Internazionale, gran finale a Salonicco



La formula della Finale Mondiale dell'Atletica si è congedata con un’ultima mirabile edizione, ricca di grandi prestazioni e duelli sanguigni per la conquista dei premi in denaro più consistenti. Su tutti, spicca l’impresa della freccia-Jeter, che grazie al 10.67 di ieri sera occupa la copertina settimanale del nostro report. Questo risultato e la velocista che l'ha conseguito meritano un'attenzione particolare, essendo allo stato attuale il terzo risultato di sempre nella storia dei cento metri al femminile, dopo il discusso record del mondo di Florence Griffith-Joyner ed il 10.65 di Marion Jones tra le nuvole di Johannesburg, il quinto se consideriamo altri due crono favolosi di FloJo. E' anche il primato sul suolo europeo ed il record del mondo controvento.

Jumbo-Jeter

La sprinter americana compierà trent'anni in novembre. Nel 2007 è piombata nel mondo dello sprint che conta dopo anni di semi-anonimato. Nelle liste mondiali curate su questo sito la sua prima apparizione risale al 2002, quando coprì la sua distanza preferita in 11.46 in Texas nelle finali NCAA II, con troppo vento a favore. Da quel giorno di sette anni fa sono cambiate molte cose nella sua carriera sportiva. Di sé racconta che il cambio di marcia (o di velocità) fu l'affidarsi alle cure tecniche di John Smith nella primavera del 2007.

Fu in effetti l'anno delle svolte cronometriche e della notorietà. Nella stagione indoor i primi consistenti progressi, con un primato personale sui sessanta metri portato in un meno di un mese da 7.49 a 7.22, passando per 7.32, 7.28 e 7.23, e soprattutto con il secondo posto ai campionati USA indoor. La stagione all'aperto la porterà alla conquista del bronzo mondiale di Osaka (oro con la 4x100 ma non schierata in finale), partendo da una base cronometrica di 11.48 (2006).

Nel 2007 la Jeter ha corso ben 32 volte i cento metri, migliorandosi con 11.24 al debutto a metà marzo (personale abbassato di due decimi e mezzo), scendendo a 11.16 ai Mt.SAC Relays di Walnut e successivamente a 11.05 all'Adidas Track Classic di Carson, perdendo dalle stelline del momento Torri Edwards e Me'Lisa Barber,  oltre che dalla giamaicana Campbell, tutte sotto gli undici secondi.

Bronzo a sorpresa

La svolta ai Trials mondiali di Indianapolis, quando ottiene il "passi" per Osaka finendo terza nella finale dei cento, a un centesimo da Lauryn Williams, e lasciando dietro di sé la Felix (sicura di andare ai Mondiali sui 200 come campionessa mondiale uscente). Poi, l'Europa, transitando anche per l'Olimpico, dove perde sempre. A Osaka pesca la finale meno qualificata degli ultimi anni e coglie il bronzo con 11.02 ad un centesimo da un incredibile oro, dopo essere giunta quarta nella sua semifinale. Seguono gli spiccioli di stagione, nobilitati da due vittorie importanti, in Golden League a Berlino e nella finale di Stoccarda.

L'anno successivo perde il bus per Pechino, non entrando in finale nei cento ai Trials (perde il quarto posto di due centesimi dall'avvenente Moore), mentre sui duecento è sesta (intanto è scesa a 22.47 nell'amata Carson). Nei quarti dei Trials (a Eugene) scende al personale in 10.97, primo sub-undici della carriera. Tramontato il sogno olimpico, la sua stagione prosegue in Europa dove non vince mai, ma è seconda a Losanna (terza a Rieti). Corre più spesso anche la doppia distanza, dove vince a Rethymno e Zagabria, e segna 22.52 a Rieti (seconda).

Storia attuale e remota

L'anno in corso inizia di traverso per la Jeter, solo quarta ai Millrose Games. Raddrizza la stagione indoor con un bilancio di 3 vittorie in 5 gare ed il primato personale di 7.11 a Birmingham. Non si presente ai campionati USA. Il debutto outdoor è scintillante, 10.96 a Walnut e la leadership mondiale già in primavera. Domina (e piuttosto nettamente) il trittico di grandi riunioni USA Adidas-Reebok-Prefontaine in 11.09 e per due volte in 10.85 con troppo vento. L'impressione televisiva è notevole, ottima partenza, ginocchia alte e mulinar di braccia senza un'esitazione. Una macchina senza rivali, in attesa dell’apice della forma delle giamaicane. Ancora da venire.

