissime volte ai giovani mezzofondisti azzurri: l'ultima a Bydgoszcz 2008 con Mario Scapini (12°, ma i migliori piazzamenti sono di Andrea Cellai a Sudbury '88 e di Mauro Casagrande a Lisbona '94, entrambi noni). Non riesce a centrare il traguardo della finale di stasera la pesista reggina Monia Cantarella, che con 14.30 è 14^ e seconda delle escluse, mentre conquistano un posto in semifinale il lombardo Lorenzo Perini (110m ostacoli) e il veneto Giovanni Galbieri (100 metri). 

LE GARE DEGLI AZZURRI (mattina) 

100m M (batterie): Un solo azzurro sui blocchi delle 9 batterie in programma, ma Giovanni Galbieri è sempre il solito agonista: confinato all’esterno, si batte con la baldanza che l’ha portato nel 2009 a conquistare il bronzo mondiale U.18 a Bressanone partendo dalle retrovie delle liste di partenza. A cinque metri dal traguardo è ancora quarto, poi ha un guizzo che lo porta a ridosso del bahamense Teray Smith (10”58) con lo stesso tempo del sudafricano Ngqabaza, 10”60: il che, condito da un vento da -1.7, ha il sapore della mezza impresa. Con il criterio utilizzato fin qui, non vengono calcolati ufficialmente i millesimi finchè non entreranno in gioco per il ripescaggio, tuttavia l’impressione del secondo posto è stata abbastanza chiaramente a favore dell’azzurro e della sua promozione diretta in semifinale. In attesa di dirimere la questione, danno spettacolo il britannico Adam Gemili (10”37 contro una brezza da -2.5) e gli statunitensi Tyreek Hill (10”37 con -2.3) e Aaron Ernest (10”39 con -1.6). Novità assoluta del settore, l’iraniano Hassan Taftian, che si qualifica per le semifinali con 10”48 sempre controvento, comprovando il 10”41 corso a Teheran con il quale si era presentato a Barcellona.    

Asta M (qualificazione): Come spesso accade, la scrematura degli astisti si risolve in una specie di maratona, anche se le due pedane assicurano procedure abbastanza spedite. L’azzurro in gara è il romano Alessandro Sinno, doppio figlio d’arte (anche se i genitori militavano in altre specialità): il portacolori del centro giovanile gialloverde “Simoni” ad Ostia si batte ai limiti del personale, fissato quest’anno a 5.00, e infatti segna con 4.95 - al terzo tentativo - la seconda misura della carriera e sfiora il miglioramento a 5.05. Non è detto che sarebbe bastato per l’ammissione alla finale, ma poteva costituire il giusto premio per l’approccio dimostrato dall’allievo di Emanuel Margesin.

110hs M (batterie): I due azzurri, i lombardi Lorenzo Perini e Lorenzo Vergani, sono giustamente ambiziosi. Tuttavia sui blocchi si presentano molti avversari di talento e l’accesso alle semifinali di domani è tutt’altro che scontato: dalle affollatissime otto batterie passeranno solo i primi due e gli otto migliori tempi, con un vento variabile sul rettilineo che può giocare un ruolo decisivo. Il milanese Vergani, seguito qui da Aldo Maggi, è in pratica all’esordio internazionale della carriera e corre nella terza batteria, a fianco del capolista mondiale stagionale Yordan O’Farrill, cubano da 13”27: il vento è contrario (-0.8), ma più benevolo rispetto al -2.1 che nella precedente ha visto il successo del forte tedesco Christen (battuto quest’inverno dall’altro azzurro Perini nel triangolare indoor di Val-de-Reuil). O’Farrill fa il vuoto (13”44) e Vergani si batte bene, in linea con i valori che lo vedono a ridosso dei tre più forti.

