Internazionale: i Trials, arena dell'atletica



Spettacolare come i primi quattro giorni di gare, la seconda parte degli Olympic Trials statunitensi ha regalato emozioni, sorprese, qualificazioni drammatiche e flop di grandi nomi: la notizia più importante è l'infortunio di Tyson Gay, finito malamente k.o. sulla pista nei quarti di finale dei 200 metri. Nel bollettino internazionale, oltre alla kermesse statunitense, i verdetti keniani e la principale attività europea e d’oltre oceano. 

3 luglio 

Sui 400 maschili Jeremy Wariner è stato nuovamente sconfitto da LaShawn Merritt, in maniera ancor più netta che a Berlino. Merritt ha concluso in 44 netti contro i 44.20 del campione olimpico, riaprendo sul serio il discorso in prospettiva Pechino. A sorpresa guadagna il posto in squadra David Neville, specialista più filiforme degli altri, in un eccellente 44.61. A fine gara, sdraiato sulla pista e braccia tese al cielo, era sorpreso anche lui. Williamson, che non è quello di alcune stagioni fa, ha chiuso sesto. Larry, talentuoso ma poco continuo, ottavo. 

Sui 400 femminili vanno a Pechino le tre più forti: la Richards in 49.89 (stavolta non ha tradito), la Wineberg-Danner (50.85) e la Trotter (50.88), che a dispetto di un cattivo inizio di stagione ha trovato per tempo la condizione. Ancora in campo femminile arriva il titolo per Brittney Reese, una lunghista-altista che deve migliorare molto sul piano tecnico per volare oltre i sette metri, cosa che quasi le riesce già così (6.95). Fatto fuori nel giavellotto Breaux Greer. Un infortunio ed alcune distrazioni per la sua partecipazione ad un violento reality show televisivo non l'hanno aiutato ad ottenere il passi per Pechino, ma è comunque in possesso del minimo.  

4 luglio 

Ai blocchi di partenza delle batterie dei 200 maschili non si presenta il saggio Patton (ha fatto il pieno centrando i Giochi sui 100 e va bene così) ed il migliore di tutti è il campione olimpico Crawford con 20.18. Gay fa finta di correre e chiude in 20.43. Sui 200 donne c'è aria di vendetta: a reclarmarla sono la Felix, inopinatamente quinta in un cento indimenticabile, e la Hooker (quarta). La migliore delle batterie è la Solomon (22.51, gran ritorn il suo), mentre perde subito il bus Shana Cox, già eliminata nelle semifinali dei 400.  

Una gradita notizia: va ai Giochi Chaunte Howard, la graziosa saltatrice che vinse l'argento nel salto in alto a Helsinki, tornata da qualche mese dopo la maternità. Per lei, un convincente 1.97. Alla Flanagan, dopo il successo sui 10000, si spalancano anche le porte dei 5000, dove è terza, battuta da Kara Goucher e Jenny Rhines. Nei 10000 maschili vanno in sette sotto i 27 minuti, ma non Ritzhenhein, talento delle campestri, che però èabile per correre la maratona a Pechino. Vince Abdirahman, un ex-eritreo, in 27:41.89. Tristemente tredicesimo Keflezighi, argento olimpico di maratona. 

5 luglio 

Si consuma il dramma di Tyson Gay, attesissimo sui 200 dopo il primato nazionale sui 100 (9.77, nei quarti), ed il favoloso 9.68 ventoso della finale. Dopo 60 metri dal via il campione del mondo ha risentito di quello che una prima diagnosi pareva essere soltanto una severa forma di crampo muscolare, e successivamente si è rivelato essere uno stiramento. Pechino non è ancora compromessa, due settimane di sosta, il probabile ritorno (affrettato?) a Londra. Fossimo in lui, con otto turni più la staffetta da correre ai Giochi, lasceremmo stare l'Inghilterra.  Semifinali dei 200: vittime della giornata Porscha Lucas, a lungo in vetta alle graduatorie stagionali, e la Moore. La Felix guida il gruppo con 22.22, davanti alla Lee (22.33) ed alla Solomon (ancora più veloce delle batterie in 22.48).

