Internazionale, cinque continenti in moto perpetuo



La stagione dell’atletica internazionale riprende quota con cross d’autore, con la ripresa dell’attività su pista in Australia e con le manifestazioni su strada, che questa settimana hanno fatto tappa in Giappone con la maratona a staffetta di Chiba. Il consueto giro d’orizzonte “estero” parte dall’emisfero australe, e toccherà strada facendo Asia, Europa, America ed Africa. La lunga estate calda Sta prendendo forma la nuova stagione australiana, che avrà un battesimo importante con l'ormai imminente Zatopek Memorial di Melbourne, anticipato sabato scorso dal Track & Field Classic di Brisbane. Si tratta di una stagione particolarmente importante per gli atleti australiani, chiamati nei prossimi mesi a far bella figura con i Giochi del Commonwealth nel mirino, organizzati nella seconda metà di marzo a Melbourne. A Brisbane non sono mancati risultati interessanti. La lunghista Brownyn Thompson, da poco rientrata in pedana, ha realizzato un appena ventoso 6,73 (condito da un incoraggiante 6,59 con vento legale), superando Kerrie Perkins (6,41) che è anche la moglie di Jay Taurima, lo straordinario finalista (e medaglia d'argento) della finale del lungo maschile di Sydney 2000). L'ostacolista junior Sally McLellan ha centrato l'uno-due nella velocità con responsi discreti per un "inizio stagione", 11"41 e 23"45, e soprattutto il nuovo primato nazionale junior sugli ostacoli in 13"01. Sui 400 metri si è rivelata la 17enne Jaimee Hoebergen (52"72), pur sconfitta dall'esperta neozelandese Arnott (52"36). Ancora da Brisbane il 4,30 della novità Alana Boyd nel salto con l'asta, il 58,52 di Dani Samuels (17 anni) nel lancio del disco, e qualche numero anche dal settore maschile. Daniel Batman, poliedrico velocista dedito in passato anche al rugby, si è imposto sui 200 metri in 20"49 battendo a pari merito il duo Neofytou e Dolphin (neozelandese), accreditati entrambi di 20"60 ed indivisibili al photofinish. Nel triplo buon 16,67 di Mike Perry, nel peso ancora vicino ai venti metri Scott Martin (19,87). In staffetta la selezione neozelandese con 39"75 non ha reso come la scorsa settimana, quando centrò il primato nazionale con 38"99 a Sydney. Ultimo appunto per Stuart Rendell, miglior martellista d'Oceania, che ha lanciato a 73,93. Giochi del Sud-Est asiatico a Manila L'impianto di atletica del Riza Memorial Stadium di Manila sta ospitando, da ieri l'altro fino al 4 dicembre, la 23esima edizione dei Giochi del Sud-Est asiatico. La capitale delle Filippine organizza per la terza volta la manifestazione, poco generosa di prestazioni tecnicamente significative nelle prime due giornate. Il duo delle lunghiste filippine Torres e Gabito ha fatto il vuoto nella finale della specialità con 6,47 e 6,45. La vietnamita Do Thi Bong ha vinto gli 800 metri in 2'03"65. Nel peso femminile due ex-cinesi (Zhang Guirong e Du Xianhui), da qualche stagione atlete di Singapore, hanno elevato un po' il tasso tecnico della manifestazione, con prestazioni quali 17,40 e 17,37. Nell'alto, ancora al femminile, da segnalare un altro oro al Vietnam, grazie all'1,89 di Bui Thi Nhong. La seconda di Francia La maratona di La Rochelle, disputata domenica scorsa, rivendica il ruolo di seconda 42 chilometri nazionale dietro Parigi, forte degli oltre 7500 partecipanti. Le vittorie sono andate ad atleti del Kenya, nella fattispecie al diciannovenne Eliud Kurgat in 2h12'17, ed a Elizabeth Chemweno in 2h34'50", che è anche primato della corsa. Sempre in tema di atletica francese, celebrazione ed onori nazionali sono stati tributati a Michel Jazy, viceolimpionico a Roma '60 sui 1500 metri nonché autore di nove primati del mondo. Nella sua città d'adozione, dax, è stato nominato Commendatore della Legion d'Onore, un titolo riservato solo ai grandissimi. Tra gli astri del presente la copertina della settimana è riservata a Ladji Doucouré, nominato atleta dell'anno al termine di un sondaggio posto ai lettori di Athlétisme Magazine, la rivista ufficiale della federazione francese. Sempre a proposito di nomine, per la terza volta consecutiva il titolo di atleta dell'anno in Slovacchia è andato a Libor Charfreitag, martellista rimasto fuori dalla finale ad otto di Helsinki, piazzandosi in nona posizione. Meno bene, per gli slovacchi, la notizia del ritiro della sprinter Lucia Ivanova (11"42 e 23"06), causato da problemi di salute. L'Europa fa i fanghi Tanta Africa ed un po' d'Europa nel weekend europeo del cross, condizionato dal gelo e dal maltempo. In Francia si sono disputati due campestri di discreto richiamo, a Bordeaux (con vittorie pe il marocchino Dghoughi e per la francese Coualud) ed a Leffrinckourcke (Africa nera docet grazie a Denis Ndiso, Kenya, ed alla etiope Erkesso). In Portogallo (Torres Vedras) il sedicenne del Bahrain Adam Ismael è tornato a far parlare di sé, dopo le vittorie di