Maratona azzurra traguardo record

18 Agosto 2014

Azzurri primi nel medagliere "storico" dei 42,195km agli Europei. I numeri "super" di Zurigo. Raffronti tra presente e passato della rassegna continentale.

di Marco Buccellato

Maratona, Italia da primato
La medaglia d'oro di Daniele Meucci sui 42,195 km ha permesso ai colori azzurri sia di eguagliare, con cinque ori, i successi maschili di Finlandia e Gran Bretagna ai Campionati Europei, sia di pareggiare le dieci medaglie complessive (con tre argenti e due bronzi conquistati in precedenza dai maratoneti azzurri), già messe al collo degli stessi britannici. Le differenze, legate alla temporalità e alla concorrenza sempre più allargata, di fatto premiano la partecipazione azzurra nella storia "attuale" degli Europei: l'Italia ha conquistato le sue cinque medaglie d'oro nelle ultime otto edizioni degli Europei, i finlandesi ne hanno conquistata una nel 2002 e le altre quattro lungo il ventennio 1934-1954, mentre i britannici non vincono la maratona da quarant'anni. Per quanto relativo alle dieci medaglie complessive, stesso discorso: l'ultima medaglia britannica risale al 1974, mentre le dieci italiane (eccezion fatta per il bronzo dell'edizione inaugurale del 1934), sono spalmate dal 1986 (Stoccarda) in poi. Non va, inoltre, dimenticato il bottino della maratona femminile alla rassegna continentale con l'ultimo tassello d'argento firmato da Valeria Straneo a Zurigo (oltre alla terza vittoria consecutiva a squadre), ma che comprende altre sei azzurre sul podio per un totale di 2 ori, 4 argenti e 1 bronzo. In tutto, dal 1934 al 2014, diciassette atleti italiani hanno conquistato una medaglia sui 42,195km agli Europei.

LE MEDAGLIE DELLA MARATONA ITALIANA AI CAMPIONATI EUROPEI
ORO (7)
1986: Gelindo Bordin
1990: Gelindo Bordin
1998: Stefano Baldini
2002: Maria Guida
2006: Stefano Baldini
2010: Anna Incerti
2014: Daniele Meucci

ARGENTI (7):
1982: Laura Fogli
1986: Laura Fogli
1986: Orlando Pizzolato
1990: Gianni Poli
1994: Maria Curatolo
1998: Danilo Goffi
2014: Valeria Straneo

BRONZO (3):
1934: Aurelio Genghini
1998: Maura Viceconte
1998: Vincenzo Modica

Le maratonete azzurre per la terza volta consecutiva vincitrici della Coppa Europa: da sinistra, Emma Quaglia, Nadia Ejjafini, Deborah Toniolo, Rosaria Console, l'argento europeo Valeria Straneo e Anna Incerti (foto Colombo/FIDAL)

Prestazioni da valore aggiunto
Alcuni atleti hanno ottenuto prestazioni di valore assoluto: a parte l'ovvia grandezza del record mondiale e europeo del marciatore Diniz nella 50 km (3:32:33), e indipendentemente dalle tabelle di comparazione fruibili qua e là, indichiamo soprattutto i seguenti nomi: Perkovic, Schippers, Wlodarczyk, Gemili e Krauchanka.

La discobola croata Perkovic, con 71,08, ha centrato una misura mai vista nelle ultime 22 stagioni. Nonostante ciò, si tratta appena della 17sima prestazione europea all-time. L'olandese Dafne Schippers, cui l'errore in staffetta ha impedito di eguagliare i tre ori della connazionale Fanny Blankers-Koen, ha corso in 22.03, il miglior tempo realizzato da un'atleta europea in poco meno di 25 anni, un quarto di secolo. Anita Wlodarczyk, che ha rischiato grosso con due nulli prima di rimettersi magnificamente in carreggiata, ha scagliato il martello a 78,66, a soli 66 cm dal primato del mondo. La polacca sarebbe andata ancora più vicina al record della tedesca Heidler (79,42), se l'ultimo lancio, davvero lunghissimo, non fosse terminato fuori settore.
 