Senza Gay, avanzano nella finale dei 200 maschili tutti i migliori, compreso il risorto Bernard Williams. Nelle batterie dei 110 ostacoli non concludono la gara Allen Johnson (infortunio) e Jason Richardson. Un altro veterano, Dominique Arnold, si fa squalificare per falsa partenza nei quarti. Oliver corre il suo quarto in 13.07, Moore in 13.17. Nei 100 ostacoli Lolo Jones è la migliore con tempi eccellenti: 12.68 in batteria, 12.59 nei quarti. 

6 luglio 

Giornata conclusiva, con risultati straordinari. Oliver vince la finale dei 110 ostacoli in 12.95 (ventoso, e molto) sul sempreverde Trammell (13.00). Moore, in quota-podio, si suicida all'ultimo ostacolo e regala un sogno a David Payne, terzo per due centesimi su Aries Merritt. Nelle semifinali Oliver aveva vinto la propria in 12.89 (ancora ventoso), Trammell l'altra in 13.08 su Hicks (13.09).  Lolo Jones fa qualcosa di mostruoso: pur se non omologabile per il solito vento, il suo 12.29 è crono perso nella memoria. Missione compiuta anche per la Cherry e per la sorprendente Harper. La Hayes non difenderà il titolo di Atene, solo settima. Un'altra titolata, Michelle Perry, non ha supearto lo scoglio delle semifinali, dove la Jones aveva realizzato il mondiale stagionale in 12.45.

Lunghissima la gara dell'asta, dove la Stuczynski migliora ancora il primato degli USA con 4.92, ed ora è a meno di dieci centimetri da Yelena Isinbayeva. Non ce l'ha fatta la Dragila, che inseguiva un sogno, ed è finita settima con 4.40. A sorpresa è in squadra la Bartolina, specialista non molto nota, ma capace di battere in pedana atlete di rendimento regolare quali la Schwartz, la Holliday, la Janson e la Johnson. Tutte a casa, tranne la Steiner, seconda con 4.60. Nel disco maschile Godina sbaglia tutto ed p miseramente ultimo. Non va meglio a Rome, altro candidato al viaggio in Cina, penultimo. Vince Waltz con 65.87. Walter Davis, iridato del triplo, dopo i tre nulli del lungo contava di rifarsi nella specialità preferita, ma è stato fregato all'ultimo turno da Curry, per un solo centimetro. Vittoria e grande misura per Wilson (17.43). Bernard Lagat, dopo i 5000, si è imposto anche sui 1500. A Pechino sarà un osso duro per tutti, e magari confidando in due finali non troppo sparate. Solo quinto Alan Webb, per ora in squadra come riserva.  

Tutto e niente 

E' il giorno di Walter Dix, il massicio sprinter già certo del viaggio con l'ottima finale dei cento metri, che trova la vittoria sui 200 in 19.86, precedendo per cinque millesimi di secondo Crawford, davvero grandioso a distanza di 4 anni. Sale in Paradiso anche Spearmon, terzo in 19.90. Quarto, in 19.99, Rodney Martin. Ci fosse stato Gay, cinque atleti sotto i venti secondi.  

Tutto per Dix, niente per Xavier Carter. Due finali conquistate, ma sui 200 non si è presentato al via per il riacutizzarsi di un malanno che gli costò anche il mondiale 2007. Forse una partecipazione limitata ai 400 sarebbe stata più fortunata. Nella finale dei 200 femminili si è compiuta la vendetta delle grandi battute dei 100, Allyson Felix (prima in 21.82, troppo ventoso) e Marshevet hooker (terza in 22.20). In mezzo, la meravigliosa Lee (21.99). Lauryn Williams ha perso il terzo posto sul traguardo, per un centesimo, grazie ad un tuffo della Hooker. Bianca Knight, reginetta delle indoor e nuovo fenomeno dei 200 metri, è solo quinta in 22.25.   