I Trials di fine giugno sono falsati dalle bizzarrìe di Eolo in ogni pentagramma dello sprint, batterie comprese, e la musica che ne esce è esagerata, per tutte: la Jeter dice 10.88 in batteria, 10.72 in semifinale, 10.78 per il titolo nazionale. In Europa vince a Londra in 10.92, prima di migliorarsi ancora ai Mondiali di Berlino in semifinale (10.83) e prendersi il secondo bronzo della carriera in 10.90. Dalla finale mondiale, solo vittorie: 10.86 a Zurigo, 11.07 nel freddo di Gateshead, 10.88 a Bruxelles e la cosa esagerata di domenica scorsa.

Ma gli anni precedenti? Fino al 2002 (a 23 anni) non schioda mai con regolarità dagli 11.60-70, con o senza vento. Prima del 2000 non si hanno notizie dell'attività giovainle. Nel 2004 consegue il minimo per i Trials olimpici (11.56) ma esce in batteria. Il 2005 l'anno peggiore, praticamente inattiva per i ripetuti guai muscolari cui vengono attribuite le difficoltà dell'atleta per l'affermazione ad alto livello. Nella biografia del suo sito, il problema viene definito risolto grazie a "deep tissue massage". Poi nel 2007 il cambio della guardia tecnica, da Warren Edmondson a John Smith, e quello del management, curato ora da Mark Block, l'ex-marito di Zhanna Pintusevich. Fino al magnifico stupore di Salonicco.

Bolt saluta

Con il 19.68 di ieri il giamaicano lascia intendere che la sua stagione è finita con la passerella post-gara di Salonicco, salutando con tocchi della mano praticamente tutto il pubblico del parterre della tribuna principale. Bellissima immagine, che conferma la simpatia incondizionata che il ragazzo riscuote tra gli appassionati. Un contagio universale.

Salonicco, gli altri

La più ricca è Meseret Defar, che si consola dalle amarezze berlinesi con sessantamila dollari in 48 ore. Il mondo del lungo femminile non esce dalla stagnazione: ad imporsi è ancora l'americana Reese con 7.08. E' la più dotata fisicamente e la meno a posto tecnicamente, ma salta due spanne più lontano delle altre. Tra le gare migliori anche i duecento donne, con Felix e Richard appaiate al centesimo (22.29, vittoria alla prima) e le giamaicane ancora in progresso di fine stagione.

Oltre agli explois di Jeter e di Bolt, il “breakthrough” della due giorni greca è a firma di Valerie Vili, che con 21.07 ha superato la barriera dei ventuno metri dopo diversi anni dall'ultima che vi riuscì, proprio la bielorussa Ostapchuk, seconda nella pedana greca e non presente ai mondiali. La neozelandese ha smosso finalmente la graduatoria all-time, immobile e secolare. Ottima anche l'agile cubana Barrios, 65.86 nel disco, e la Vlasic, ormai arrivata nei pressi dei cinquanta assalti al primato del mondo di Stefka Kostadinova. Ormai ha cancellato le delusioni di Pechino e Torino, riacquisendo la sicurezza minata nei mesi scorsi dalla tedesca Friedrich.

Ultime dagli stadi

Prima di rimediare la scoppola di Salonicco (quinto), Gerd Kanter aveva nuovamente sfiorato i 70 metri (mancati per un centimetro) a Helsingborg, con 69.99. Sempre in tema-lanci, il nuovo coach dell'ungherese Robert Fazekas è il connazionale Adrian Annus, ritiratosi dall'attività. Entrambi furono campioni d'Europa (rispettivamente nel disco e nel martello) e vennero squalificati ad Atene 2004 per manomissione del prelievo antidoping (fonte della notizia l'amico György Csiki). In Repubblica Ceka il nuovo Direttore Tecnico della nazionale è Tomas Dvorak, ex-campione e primatista del mondo di decathlon. In Polonia il Memorial Slusarski (salto con l'asta) è stato vinto dal 22enne Didenkow con 5.62 (primato personale) e dalla Piwowarska con 4.41. Didenkow ha poi perso a Zielona Gora con 5.55 da Michalski (stessa misura). Ancora in Polonia, a Opole, importante progresso per il discobolo ceko Marcell, che ha vinto con 64.83.

