Internazionale, il Kenya invade le strade d'Europ



Fronte internazionale incentrato sulla pista, con l'Eurochallenge dei 10 chilometri di Maribor, la marcia con il secondo appuntamento del Challenge IAAF a Rio Maior, l'inizio delle grandi maratone primaverili e la pista, con succulenti menù dagli Stati Uniti e dall'Africa. Per campanilismo iniziamo dagli impegni internazionali che hanno visto in gara gli atleti azzurri. L'ottava edizione del Challenge EAA dei 10 chilometri ha confermato il terzo posto di un anno fa della squadra maschile ed il ritorno sul podio delle ragazze, quarte ad Atene nel 2003, e terze ora a Maribor. Ricordiamo i piazzamenti azzurri nella classifica a squadre nelle precedenti sette edizioni prima di inoltrarci in qualche dettaglio sulle due prove individuali. Barakaldo, in Spagna, nel 1997 ospitò la prima edizione, dove i maschi ottennero la seconda piazza e le donne non furono rappresentate. Lisbona nel 1998 vide quinti i ragazzi (ancora assenti le donne). Ancora Barakaldo (1999), con i maschi terzi e finalmente le ragazze presenti e magnifiche seconde (Guida, Sommaggio, Viceconte e Varrone nelle prime tredici). Nel 2000 ancora Lisbona, ed un quarto posto per entrambe le rappresentative. Ritorno a Barakaldo nel 2001, dove le ragazze furono quarte ed i maschi presentarono solo due specialisti. 2002 casalingo, a Camaiore, con vittoria per l'Italia maschile (terzo fu Mazza) e bronzo per le donne. Infine Atene 2003, e duplice terzo posto come detto nell'introduzione. Le classifiche finali a squadre dell'edizione slovena di sabato scorso: per gli uomini vittoria spagnola (la quarta) davanti a Grecia ed Italia, fra le donne primo trionfo per la Francia, seguita da Portogallo ed Italia. Il secondo posto della Grecia fra gli uomini sorprende un poco, pur considerando che il campo dei partecipanti non era propriamente quello di una finale europea, sorprende un po' meno viste le condizioni ambientali (caldo eccessivo per l'ìnizio di aprile). Chema Martinez ha vinto con 28:11.11, che è il peggior tempo per un vincitore considerando tutte e otto le edizioni della manifestazione (mai chiusa sopra i 28 minuti). Fra le donne identico discorso: la francese Maury in 32:01.01 è la prima capofila a chiudere la distanza in un tempo superiore ai 32 minuti. Ricordiamo le posizioni degli italiani, che hanno fatto classifica: Battocletti sesto in 28:52.21, Pusterla ottavo in 29:06.94, D'Ambrosio sedicesimo in 29:40.91. Molto bene Patrizia Tisi, quinta col personale di 32:34.04, undicesima Anna Incerti (33:21.02) e dodicesima Vincenza Sicari (33:33.10). Ritirata Silvia Sommaggio, al rientro nel club Italia. Come corre la marcia Su un percorso difficile e poco favorevole a riscontri cronometrici di gran valore, Elisa Rigaudo ha vinto anche la seconda tappa del Challenge IAAF di marcia, dopo la perla messicana di Tijuana. A Rio Maior, in Portogallo, per completare il dominio italiano, è asceso al primo successo internazionale della carriera anche Alessandro Gandellini. Unica atleta sotto l'ora e trenta minuti, la cuneese ha chiuso in 1:29:58 (settima Betty Perrone in 1:33:12). Da segnalare la squalifica della Ryashkina, russa a fine carriera. Gandellini ha inflitto oltre trenta secondi allo spagnolo Dominguez (1:22:49 per l'atleta delle Fiamme Oro). Ai primi di maggio l'appuntamento di Naumburg (Coppa del Mondo), dove la visione in prospettiva-Atene potrebbe essere più chiara, vista l'assenza di molti protagonisti in Portogallo, presumibilmente presenti invece in Germania. Sempre dal pianeta-marcia, campionati balcanici a Reschitza, in Romania, sabato. Vittoria e record di Grecia per Athina Papayianni (un nome profetico?) in 1:28:58. Costica Balan, atleta di casa, vince la 20km maschile in 1:21:50. Maratone da favola Prima di parlare di quelle sul suolo europeo, un cenno altrove: a Saint Louis erano in programma i Trials olimpici statunitensi femminili: ad Atene andranno Colleen de Reuck (40 anni, ex-sudafricana) che ha vinto la selezione in 2:28:25, la conosciutissima Deena Drossin (ora signora Kastor), seconda in 2:29:38, e Jenny Rhines (2:29:57). Europa: Rotterdam La 24esima edizione