Mai in quattro prima d'ora
Al britannico Adam Gemili (19.98) il vento contrario di 1,6 metri al secondo ha probabilmente impedito di avvicinare la miglior prestazione europea dei 200 metri a livello del mare, detenuta dal francese Lemaître con 19.80. Ancora, il magnifico decathlon messo a registro dal bielorusso Krauchanka, un punteggio da 8.616 (a un punto dal personale di sette anni fa), quarta prestazione europea degli ultimi 10 anni, ottenuta in condizioni fisiche men che ideali (vistosa fasciatura alla coscia). Meritevoli di menzione, infine, due risultati dalle staffette maschili: il 37.93 degli sprinters britannici (a 20 centesimi dal record europeo), e soprattutto la finale della 4x400, dove per la prima volta ben quattro formazioni europee sono scese contemporaneamente sotto i 3 minuti.

Hulk insegue Consolini, Finlandia in fuga
Il campione europeo di lancio del disco Robert Harting ha bissato il titolo conquistato a Helsinki nel 2012. Il tedesco è uno dei due discoboli che, nella storia dei Campionati d'Europa, sia stato capace di vincere più di una medaglia d'oro. L'altro, il campione olimpico del 1948 Adolfo Consolini, riuscì nell'impresa per tre edizioni consecutive, dal 1946 al 1954 (con l'altro azzurro Giuseppe Tosi per tre volte consecutive all'argento). Il super-lancio del giavellottista Antti Ruuskanen (88,01), ha permesso alla Finlandia di spezzare un equilibrio che durava da quarant'anni con i rivali "storici" della specialità, i sovietici. Nel 1974, infatti, il quarto oro finlandese permise ai lanciatori scandinavi di eguagliare le altrettante medaglie d'oro vinte da un solo sovietico, il leggendario Janis Lusis. L'impresa fu poi eguagliata da un altro grande protagonista della specialità, il britannico Steve Backley, capace di vincere quattro campionati d'Europa consecutivi dal 1990 al 2002.

Con il titolo a Ruuskanen, la Finlandia guida solitaria il medagliere del giavellotto con 5 ori.

Farah poker di doppiette
Il duo Farah-Pavey ha permesso alla Gran Bretagna di conquistare entrambe le medaglie d'oro in palio sui 10000 metri, fatto mai accaduto in precedenza nella storia degli Europei, ma al britannico di origini africane è riuscita l'impresa di coniugare l'oro sui 5000 a quello dei 10000 per la quarta volta in carriera. Il primo uno-due a Barcellona 2010 (Europei), il bis ai Giochi di Londra del 2012, tris l'anno scorso ai Mondiali di Mosca, poker a Zurigo, pur se con avversari meno pericolosi di quelli di un consesso mondiale. Avrebbe potuto già essere a quota cinque doppiette, se l'etiope Jeylan non l'avesse battuto per una manciata di centesimi nei 10000 di Daegu, nel 2011. La squalifica dopo la finale dei 3000 siepi è costata al francese Mekhissi-Benabbad il primato di tre vittorie di specialità nella storia dei campionati. Resta con due, al pari del polacco Bronislaw Malinowski, vincitore nel 1974 e nel 1978. La squalifica gli ha impedito inoltre di eguagliare l'azzurro Alessandro Lambruschini e il tedesco Patriz Ilg, che nella storia degli Europei hanno conquistato il record di tre medaglie nei 3000 siepi (un oro, un argento e un bronzo per entrambi). Barbora Spotakova: la ceca ha eguagliato la norvegese Trine Hattestad, anche lei capace di vincere la medaglia d'oro agli Europei (alla Spotakova mancava alla collezione), ai Mondiali e alle Olimpiadi.

Non è poi così lontano
La misura del vincitore della finale del salto triplo, Benjamin Compaoré (17,46), è sì la miglior prestazione europea stagionale, ma è anche la peggior misura necessaria per la conquista della medaglia d'oro nelle ultime nove edizioni degli Europei. Dieci edizioni fa, con una misura inferiore a quella del francese (17,29) vinse il britannico di colore Keith Connor. Il record della manifestazione è il fantastico 17,99 di un altro britannico, il primatista del mondo Jonathan Edwards. Infine, l'abbonamento di Olha Saladuha, alla terza medaglia d'oro nel salto triplo in tre edizioni consecutive degli Europei. Quest'anno, però, l'oro dell'ucraina assume contorni più rilevanti: sia per il tormentato cammino stagionale dell'atleta, che a Zurigo ha vinto la prima gara degli ultimi sei mesi, sia perché l'oro numero tre consente all'Ucraina di "staccare" la Russia, unico paese ad aver vinto in precedenza il titolo europeo del triplo femminile per due volte, con atlete diverse, Biryukova e Lebedeva.

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Barbora Spotakova (foto Colombo/FIDAL)


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