inizio stagione, superando l'emergente kenyano Peter Kamais ed il pluridecorato lusitano Rui Silva. Nancy Kiprop ha portato il Kenya sul gradino più alto del podio precedendo la sempre presente Fernanda Ribeiro e l'altra portoghese Pereira. A Llodio, in Spagna, il miglior appuntamento della settimana, nonché secondo step della stagione dei cross IAAF: l'ungherese Kalovics ha ipotecato buona parte dei pronostici di successo ai prossimi Europei di cross a Tilburg (Olanda) con una importante affermazione sulla kenyana Rose Jepchumba e sulla polacca Bak. In campo maschile un semiassiderato Tariku Bekele ha dato dieci secondi all'ugandese Boniface Kiprop e molti di più ad una stella della pista come Abraham Chebii ed allo spagnolo Carlos de la Ossa. Segnali stradali L'Etiopia che verrà ha mostrato il volto ad Addis Abeba, in occasione della Great Ethiopian Run ed in assenza dei nomi-top del mezzofondo etiope, che stanno svernando in Europa tra un cross e l'altro. Molti giovanissimi e di talento, con vittorie per Ketema Negussie (poco più di un secondo su Nathan Naibei, quarto a Marrakech sui 3000 siepi ai Mondiali under 18), e Genet Getaneh. Negussie ha già fatto parte delle selezioni presentate ai Mondiali di cross nelle ultime due edizioni, e finora è rimasto all'ombra dei grandi. L'uomo del monte In Nigeria si è disputata la prima corsa in montagna della storia del paese africano. Il ricchissimo montepremi messo in palio è andato nelle tasche dell'australiano trentenna Ben du Bois, primo al traguardo sul Monte Obudu dopo undici chilometri di fatiche, davanti al giovanissimo nigeriano (questa sì è una notizia) Danjuma Kopkuddi, già pratico di mezze maratone nel recente passato. Gli italiani Mosca e Manzi si sono classificati rispettivamente quarto e sesto, mentre l'ex-maratoneta ceka Anna Pichrtova ha vinto la corsa femminile. Giappone: presente Molte gare nella settimana appena trascorsa. A Nagoya la locale mezza maratona ha visto la doppietta kenyana di Julius maina (1h01'43") e Simon Maina (attardato di un secondo), e l'affermazione della giapponese Mie Ueda (1h11'39"). A Kobe, dove era in programma un'altra mezza maratona, il successo non è sfuggito a Minori Hayakari, primatista nazionale sui 3000 siepi, che ha tagliato il traguardo in 1h12'27". In pista, 28'28"48 di Takeshi Makabe sui diecimila metri di Yokohama. Anche una maratona intera in calendario (ieri l’altro a Tsukuba), vinta da Akihiro Oshikiri nel tempo (modesto) di 2h17'36". E l'Ekiden? Da primato Ad inizio settimana si è disputato anche l'Ekiden di Chiba, la spettacolare maratona a staffetta che ha visto il Kenya dominare su entrambi i fronti (i tempi: 1h57'06" e 2h13'33"). La squadra maschile, composta da Josphat Nadmbiri, Martin irungu Mathathi, Daniel Mwangi, Mekubo Mogusu, Onesmus Nyerre e John Kariuki, praticamente una selezione junior, ha centrato la migliore prestazione mondiale sulla distanza. Negli annali c'è qualcosa di meglio, l'1h55'59" che una selezione etiope guidata da Sileshi Sihine ottenne proprio a Chiba due stagioni fa, ma la federazione internazionale segnala come primato il risultato del Marocco (1h57'56") risalente al 1994. Ora questo risultato è stato migliorato dai babies kenyani. Le ragazze del Kenya presentavano in squadra Catherine Ndereba e Jane Wanjiku come nomi di punta, ed hanno preceduto al traguardo la selezione dell'Etiopia (presente, della rosa dei super-talenti,solo la Ejigu). Nella squadra britannica, settima, non ha sfigurato Paula Radcliffe, che ha corso la sua frazione di dieci chilometri in 31'41", secondo tempo dopo il 31'18" della kenyana Wambui. Tra i partecipanti ricordiamo in campo maschile Tariku Bekele (Etiopia maschile quarta), sconfitto per un secondo nella sua frazione (cinque chilometri) dal giovane statunitense Ian Dobson, Abebe Dinkesa e Gebre Gebremariam, e tra le ragazze le russe Petrova, Grigoryeva e Zadorozhnaya (terze). Manchester 2 Non quella universalmente conosciuta in Inghilterra, ma quella un po' meno nota nel Connecticut, USA. Corsa su strada su una distanza di poco inferiore alle cinque miglia, e molti atleti in vista tra gli iscritti. Vittorie targate Nuova Zelanda, grazie a Nick Willis, che ha lasciato a cinque secondi l'irlandese Alistair Cragg (più indietro Vyacheslav Shabunin, vecchio pirata russo) ed a Kimberly Smith, che ha staccato di mezzo minuto Mary Cullen, un'altra figlia d'Irlanda. L'Australia continuerà a far parlare di sé grazie allo "Zatopek Classic" di Melbourne, in programma giovedì. Le maratone più importanti della prossima settimana, oltre a quella nostrana di Milano, saranno a Fukuoka (una classicissima) ed a Sacramento. Le graduatorie mondiali stagionali, aggiornate negli ultimi giorni e fruibili nella sezione statistiche, subiranno un ulteriore aggiornamento a metà settimana. Marco Buccellato


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