della velocissima maratona olandese ha beneficiato del bonus del record della corsa, 2:06:14 del kenyano Felix Limo, crono che migliora il personale di 2:06:42 che gli regalò il secondo posto ad Amsterdam in ottobre. L'exploit colloca il 23enne della tribù Nandi al sesto posto nella lista all-time. Il record della corsa era vecchissimo (2:06.50 del grande Belayneh Dinsamo nel 1988, che fu miglior prestazione mondiale per dieci anni). Distacchi importanti per i piazzati: Michael Rotich, secondo, ha chiuso in 2:09:07; il brasiliano Romulo Wagner da Silva, sorprendente terzo, ha ottenuto 2:11:28. Poca fortuna per i debuttanti: Salah Hissou undicesimo (2:12:45) e Bernard Barmasai (entrambi sono stati primatisti mondiali su pista) quindicesimo in 2:14:49. Malissimo Alejandro Gomez (2:16:22, ventesimo, sul percorso dove fu secondo a suon di personale nel 1997). Affermazione per Zhor El Kamch nella corsa femminile: la marocchina, in 2:26:10, ha battuto la messicana Madai Perez (seconda in 2:27:08) e la russa Burykina (2:30:15). Rientrava alle corse dopo lunghissima assenza Delilah Asiago, la kenyana che fu autrice di una lunghissima striscia di successi su strada nel circuito USA diverse stagioni fa, qui sesta in 2:37:24. Europa: Parigi L'edizione era la 28esima, ed ha parlato africano anche quest'anno. 2:08:06 per il vincitore maschile, l'etiope Ambesse Tolossa, 2:24:32 per l'exploit di Selina Kosgei. Nel 2003 ci fu il primato europero di Zwierzchiewski ed il secondo posto della Console. Tolossa era alla nona maratona in carriera: lo scorso novembre si classificò terzo a Milano in 2:11:12. La Kosgei viene dalla pista, e sempre in zona (mondiali di Saint-Denis) è stata diciannovesima sui 10000. Crono superiori alle 2 ore e 10 per gli altri uomini (Raymond Kipkoech e Paul Biwott sul podio). L'etiope Asha Gigi ha chiuso seconda in 2:26:05 (19esima anche lei ai mondiali, ma sulla maratona). Maratone minori: a Bonn vittoria di Romy Spitzmuller in 2:32:33, a Zurigo primato svizzero per Viktor Rothlin in 2:09:55. A Debno, in Polonia, 2:12:13 per Waldemar glinka e 2:33:27 per Monika Drybulska. Kenya uberalles a Berlino Mentre a Milano Robert Kipchumba si impadroniva del Duomo, a Berlino la storia si ripeteva con Paul Kirui, trionfante in 1:00:40, in una classifica maschile che ha visto dieci atleti del Kenya ai primi dieci posti! Secondo in 1:00:42 Solomon Bushendich (ora ventenne, lo scorso anno visto su pista a Torino e Milano su tempi di 7:45 sui 3000 e 13:12 sui 5000). La mezza femminile ha avuto identico copione: cinque kenyane ai primi cinque posti, con vittoria per Joyce Chepchumba (1:09:49) e secondo posto per la Atodonyang (1:11:31). La veterana Wessel, che si chiamava Ullrich quando fu bronzo sui 10000 addirittura a Roma '87, chiude dignitosa nona in 1:14:30. Per Kirui è la seconda affermazione a Berlino, la quarta per la Chepchumba. Texas Relays ed altre storie dal vecchio West Non ha deluso la 77esima edizione della manifestazione di Austin, annunciata come l'evento più importante della settimana americana. Grandissime le staffette, ed alcune cose brillantissime dalle prove individuali. 4x100 donne alla Louisiana, come da tradizione, in 43.34, ma nella serie delle università; il giro che conta lo stravince il team nazionale vero (con Gaines, Miller ed Edwards, oltre ad Angela Daigle in prima frazione) in 42.70. Texas a 3:23.75 sulla staffetta del miglio, con Sanya Richards in ultima frazione. La serie olimpica va al team USA in un crono peggiore (3:25.90). Staffetta 4x100 uomini da urlo: USA con la squadra vera (Drummond, Williams, Patton e J.J.Johnson) e abbagliante 38.14 sull'HSI di Greene (con Grimes, Scott e Boldon), secondo in 38.30. La selezione "B" degli USA, terza in 38.71, vantava in formazione Trammell, Gatlin ed Allen Johnson. Non c'è che dire. La 4x400 degli USA (3:01.58) è stata cronometricamente inferiore a quella della Baylor University, che ha vinto la serie dei college in 3:01.06 (a fine anni '80 Baylor vantava fra le sue file il signor Michael Johnson). Sui 100 ostacoli volano (un metro di troppo di vento, però) Nichole Denby e Lolo Jones (12.78), mentre su quelli bassi