La 100 Km del Passatore è tutta italiana



La 100 Km del Passatore si è tinta totalmente d’azzurro. La nazionale italiana non ha lasciato agli avversari altro che le briciole, in una trentaduesima edizione nella quale sono stati battuti tutti i record. Mai come quest’anno la Firenze-Faenza è stata un vero spettacolo, ed ha fatto vivere al pubblico di appassionati una notte indimenticabile. L’edizione di quest’anno dell’ultramaratona toscano-romagnola era valida quale Campionato Europeo ed Italiano della distanza: ebbene, gli azzurri hanno fatto il pieno di medaglie d'oro, dimostrando una volta di più di essere la Nazione-guida in questa specialità. Ma il risultato a sensazione non è circoscrivibile solamente all’aspetto agonistico: la 100 Km è stata un grande successo anche organizzativamente parlando, e lo dimostrano il record d’iscrizioni, 1.851, e di arrivati, 1.180, ben 270 in più dell’ultima edizione. La gara maschile si è risolta intorno al 40° km, al passaggio da Roata, quando Moreno Ardemagni ha rotto gli indugi, lasciato la compagnia del campione del mondo Fattore, dell'altro italiano Gallitelli, dello spagnolo Martinez e dello scozzese Pride per andare all’attacco. In pochi chilometri ha ripreso i fuggitivi, raggiungendo e superando il rumeno Martin, il russo Tzyazhkorob e l’altro azzurro Sartori. Al Gran Premio della Montagna del Passo della Colla di Canaglia aveva già quasi 4 minuti di vantaggio sulla coppia Martinez-Fattore (quest’ultimo poi si ritirava per problemi fisici al 65° chilometro) , un vantaggio che andava continuamente aumentando fino a toccare i 16 minuti sul traguardo di Faenza, dove Ardemagni veniva accolto da un tripudio di folla. E il responso cronometrico era la ciliegina sulla torta della conquista del titolo italiano ed europeo: 6 ore 31:45, quasi 4 minuti meno del precedente record della corsa, risalente addirittura al 1991 ed appartenente al brasiliano Valdir Nunes. L’argento andava a Martinez, che staccava Pride di soli 40 secondi. E Ardemagni festeggiava a fine gara anche la conquista del titolo europeo a squadre. Nella prova femminile altra doppietta italiana, titolo individuale più titolo di equipe, grazie a Monica Casiraghi, la 35enne podista lecchese che dopo le vittorie nel 2001 e 2003 teneva fede al pronostico dominando la gara fin dalle prime battute e chiudendo in 8h12:08, davanti alla francese Henry (curiosamente esclusa dalla rappresentativa ufficiale transalpina) ed all’altra cugina d'oltralpe Reymoneng-Maggiolini. Per la Casiraghi è il compimento del Grande Slam: titolo italiano ed europeo che vanno ad aggiungersi a quello mondiale già in suo possesso.


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