Trials kenyani 

A Pechino non ci sarà il duello Kaki-Rudisha sugli 800 maschili, perché il kenyano è stato fermato nell'imminenza dei trials per un infortunio. Il tris d'assi calato per gli 800 metri è composto da Bungei 81:45.08), Lalang (novità proveniente dai colleges USA) ed il solito piccolo Yego. Due selezeioni fortissime sui 1500 ed i 10000: Choge, Asbel Kiprop e Kemboi hanno conquistato la maglia a Nairobi, mentre Masai, Mathathi e Kogo sono davvero il meglio che il Kenya può schierare contro gli etiopi.  

Altra clamorosa caduta, quella di Paul Koech, quarto per pochi centesimi nelle siepi, ma Ezekiel Kemboi, Kipruto e Matelong hanno le qualità per non farlo rimpiangere. Donne: c'è la novità della quattrocentista Muthoka (50.82), e c'è soprattutto Pamela Jelimo, capace di correre in altura in 1:57.71, con oltre tre secondi affibbiati alla Jepkosgei.  

Campionati Centro-Americani e dei Caraibi Conclusi domenica in Colombia, a Cali: miglior risultato, l'8.31 del lunghista cubano Wilfredo Martinez (ma anche 17.29 nel triplo di Leevan Sands), davanti al cubano Fuentes al personale con 17.23. Nella velocità 10.12 di Darrel Brown, 50.98 della cubana Terrero sui 400, sensazionale 12.61 della Tejeda sui 100 ostacoli (record di Cuba).  

Vlasic mai così alta 

Pur mancando altre volte l'appuntamento col primato del mondo, Blanka Vlasic sta vivendo una stagione ancora migliore di quella 2007. Questa settimana ha gareggiato a Bydgoszcz, dove ha superato quota 2.05, mentre sabato a Madrid ha eguagliato il suo mondiale stagionale con 2.06. La croata ha portato così a 28 le gare consecutive vinte con una misura superiore ai due metri (ma sono 31 le vittorie consecutive), ed a 54 le prestazioni totali a due metri ed oltre. A Bydgoszcz, oltre al nuovo exploit di Marco Lingua (79.97), anche il 6.01 nel salto con l'asta del russo Lukyanenko.  

Restando in Spagna, da ricordare il meeting di Salamanca di metà settimana, dove l'iberico Rodriguez ha fatto il colpaccio sui 100 ai danni del lusitano Obikwelu, a suon di record nazionale (10.14). Da segnalare il ritorno in pedana di Stefan Holm (2.30, sesto Nicola Ciotti con 2.14 a pari misura col campione del mondo Thomas) ed il 4.70 della russa Polnova nell'asta. Ancora per l'Italia, vittoria di Anna Giordano Bruno sabato a Novo Mesto, in Slovenia, con 4.30. 

Francia 

A Strasburgo quinto posto di Clarissa Claretti con 69.52 nel martello. Vittoria alla slovacca Hrasnova.Danisova con 72.84, ma anche tre francesi oltre i 70 metri (Montebrun, Perrin e Falzon). Nelle gare maschili 10.20 di Mbandjock sui 100, 2:16.30 di Baala sui mille, 45.61 di Djhone sui 400 (trascinato il giovane Venel al personale di 45.77). Taillepierre e Compaore confermano il buonissimo momento del triplo francese con 17.07 e 17.05.  A Marsiglia Doucouré ha commesso i soliti pasticci sugli ostacoli e non ha saputo far meglio di 14.20. Lento anche Pognon (20.72 e 10.32), spenta Eunice Barber, a mezzo metro dallo standard richiestole nel salto in lungo. A Bordeaux nuovo grande risultato per la campionessa olimpica del triplo Mbango, che con 14.93 ha avvicinato la capofila mondiale Savigne. 