la McIntosh mette a segno un ottimo 55.29. La serie "olimpica" dei 100 ostacoli è invece graziata dalle condizioni ambientali: vento regolare (1.3) e 12.79 per Angela Whyte, canadese come l'iridata Felicien. Ancora Chelsea Johnson ad alto livello nell'asta: 4.50. Il giamaicano Steve Mullings è l'ultimo arrivato nella schiera degli sprinter caraibici: le serie dei 100 riservate ai "collegians" le ha vinte lui in 10.05, e 10.11 in batteria, ma con vento troppo amichevole. Il meglio degli uomini lo ha mostrato Larry Wade, maturo ostacolista da 13.01, che ha portato il mondiale stagionale a 13.13. Nel decathlon 8024 punti per Maurice Smith della Giamaica. A Provo, nell'altitudine dello Utah, gran 100 ostacoli di Tiffany Logan, ex-signorina Lott, in gamba nell'eptathlon e che fa degli ostacoli la sua specialità preferita: 12.77, con vento di 4 metri a favore. Troppo. Ad Atlanta va ancora più svelta la Morrison (12.64), ed è ancora più intenso l'aiuto di Eolo (5,1 metri al secondo). Ostacoli maledetti dal vento nel weekend evidemtemente. Allo stadio Olimpico anche 51.70 per Lashinda Demus sui 400 e 20.71 del pesista Hoffa, viceiridato indoor un mesetto fa. Martellate americane Sempre più vicine ai 70 metri: Jackie Jeschelnig lancia a 68.83 a Columbus, la sconosciuta Loree Smith (pesista da poco più di 16 metri) va oltre i 67 ad Austin, disintegrando di oltre sette metri il personale. Africa Alla presenza del presidente della IAAF Lamine Diack e di altre importanti personalità dell'atletica africana, si è tenuto sabato a Dakar il classico meeting di inizio aprile. Lo sprint ed i salti (come prevedibile) hanno rappresentato il piatto più prelibato. Uchenna Emedolu, che in Nigeria è una celebrità per aver vinto i 100 in Coppa del Mondo, ha fatto l'en plein in 10.23 e 20.56 (sempre sul ghanese Zakari, 10.24 e 20.61). In prospettiva il risultato più interessante è venuto da Young Talkmore Nyangani, atleta di venti anni e mezzo dello Zimbabwe, vincitore in 45.29 dei 400 metri. Non è uno sconosciuto. Al passo nel 2003 (46.19 e 45.9 manuale), nel 2002 si era imposto all'attenzione chiudendo la stagione con 45.47 (secondo crono junior dell'anno al mondo) e 20.4 manuale sui 200 metri. Si è vista in azione anche l'ex-iridata Thiam, qui una gloria nazionale, che ha chiuso i 400 in 51.89. Qualche nota dai salti: 14.17 della coloratissima Mbango e 8.05 del francese Salim Sdiri. Avanzi Da ciò che non avevamo ricevuto in tempo per la scorsa carrellata di risultati dal mondo segnaliamo un bel meeting in Arabia Saudita (a Qatif), datato oltre un mese ma di cui si è avuta notizia solo ora, con lo sprinter Al-Saffar (molto conosciuto in Nord Europa dove gareggia abitualmente d'estate) autore di un buon 10.19 e soprattutto l'8.12 nel lungo dl Mohamed Al-Khuwailidi (vento legale seppur al limite). In marzo ritorno di Cardenas, il messicano che fu medagliato mondiale sui 400, da qualche stagione a singhiozzo: 45.75. Ancora dallo scorso weekend: campionati per le categorie giovanili in Giamaica, e clamoroso 22.71 della non ancora 19enne Facey (ne avevamo già parlato ad inizio marzo), che è primato junior dell'area caraibica (e visto che c'era ha vinto anche i 100 in 11.22). Concludiamo la rassegna settimanale restando nell'area junior: a Bloemfontein (Sud Africa) campionati nazionali di categoria, con record a cascata. Il più importante è quello ottenuto dall'atleta più atteso, Khotso "Godfrey" Mokoena, che abbatte il limite continentale del triplo con 16.96, ed ottiene anche il minimo per i Giochi: vince anche il lungo, come da pronostico, in 7.88. Altro nome da annotare quello del velocista Leigh Julius (dove Julius è il cognome), qui primo sui 100 in 10.32 (ma è un duecentista da 20.49, tempo col quale ha vinto a 18 anni le Universiadi di Daegu). Nell'eptathlon 5616 punti per Justine Robbeson (5761 lo scorso anno, ancora 18enne). A Mobile, Stati Uniti, va forte nelle high school Cedric Goodman: per lui 45.95. Si tratta del secondo gioellino junior USA dei 400 mostrato nel corso dei primi mesi del 2004: l’altro è Elzie Coleman (45.92 indoor). Marco Buccellato

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