Keflezighi e Tulu stelle di New York



Meb Keflezighi tra gli uomini e Derartu Tulu tra le donne. E' loro l'edizione numero 40 della Maratona di New York con al via oltre 40.000 runners di tutto il mondo. Lui, di origini eritree, ma naturalizzato negli Stati Uniti, riporta dopo 27 anni il successo in 2h09:15 sotto la bandiera a stelle e strisce. Lei, invece, è la prima etiope a centrare l'impresa (2h28:52). Battuta e soltanto quarta la primatista mondiale Paula Radcliffe.  

LA CRONACA - Era dal 1982 che un americano non vinceva nella Grande Mela. L'ultimo a riuscirci era stato, ventisette anni fa, Alberto Salazar che la maratona a New York l'aveva fatta sua anche nel 1980 e nel 1981. Oggi, invece, il primo a traguardo, in 2h09:15 (PB), è stato il 34enne Meb Keflezighi, argento olimpico ad Atene nel 2004 dietro all'azzurro Stefano Baldini. Di origini eritree, naturalizzato americano, Keflezighi ha vissuto da piccolo per alcuni anni anche in Italia, in Brianza. Il vincitore della quarantesima edizione della Maratona di New York, dopo un gara sempre nel gruppo di testa, ha concretizzato il suo successo quando, intorno al 38° chilometro, ha impresso il decisivo cambio di andatura alla corsa, staccando il keniano, plurivincitore della maratona di Boston, Robert Kipkoech Cheruiyot, alla fine secondo in 2h09:56. Terzo il marocchino Jaouad Gharib (2h10:25) davanti all'altro statunitense Ryan Hall (2h10:36). Meb, dimunitivo per Mebrahtom, quest'anno aveva già corso a Londra, chiudendo nono in 2h09:21. Tra gli italiani in gara, tredicesimo posto per il campione nazionale di maratona Migidio Bourifa (2h16:01). Più indietro il forestale Giovanni Ruggiero, al traguardo in 2h29:02.

Tra le donne, Derartu Tulu diventa la prima etiope a conquistare New York, mentre non riesce il poker alla britannica Paula Radcliffe. La corsa si anima in Queensboro Bridge, con il tentativo di allungo della francese Christelle Daunay, seconda quest’anno alla Roma-Ostia. Davanti restano in cinque: oltre alle tre già citate, la russa Lyudmila Petrova e la keniana Selina Kosgei, vittima di una caduta nelle fasi iniziali, che poi si stacca. Il momento clou al 36° chilometro, quando passa in testa la quarantunenne Petrova (già prima nel 2000) e la Radcliffe perde progressivamente terreno. La gara si trasforma in un duello tra Petrova e Tulu. All’ultimo chilometro, l’etiope s’invola quando la strada scende per rientrare in Central Park e la Petrova, sulle ginocchia, non riesce a rispondere. La 37enne Tulu vince in 2h28:52 e impreziosisce il suo già ricco palmarès, fatto di due ori olimpici (1992 e 2000) e uno mondiale (2001) sui 10.000, più tre titoli iridati di cross. In maratona vinse a Londra nel 2001 e fu quarta ai Mondiali di Helsinki 2005 (con il personale di 2h23:30). Dietro alla Petrova (2h29:00), terzo posto per la Daunay (2h29:16) che precede la primatista mondiale Radcliffe (2h29:27) che, in preda ai crampi, per la prima volta in carriera, esce sconfitta da una maratona non olimpica. A fine gara la maratoneta britannica dichiarerà di aver sofferto a causa di una tendinite al ginocchio sinistro.

a.g.

Nella foto in alto, il vincitore Meb Keflezighi mentre taglia il traguardo; nella foto in basso l'arrivo dell'etiope Derartu Tulu (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)

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