Proprio sul traguardo porta il petto al 4° posto in 14”03, al momento 3° sugli otto tempi da ripescare, non distante dal suo personale siglato ai Tricolori di Misano Adriatico (13”96): con l’esito della sesta batteria, in ogni caso, l’esclusione dell’azzurro diventa ufficiale. Prima dell’ultima batteria, dove è impegnato il primatista italiano Lorenzo Perini, si passano in rassegna altri protagonisti ambiziosi, come il britannico (13”30 di accredito e 13”69 al primo approccio sulla pista del Montjuic) e il giovanissimo francese Wilhem Belocian (13”63, personale uguagliato per il transalpino, ancora allievo), mentre proprio in avvio del turno aveva impressionato l’australiano Nicholas Hough (13”51 con -2.2 di vento). Quando va sui blocchi l’azzurro, la situazione è chiara: l’ultimo tempo da recuperare è 13”97 e c’è solo da correre in scioltezza. Il figlio d’arte dell’Osa Saronno corre a fianco dello statunitense Dondre Echols, uno dei favoriti per il podio, ma in corsia interna si fa scappare il giamaicano Hart: l’impressione non è brillantissima, anche perché l’anemometro segna -1.6, ma alla fine l’obiettivo è raggiunto con un 13”92 rivedibile nella semifinale di domani.  

800m F (batterie): Nella sua batteria, la quinta su sei, Irene Baldessari (2’08”09) ha l’ultimo tempo tra le partenti: e questo già dice molto sulla difficoltà di affrontare il gradino iniziale di questi Mondiali, visto che già nella prima batteria si corre forte (la britannica Judd fa 2’02”71) e con un signor tempo come il suo 2’03”36 la tedesca Mosler deve ricorrere al ripescaggio per la semifinale di domani sera. La giovane trentina vede le altre partire come pallottole (1’01”85 alla campana) e segue con un gap che tende ad allargarsi quando viene lanciata la volata: però non cede e chiude sesta, ancora in spinta, anche se il cronometro – 2’12”15 – è chiaramente impietoso (37° posto per lei, che aveva il 39° tempo di partenza). Proprio nella batteria dell’azzurra - alle spalle della campionessa europea di Tallinn, l’ucraina Tkachuk – c’è la sorpresa dell’islandese Anita Hinriksdottir, che migliora ancora il suo record nazionale con 2’04”74 e si propone come possibile outsider per il podio.    

1500m M (batterie): Il programma è estremamente severo, con tre batterie che qualificano direttamente in finale (3+3) e 37 atleti al via: la ragione tecnica richiederebbe almeno un turno intermedio, ma qui il “taglio” sarà impietoso. Schieriamo due ragazzi di origini africane, il somalo di Sezze Mohad Abdikadar (già 8° agli Europei di Tallin un anno fa) e il mozambicano di Livorno Joao Bussotti Neves, una delle rivelazioni stagionali, che ha soffiato il posto al bellunese Emilio Perco (finalista mondiale allievi a Lille 2011) proprio nelle ultime settimane. La cruda realtà è che ci sarà da sudare e, accrediti alla mano, il compito dei due azzurri è davvero proibitivo. Nella batteria di Abdikadar partono a razzo in tre – ovviamente targati Etiopia, Kenya, Marocco - e proprio l’aviere pontino si deve preoccupare di fare l’elastico per provare a riportare sotto gli inseguitori: l’unica condotta possibile, che alla resa dei conti potrebbe anche pagare un dividendo, visto che c’è l’obiettivo del 4° posto e il riscontro finale è almeno interessante per Mohad (3’46”37, attuale base di ripescaggio). E’ chiaro che nella seconda batteria si attrezzano subito per fare meglio, sulla spinta dell’argentino Federico Bruno e del favorito qatariano Hamza Driouch (3’38”06): e così Abdikadar, prima della batteria decisiva, è già il 3° e ultimo ripescato. Ci vorrebbe un miracolo per vedere un azzurro in finale, perché al fianco di Bussotti Neves partono in quattro con personali sotto i 3’40” o poco sopra: però il ritmo è abbastanza lento, per quanto più regolare che nelle precedenti.

E la presunzione punisce il britannico Charlie Grice, 3’41”16 di personale, che resta fuori dal terzetto degli eletti e lascia l’ultimo tempo da recuperare proprio ad Abdikadar. Bravo anche Bussotti Neves, che prova ad inserirsi in una difficile volata e finisce 6° in 3’49”37 (eliminato con il 20° tempo). E così giovedì sera, alle 21.30, ci sarà anche una maglia azzurra nella finale dei 1500 metri: solo tre ragazzi italiani ci erano riusciti nella storia della manifestazione, il livornese Andrea Cellai a Sudbury ’88, il trevigiano Mauro Casagrande a Lisbona ’94 (entrambi avevano poi chiuso al 9° posto) e il lombardo Mario Scapini a Bydgoszcz 2008 (12°).        

