L'inverno di Howe parte da Tampere



L’inverno è la stagione dei malanni. Almeno, così dicono (toccate ferro). Si esce da un ambiente caldo, ci si infila in uno freddo, zac: colpito, affondato. Andrew Howe sta sperimentando la cosa da circa dodici ore. E’ in partenza per Tampere, dove domenica pomeriggio l’attende il debutto 2007 nel lungo (nell’incontro Finlandia-Italia, sintesi tv su Raisport satellite dalle 23.30), ma si sta portando dietro, oltre alle scarpette chiodate, un paio di gradi di temperatura corporea in più. Assolutamente non richiesti. "Mi dispiace, e comunque non posso farci nulla. La febbre, quando arriva, te la tieni. Tenterò di farla passare almeno per domenica, per ora posso solo augurarmelo. Spero di stare in piedi, non mi piace mancare gli appuntamenti". Siamo all’inizio di febbraio: la febbre arriva ad aggravare una forma non brillantissima, giusto? Beh, questo è ovvio. Sono nel pieno della preparazione, carico di lavoro come non mai. Non posso dire di essere pronto per un risultato di rilievo. Quest’anno poi abbiamo introdotto nuovi elementi nella preparazione, dando maggior spazio a cose che in passato avevamo solo abbozzato. Cosa, in particolare? Beh, un po’ tutto il discorso sulla forza. Pesi, balzi, per capirci: maggior quantità, maggior qualità. E poi anche resistenza alla velocità. Insomma Se voglio correre, quest’anno, oltre che saltare, devo darmi una regolata. Correre…cosa? E, soprattutto…come? I 100 metri. Sì, sì, è tutto vero, proverò a correrli. E forte. Non avrebbe senso farlo su risultati di medio livello, non mi interessa. Per fare un esempio concreto, se devo fare i 100 metri per ottenere 10.20 come punta massima, allora resto solo un lunghista. Invece voglio provare a fare meno, è una sfida che mi affascina. Io sono così, chi mi conosce bene lo sa: mi piacciono le nuove esperienze, le sfide. In tutto quello che faccio, a cominciare dall’atletica. Quando comincerà ad andare sui blocchi? Presto, molto presto. Forse già ad aprile. Mia madre (Renée Felton, che è anche l’allenatrice di Howe, ndr) dice una cosa giustissima: non puoi stare troppo tempo senza sentire lo sparo della pistola. Devi essere abituato a reagire a quel suono, e puoi farlo solo se ti ci confronti spesso. Non vedo l’ora. Sì, ma l’inverno? Questi Europei, li farà o no? Non posso rispondere, e non per cattiva volontà: non lo so. Il fatto è che io sto lavorando sodo per l’estate: ci sono i Mondiali, che affronterò da campione europeo, e voglio arrivarci al meglio. Certo, la rassegna continentale indoor mi attira, e poi, figuriamoci, io gareggerei sempre. Ma non mi sto preparando per Birmingham, e non avrebbe senso presentarsi non in condizione, non sarebbe giusto. Vediamo come si sviluppano le prossime settimane. Se riuscirò ad essere in una forma accettabile, ci sarò. Ma solo in quel caso. E quindi, cosa dobbiamo aspettarci da questa gara di Tampere? (ride) Proprio niente, non scherziamo... Senza febbre, e visto quanto sono carico, sarebbe stata comunque un’impresa riuscire a fare qualcosa di decente; in queste condizioni, davvero non so cosa dire…No, scherzi a parte, questa è solo una tappa del percorso, ci servirà per capire se il lavoro che abbiamo svolto produrrà dei frutti. E’ un test, nulla di più. Anzi, è come se facessi una seduta a Vigna di Valle...solo che ci saranno anche gli avversari. Marco Sicari Nelle due foto, altrettanti momenti del 2006 di Andrew Howe: in alto, l'esultanza dopo l'oro europeo; in basso, con la maglia dell'Europa in Coppa del Mondo (Foto di Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)


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