Manuela Levorato, a Genova due gare per volare



Manuela Levorato, 27 anni (tra tre settimane), veneziana di Dolo, professione sprinter. E' lei, il polo d'attrazione al femminile dei Campionati italiani indoor, in programma al PalaFiera di Genova nel fine settimana. Il suo inizio di stagione è stato di quelli belli, ma belli davvero. Il miglior risultato ottenuto finora, 7.21, è superiore di un solo centesimo al personale sulla distanza (7.20), e di due rispetto al primato italiano di Marisa Masullo (7.19). Niente male, non c'è che dire. "Tra batterie e finali - racconta l'azzurra, finora già protagonista sulle piste di mezza Europa - ho corso sei volte tra 7.21 e 7.28, e per me, che non sono una specialista di una distanza così breve come i 60 metri, è già un bel bilancio, o sbaglio?". Sia sincera: se l'aspettava? "No, assolutamente, anche perché, con Francesco Uguagliati (il responsabile azzurro della velocità al femminile, nonché suo tecnico personale, ndr) abbiamo cambiato tantissimo. E poi perché, secondo quanto avevamo previsto in fase di programmazione, le indoor sarebbero state solo un momento di passaggio nella preparazione verso la stagione all'aperto". Che cosa avete cambiato, in particolare? "Uguagliati ha voluto invertire la posizione dei miei piedi sui blocchi di partenza. Prima, avevo il sinistro avanti, ora parto con il destro. E questo perché, a suo parere, ed io condivido in pieno, la gamba sinistra è più forte e rapida della destra, e mi permette quindi di compiere il primo passo nell'uscita dal blocco con maggiore efficacia. Il risultato è che le gambe girano più rapidamente, e sono riuscita a mettere anche un appoggio in più nei 60 metri, crescendo quindi leggermente anche in frequenza. E ho anche eliminato molta parte dei problemi d'assetto che hanno sempre caratterizzato la mia corsa". Un'opera davvero certosina. "Proprio così. Abbiamo puntato molto sul lavoro mirato alla accelerazione, che è diventato il denominatore comune di questa prima parte dell'anno. Non ho ancora curato la velocità prolungata, quindi non mi aspetto cose molto importanti dai 200 metri di Genova". Due o tre gare agli Assoluti? "Le due gare individuali, ma niente staffetta, la mia società (la Tris Milano, ndr) ha preferito risparmiarmela. Correrò i 60 metri sabato, e i 200 domenica. Sulla base di ciò che accadrà a Genova, ma non solo, indirizzerò il mio impegno per i Mondiali di Budapest". Già, i Mondiali: 60 o 200 metri? "E' presto per dirlo. Sono comunque due gare che non mi si addicono: i 60 sono troppo brevi per le mie caratteristiche, i 200 indoor sono una specialità a parte, legata a troppe variabili. E in ogni caso, sarà bene non fare pensieri troppo in grande, parlando di Budapest: sui 60 metri, per entrare in finale bisognerà correre in meno di 7.20, per una medaglia servirà almeno 7.10". E la stagione all'aperto? "Quest'estate punterò tutto sui 200 metri: correrò anche i 100, ma solo in funzione della distanza doppia. E gareggerò anche sul giro di pista, dove dovrei fare il mio esordio outdoor alla Notturna di Milano". 2004 vuol dire Olimpiade. Per Manuela Levorato l'esperienza di Sydney fu amara: l'infortunio la tolse di mezzo prima ancora di cominciare. "Ma oggi non ci penso più, mi sento una persona diversa. Lo giuro, non passa giorno che io non pensi all'Olimpiade. Vorrei essere già lì". m.s.
Nelle due immagini, altrettanti momenti da ricordare per Manuela Levorato, tratti dall'Europeo outdoor di Monaco 2002, chiuso con due medaglie di bronzo su 100 e 200 metri (Omega/FIDAL).




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