Russia: Soboleva a 1:55.7 

Ultime verifiche prima dei campionati nazionali di Kazan, in programma dal 17 al 20 di questo mese: a San Pietroburgo e a Mosca si sono viste cose egregie. Nella prima manifestazione Yuliya Fomenko-Chizenko ha corso i 1500 in 4:01.65. A Mosca, nella coppa russa, favoloso 1:55.7 sugli 800 metri di Yelena Soboleva, al debutto. Seconda, egualmente eccellente, Mariya Shapayeva in 1:57.9. Nelle altre gare 2.30 di Shistov e Silnov nell'alto, 17.18 di Burkenya nel triplo, ma soprattutto ottimi risultati femminili: la Chicherova ha vinto l'alto con 2.01, la Simagina il lungo con 6.91, la Pishchalnikova ha stabilito il mondiale stagionale del disco con 67.28. Nel peso personal best per Olga Ivanova (19.48).   

Titoli in Europa: Ucraina 

Spettacolare edizione dei campionati ucraini a Kiev, con primati nazionali e gare avvincenti: i record sono venuti dal settore lanci femminile, grazie alla martellista Sekachova (74.52) ed alla giavellottista Lyakhovych (62.23). Sempre dai lanci "prima volta" di Mykyta Nesterenko: il prodigioso lanciatore diciassettenne ha portato a casa il primo titolo di campione nazionale assolluto nel disco con un lancio di 62.75. Corse femminili: ottimo l'800 metri della Petlyuk 81:58.38) sulla Krevsun-Hurtovenko (1:58.77). Nelle gare di corsa maschili da ricordare la sconfitta di Heshko sui 1500 metri ed il titolo di Sergey Lebid sui 10000 metri in 28:19.57.  

Ancora, otto metri di Makarchev nel lungo, 12.83 della Snihur sui 100 ostacoli, 80.58 di Vynohradov nel martello (con Rubanko a 79.75 e Tuhay a 79.46), e la continua progressione di Olha Saladuha, arrivata al personale nel salto triplo con 14.84. Nell'alto femminile titolo alla Styopina con 1.95 davanti alla Palamar ed alla 36enne Mykhalchenko (1.92). Nel triplo maschile quattro atleti nei dintorni dei 17 metri, con titolo a Yastrebov (17.04) e terzo posto per il più conosciuto Kuznetsov (17.00). 

Germania 

Momento straordinario (dal punto di vista della quantità di specialisti di valore internazionale) per il movimento dell'asta maschile: in dodici superano i 5.50, sembrano i francesi degli anni '80 e '90. Vince il solito ringhioso Lobinger, secondo è Ecker, terzo il fenomeno 19enne Holzdeppe, tutti con 5.75. Nel lungo 8.16 di Bayer, sui 100 10.20 di Unger. La Friedrich vince con due metri, la Kleinert con 19.67. Polonia: buono il lungo di Starzak (8.20 ventoso). Nell'asta titolo alla Pyrek con 4.70.  

Repubblica Ceka: sorprende l'ostacolista Svoboda, che in batteria scende addirittura a 13.29. Nell'alto vince Janku con 2.30. La Spotakova si è laureata campionessa nazionale del giavellotto con 64.47, ma al primo lancio ha perso per un nullo di dieci centimetri un risultato clamoroso superiore ai settanta metri. Romania: riecco Marian Oprea, che sembrava out dal discorso Olimpiadi per infortunio: invece ai campionati nazionali di Bucarest è tornato in pedana dove ha ottenuto prima 17.26, poi 17.28. La rubrica internazionale tornerà, dopo una pausa di due settimane, nell'ultimo martedì del mese. Le statistiche mondiali subiranno invece ulteriori aggoirnamenti nel corso di questa settimana.

 

Marco Buccellato


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