Asafa non si ferma

L'ex-primatista mondiale dei cento metri Asafa Powell è atteso domani ai blocchi di partenza dei 100 di Stettino, in Polonia, dove lo scorso anno vinse in 9.89; sui 200 invece è annunciato Tyson Gay, uscito vincitore dal confronto col giamaicano nei cento metri a Salonicco. I due velocisti nei giorni scorsi hanno ricevuto delle offerte per gareggiare a Daegu, in sostituzione del rinunciatario Usain Bolt.

Nel ricco programma del meeting altre stelle di prima grandezza come gli ori mondiali Walker, Rogowska, Foster-Hilton, Cantwell (contro Majewski, Hoffa e Nelson), Kozmus, Harting (contro Malachowski e Alekna), Rybakov (con la sorpresa Bednarek) e molti altri (Heidler, Krasnova, Lysenko, forse le Jeter sui cento). Nell'occasione il quattrocentista Piotr Rysiukiewicz, primatista nazionale con la 4x400 e vincitore di un gran numero di medaglie con la formazione polacca all'aperto e indoor, annuncerà il ritiro dall'attività.

Strada del week-end: super Kitwara

Nella Fortis Half Marathon di Rotterdam quarta prestazione all-time per Sammy Kitwara Kiprop, escluso dai dirigenti kenyani dalla partecipazione mondiale sui diecimila metri per aver gareggiato senza autorizzazione all'estero. Kitwara si è imposto in 58:58 (di passaggio ora è anche il terzo di sempre sui venti chilometri, dove è transitato in in 55:59). Dieci kenyani ai primi dieci posti per un dominio spettacolare, anche sul piano cronometrico. Il 21enne Jonathan Maiyo è giunto secondo in 59:08, James Kipsang Kwambai terzo in 59:09, Bernard Kiprop Kipyego quarto in 59:10, Wilson Chebet quinto in 59:15 e John Kiprotich, appena vent'anni, sesto in 59:23. Il primatista mondiale (ed olimpionico di maratona) Wanjiru, nono in 1:01:08, ha corso preparandosi per la prossima maratona di Chicago, mentre il vincitore della Roma-Ostia Elijah Keitany è giunto decimo in 1:01:14.

Successi targati Kenya nella maratona internazionale di Montreal: di Francis Kipketer Chesumei in 2:16:10, che ha preceduto l'etiope Lemma-Alemu Debelu (2:16:32), e di Irene Cherop, prima al traguardo in 2:39:31. Si annuncia interessante l'elenco degli iscritti alla Toronto Waterfront, in calendario fra due domeniche: l'etiope Mulu Seboka affronterà Lydia Cheromei e la connazionale Amane Gobena. Nella corsa maschile annunciati Philip Manyim, Daniel Kiprugut, Kenneth Mungara, Peter Kiprotich e l'etiope Gashaw Melese Asfaw.

Marcia

Qualche risultato post-mondiale. Due grandi delusi dall'esito delle gare iridate sui venti chilometri, lo spagnolo Francisco Fernandez e la tedesca Krantz-Zimmer (entrambi ritiratisi a Berlino), hanno vinto il Gran Premio di Guadix, provincia di Granada, località fascinosa che ospita ogni anno la manifestazione settembrina del tacco e punta. Fernandez ha dominato i cinque chilometri maschili in 20:30 sull'irlandese Heffernan (20:40, quindicesimo a Berlino), mentre la Krantz ha piegato in 13:10 la resistenza dell'altra irlandese Loughnane, argento mondiale, seconda in 13:14 sui tre chilometri. Prima di passare ai "prossimamente" ricordiamo che le graduatorie mondiali complete sono disponibili da alcuni minuti in formato compresso nella sezione statistiche.

Coming soon

Berlino: domenica prossima si affronteranno Haile Gebrselassie e Duncan Kibet Kirong, i due più veloci di sempre sui quarantadue chilometri. Se le condizioni meteorologiche reggeranno, c'è profumo di record mondiale. Linet Masai, campionessa mondiale dei diecimila metri, sarà alla partenza delle dieci miglia di Amsterdam-Zaandam, in programma domenica prossima. Contro di lei l'olandese ex-kenyana Hilda Kibet. Tra i migliori partenti della corsa maschile spiccano i nomi dell'eritreo Zersenay Tadese, Moses Masai, Kibiwott, Kamathi e Kipsang. In pista, dopo Stettino, il calendario internazionale propone ancora il tour d'Oriente con Shanghai (con Liu Xiang al rientro) e Daegu, le prove multiple di Talence e più avanti i Giochi Francofoni di Beirut, i campionati arabi a Damasco (in ottobre) e quelli asiatici a Guangzhou, a metà novembre.

Marco Buccellato




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