Marcia, la Coppa di De Luca è "personale"



Il primato personale, ed un piazzamento che conferma quanto di buono si era detto di lui fino ad oggi. Marco De Luca può guardare con soddisfazione al bilancio della partecipazione alla Coppa Europa di Royal Leamington Spa. Il traguardo dei 50 chilometri tagliato all’ottavo posto in 3h47:04 (settima prestazione italiana di sempre, scavalcati nell’elenco Giovanni De Benedictis e Ivano Brugnetti, personale abbassato di 1:06) è il giusto premio per questo elegante marciatore romano, sempre più parte dell’élite continentale della specialità. L’ottavo posto di oggi conferma che l’identica posizione ricoperta lo scorso anno agli Europei di Goteborg non fu un caso. De Luca, in questa circostanza, ha però scelto una tattica diversa rispetto al suo classico standard d’attesa: si è lanciato alla caccia del primato personale fin dal primo metro, rimanendo sempre in scia ai migliori, finendo inevitabilmente per pagare qualcosa nel finale (la rimonta degli spagnoli Garcia e Perez, per fare un esempio). “Direi che comunque l’esperimento ha pagato – il commento dell’azzurro nel dopo gara – non ero mai partito forte, e il tempo finale compensa la punta d’amarezza per aver perduto due posti negli ultimi cinque chilometri (uno nell’ultimo, ndr)”. L’appuntamento, inevitabilmente, è con il Mondiale di Osaka, dove De Luca troverà l’amico Alex Schwazer e un avversario in più: il caldo. “E’ una condizione di gara che non mi si addice, ma sarà identica per tutti. Certo non partirò forte come ho fatto oggi, questo è chiaro. E in ogni caso, oggi avevo una motivazione in più: volevo far ricredere quelli che non hanno creduto in me dopo Goteborg. Sì, ce ne sono“. Per la squadra, un quinto posto finale che tutto sommato non è da disprezzare. Diego Cafagna (diciottesimo in 3h55:52) e Dario Privitera (4h08:38, ma l’ombra di un giro percorso in più, nonostante i chip) hanno reso quanto nelle aspettative, ma era difficile ipotizzare qualunque cosa in più senza l’asso Alex Schwazer, detentore della miglior prestazione mondiale 2007, con il 3h36:04 di Rosignano. Titolo a squadre all’inarrestabile Russia (quattro nei primi cinque, con Vladimir Kanakin ad imporsi in 3h40:57), davanti a Spagna e Francia. Le due gare Junior sui 10 chilometri – andate in scena durante la prova sui 50: un esperimento da non ripetere – hanno regalato gioie e dolori. I sorrisi provengono dalla prova al femminile, dove tutte e tre le azzurrine, Federica Ferraro (nona con 47:54), Federica Menzato (dodicesima, 48:05) e Clauda Bussu (ventunesima, 49:59) hanno ottenuto il proprio personale, sfiorando anche il podio, perso per un solo punto ai danni dell’Ucraina (vittoria per la Russia davanti alla Romania). Delusione, al contrario, per la formazione maschile, che pure sembrava avviata ad una mattinata esaltante. Matteo Giupponi, il migliore del gruppo, ha infatti dovuto chiudere prima la sua partecipazione, squalificato quando mancavano meno di due chilometri all’arrivo. L’azzurrino si era comportato benissimo fino a quel momento, transitando al secondo posto alle spalle del russo Sergey Mozorov (il vincitore, con 40:25), e con una decina di metri di vantaggio sul terzo, lo spagnolo Lopez; proprio l’attacco di quest’ultimo, e la conseguente reazione dell’italiano, generavano l’azione condannata dai giudici, e l’esclusione di Giupponi. Per il team tricolore, settimo posto finale, in virtù del diciassettesimo posto di Andrea Adragna (43:47) e del ventiduesimo di Federico Tontodonati (44:11). Marco Sicari

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