Lavori in corso per le staffette



Le prime battute della stagione su pista hanno attirato l’attenzione degli appassionati sulla velocità azzurra. Lo scorso anno la vittoria della staffetta 4x100 maschile in Coppa Europa aveva riportato sul settore antichi entusiasmi, che si spera di mantenere vivi sia come prestazioni individuali, sia come squadra. Già, perché quest’anno rappresenta una rivoluzione per le staffette: l’ammissione dei quartetti alle Olimpiadi non è più subordinata a esclusive scelte tecniche, ma passa innanzitutto per l’ingresso fra le prime 16 Nazioni del ranking Iaaf (basato sulla media dei due migliori risultati cronometrici nelle ultime due stagioni), un po’ come avviene in altri sport, dal ciclismo al judo. E’ quindi il caso di sondare il terreno con i tecnici di settore per capire gli intenti di una stagione importante e delicata come nessun’altra. La staffetta veloce maschile parte da buone prospettive, sulle quali lavorare, a dispetto di qualche contrattempo: “Sappiamo già che dovremo fare a meno di Scuderi per tutta la stagione – mette le mani avanti il tecnico Filippo Di Mulo – il che significa che dovremo trovare un nuovo primo frazionista, un ruolo difficile. Abbiamo molte scelte, da Verdecchia a Rabino allo stesso Torrieri che ha confermato le belle impressioni che mi aveva lasciato in allenamento. Avevamo pensato anche a Collio, visti i suoi eccellenti risultati nei 60 indoor, ma Simone mi ha detto chiaramente di sentirsi a disagio in curva, e di voler rimanere in seconda frazione dove può rendere di più. Quel che conta è che il gruppo è ampio, ci sono anche Cavallaro, Donati, Colombo, insomma possiamo avere più opportunità di scelta”. Un peso non indifferente per la composizione del quartetto lo avrà comunque anche l’eventuale conquista di “pass” per le prove individuali, e le possibilità in tal senso non mancano: “Non mi sorprenderebbe ad esempio un Collio che corra i 100 intorno ai 10.15, in allenamento va davvero forte. Sui 200 Cavallaro è in ritardo di preparazione per un problema al tendine d’achille accusato in febbraio, esordirà a fine mese, ma la miglior condizione arriverà più avanti. Non è utopia pensare comunque a lui e a Torrieri in grado di correre sotto i 20.55 del minimo olimpico. Sarebbe però importante lavorare su un quartetto stabile, per vari motivi sono sempre stato costretto a cambiare formazione, e questo non aiuta”. L’obiettivo della stagione è portare il quartetto ad Atene attraverso un paio di test supplementari alla Coppa Europa: “Penso siano necessari, ma vorrei sottolineare il fatto che anche sul giro di pista c’è fermento, anche se ci manca ancora il quattrocentista internazionale che faccia da traino. Ma abbiamo buoni segnali da Galletti, Salvucci, Mattei, lo stesso Barberi. Se avremo qualche occasione in più rispetto alla Coppa Europa, anche la staffetta del miglio potrebbe ottenere quei tempi validi per entrare nel ranking, dove ora non è”. Spostando la situazione sul settore femminile (dove il ranking Iaaf dice che più avanti in classifica è la 4x400 rispetto alla 4x100), si lavora con uguale ottimismo, forse maggiore proprio per il quartetto veloce: “Partiamo da Levorato e Calì, atlete pienamente in grado di ottenere il minimo olimpico individuale – afferma il tecnico Francesco Uguagliati - Sul talento di Manuela è superfluo insistere, Vincenza ha bisogno di avere una costante integrità fisica per rendere al meglio. Intorno a loro c’è poi un gruppo compatto e valido, con la Sordelli, la Marchetti, la Grillo, il rientro nel gruppo di Graglia, Bellanova e Pistone. Con un gruppo simile credo che si possa ambire anche a soddisfazioni di non poco conto. Olimpiadi a parte, credo che questo gruppo, se tutte le ragazze sono al meglio, possa dare una consistente limata al record italiano”. Come detto, nelle graduatorie internazionali la staffetta del miglio è più avanti, ma la situazione in tal senso è più nebulosa: “Dipende molto da come staranno le ragazze: la De Angeli sta tornando adesso su buoni livelli dopo la maternità, la Spuri potrebbe puntare agli 800. Il fatto è che non abbiamo atlete giovanissime, salvo la Reina. Nel 2000 le sfide fra De Angeli e Spuri avevano dato effervescenza a tutto il settore. Dovremmo riuscire ad avere due-tre atlete che corrano il giro di pista in meno di 52.00. E’ importante comunque che, sia per la staffetta veloce che per l’altra, ci siano occasioni di confronto al di là di quella ufficiale di Coppa Europa. Dovremo cercare meeting dove far gareggiare le atlete in staffetta, è un passaggio fondamentale”. Gabriele Gentili Nella foto piccola: Vincenza Calì Nella foto grande: il quartetto azzurro veloce vittorioso alla Coppa Europa 2003


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