Peso F (qualificazione): Monia Cantarella, che vanta un 6° posto ai Mondiali U.18 di Lille 2011, è all’esordio internazionale della categoria e la qualificazione la vede nella “zona grigia” (14^ tra le iscritte, 14.94) di chi deve lanciare abbastanza vicino ai propri limiti per avere una possibilità di finale. La prova della reggina è in progressione, 13.99-14.11-14.30, ma non basta: in 7 fanno la misura richiesta di 15.70 (meglio di tutte la pluridecorata tedesca Shanice Craft, 16.41) e l’ultimo ripescaggio è a 14.51, mentre per l’azzurra c’è la 14^ piazza nel turno.

3000st F (batterie): Sveva Fascetti è all’esordio, meritato, in un grande evento in pista: ma da triatleta ha già una bacheca importante (campionessa europea juniores di duathlon a fine aprile in Olanda). Qui parte nella seconda batteria con il 12° tempo su 17 concorrenti: la norma di qualificazione prescrive un 4+4 che non lascia molte speranze: anche perché nella prima la statunitense Nerud e poi la russa Bukina hanno imposto un ottimo ritmo al quale ha risposto un bel gruppo di pretendenti alla finale per ripescaggio. L’ultimo tempo utile in partenza è 10’35”06, oltre 8” meglio del personale dell’atleta romana. Sveva passa in circa 3’27” al primo chilometro, comprensibilmente nelle retrovie anche se l’intermedio è di tutto rispetto per le sue potenzialità. Davanti fa il vuoto la kenyana Daisy Jepkemei, 16 anni nominali, mentre l’azzurra prova a risalire qualche posizione passando in 7’11” a due terzi di gara. Una prova estremamente coraggiosa, anche se la stanchezza la fa quasi piantare su un paio delle ultime barriere: sfuma così l’obiettivo di riscrivere il nuovo personale e il tempo all’arrivo è un 10’57”98, 25° nel totale del turno, che risente di una distribuzione non troppo razionale. L’unica a scendere sotto i 10’ è proprio la Jepkemei (9’56”33, miglior tempo mondiale stagionale) e per passare occorreva 10’28”27.

Raul Leoni

TV (martedì 10 luglio) - Diretta su RaiSport 1 ore 9:30-13:30, ore 17:40-22:00.

GLI ITALIANI IN GARA NELLA PRIMA GIORNATA

GLI ITALIANI IN GARA NELLA PRIMA GIORNATA

ore 9.00: 3000st F (batterie) Sveva Fascetti
ore 9.05: Peso F (qualificazione) Monia Cantarella
ore 10.05: 1500m M (batterie) Mohad Abdikadar e Joao Bussotti Neves
ore 10.40: 800m F (batterie) Irene Baldessari
ore 10.50: Asta M (qualificazione) Alessandro Sinno
ore 11.35: 110hs M (batterie) Lorenzo Perini e Lorenzo Vergani
ore 12.35: 100m M (batterie) Giovanni Galbieri
ore 18.05: 400m M (batterie) Michele Tricca e Marco Lorenzi
ore 18.10: Disco M (qualificazione A) Giacomo Grotti
ore 19.05: 100m F (batterie) Judy Ekeh ed Elisa Paiero
ore 19.30: Disco M (qualificazione B) Stefano Petrei
ore 21.00: 10000m M (finale) Daniele D’Onofrio

RISULTATI DELLA PRIMA GIORNATA (in aggiornamento)

3000st F: (13)b2 Sveva Fascetti 10’57”98 (25^, el.)
Peso F: (14)Q Monia Cantarella 14.30 (el.) 
1500m M: (4)b1 Mohad Abdikadar 3’46”37 (12°, qual.), (6)b3 Joao Bussotti Neves 3’49”37 (20°, el.)
800m F: (6)b5 Irene Baldessari 2’12”15 (37^, el.)
110hs M: (4)b3 -0.8 Lorenzo Vergani 14”03 (26°, el.), (3)b8 -1.6 Lorenzo Perini 13”92 (19°, qual.)
Asta M: (23)Q Alessandro Sinno 4.95 (el.)
100m: (2)b1 -1.7 Giovanni Galbieri 10”60 (18°, qual.)

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File allegati:
- ORARIO/RISULTATI
- Le FOTO della PRIMA GIORNATA/Photos


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